Era dal 21 ottobre che non calzavo gli scarponi e non
partecipavo ad una gita Sat. Ed è vero che mi ero ripromessa di ponderare
attentamente le nuove uscite della nuova stagione 2013, non pensando davvero di
riprendere già con la prima.
E invece…. Invece sono ripartita, ‘complice’ l’amica
Silvana, con la quale avevamo concordato le modalità di partecipazione.
-Camminiamo per un paio di ore o fino a quando saremo
stanche- ci eravamo dette –poi possiamo tornare indietro e fermarci in uno o
l’altro dei luoghi di ristoro…-
Ok, così si può fare, avevo pensato.
Così, domenica 13 gennaio, mi sono avviata di mattina
presto, sotto un leggero nevischio, verso il luogo di ritrovo, con tutto
l’ingombrante bagaglio, zaino, ciaspole, bastoncini, scarponi, più Artva, ma… senza
consorte, in questo periodo a forzato riposo. Un lungo trasferimento in pullman
fino a passo San Pellegrino, a poca distanza dal quale l’escursione ha avuto
inizio.
Anche qui stava nevicando, fiocchi leggeri che volteggiavano
in un’atmosfera grigiastra che non permetteva ampie vedute delle montagne
circostanti. E i baldi escursionisti Sat, equamente divisi tra scia-alpinisti e
appassionati della ciaspola si sono messi in marcia, superando indenni un primo
tratto di ghiaccio insidioso, coperto da pochi, ingannevoli centimetri di neve
(e qualcuno, ahimè, ‘saggerà’ la durezza del terreno con inatteso volo d’angelo
;-)), scavalcando uno sdrucciolevole steccato metallico, inerpicandosi in un fitto
bosco, passando infine accanto a graziose baite coperte di neve.
Una rapida sosta, quindi la marcia è ripresa in un vasto
spazio aperto, risalendo, in lunga fila serpeggiante, un erto pendio fino a raggiungere
un pianoro, al termine del quale c’è l’ultimo strappo verso la forcella finale
della Forca Rossa. Ed è qui che Silvana ed io abbiamo considerato finita la
nostra ascesa: un saluto a chi stava davanti ed un veloce dietro-front,
ripercorrendo adesso in discesa il tracciato di poco prima.
E ce ne siamo tornate, da sole, verso il fondovalle,
fermandoci dapprima all’esterno di una delle baite per un veloce pasto –non faceva
molto freddo, per essere il 13 di gennaio- fino a che le mani che hanno
cominciato ad intirizzire non ci hanno suggerito di rimetterci in marcia. Così
ci siamo dirette al ‘Flora Alpina’, un rustico edificio con grande ristorante,
dove abbiamo concluso il ‘pranzo’ con una gustosa fetta di torta ed una calda
bevanda, nell’attesa del ritorno degli altri compagni di ciaspola muniti.
Poi il ritorno al pullman, con una piacevole discesa
attraverso un grande prato dal dolce pendio, sollevando soffici ‘nuvole’ di
neve, fino a giungere alla meta e, una volta tolte le ciaspole, cambiati gli
scarponi, sistemati gli zaini, abbiamo atteso il ritorno dei valorosi sciatori
nel bar vicino, ‘immersi’ in un’atmosfera amichevole, tra chiacchiere, risate e
racconti di esperienze passate.
E, infine, le due ore circa di viaggio di ritorno ed eccoci
infine a Trento, stanca ma altamente soddisfatta. Sì, è andato tutto bene, ho camminato
il giusto, non ho fatto particolari fatiche e neppure ho incontrato difficoltà
nell’affrontare salite e discese, nonostante tutti quei panettonici (e, in
genere, dolciari) ‘grammi’ gustati in questo periodo. ;-)
E se Silvana ci sarà anche la prossima domenica, assieme
ripercorreremo altre strade, stavolta in terra austriaca, con la stessa
formula, vado, cammino finché ne ho voglia, ritorno sui miei passi. Anche se
saremo solo noi…
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