martedì 15 gennaio 2013

Verso la Forca Rossa - 13 gennaio 2013

Era dal 21 ottobre che non calzavo gli scarponi e non partecipavo ad una gita Sat. Ed è vero che mi ero ripromessa di ponderare attentamente le nuove uscite della nuova stagione 2013, non pensando davvero di riprendere già con la prima.
E invece…. Invece sono ripartita, ‘complice’ l’amica Silvana, con la quale avevamo concordato le modalità di partecipazione.
-Camminiamo per un paio di ore o fino a quando saremo stanche- ci eravamo dette –poi possiamo tornare indietro e fermarci in uno o l’altro dei luoghi di ristoro…-  
Ok, così si può fare, avevo pensato.
Così, domenica 13 gennaio, mi sono avviata di mattina presto, sotto un leggero nevischio, verso il luogo di ritrovo, con tutto l’ingombrante bagaglio, zaino, ciaspole, bastoncini, scarponi, più Artva, ma… senza consorte, in questo periodo a forzato riposo. Un lungo trasferimento in pullman fino a passo San Pellegrino, a poca distanza dal quale l’escursione ha avuto inizio.
Anche qui stava nevicando, fiocchi leggeri che volteggiavano in un’atmosfera grigiastra che non permetteva ampie vedute delle montagne circostanti. E i baldi escursionisti Sat, equamente divisi tra scia-alpinisti e appassionati della ciaspola si sono messi in marcia, superando indenni un primo tratto di ghiaccio insidioso, coperto da pochi, ingannevoli centimetri di neve (e qualcuno, ahimè, ‘saggerà’ la durezza del terreno con inatteso volo d’angelo ;-)), scavalcando uno sdrucciolevole steccato metallico, inerpicandosi in un fitto bosco, passando infine accanto a graziose baite coperte di neve.
Una rapida sosta, quindi la marcia è ripresa in un vasto spazio aperto, risalendo, in lunga fila serpeggiante, un erto pendio fino a raggiungere un pianoro, al termine del quale c’è l’ultimo strappo verso la forcella finale della Forca Rossa. Ed è qui che Silvana ed io abbiamo considerato finita la nostra ascesa: un saluto a chi stava davanti ed un veloce dietro-front, ripercorrendo adesso in discesa il tracciato di poco prima.
E ce ne siamo tornate, da sole, verso il fondovalle, fermandoci dapprima all’esterno di una delle baite per un veloce pasto –non faceva molto freddo, per essere il 13 di gennaio- fino a che le mani che hanno cominciato ad intirizzire non ci hanno suggerito di rimetterci in marcia. Così ci siamo dirette al ‘Flora Alpina’, un rustico edificio con grande ristorante, dove abbiamo concluso il ‘pranzo’ con una gustosa fetta di torta ed una calda bevanda, nell’attesa del ritorno degli altri compagni di ciaspola muniti.
Poi il ritorno al pullman, con una piacevole discesa attraverso un grande prato dal dolce pendio, sollevando soffici ‘nuvole’ di neve, fino a giungere alla meta e, una volta tolte le ciaspole, cambiati gli scarponi, sistemati gli zaini, abbiamo atteso il ritorno dei valorosi sciatori nel bar vicino, ‘immersi’ in un’atmosfera amichevole, tra chiacchiere, risate e racconti di esperienze passate.
E, infine, le due ore circa di viaggio di ritorno ed eccoci infine a Trento, stanca ma altamente soddisfatta. Sì, è andato tutto bene, ho camminato il giusto, non ho fatto particolari fatiche e neppure ho incontrato difficoltà nell’affrontare salite e discese, nonostante tutti quei panettonici (e, in genere, dolciari) ‘grammi’ gustati in questo periodo. ;-)
E se Silvana ci sarà anche la prossima domenica, assieme ripercorreremo altre strade, stavolta in terra austriaca, con la stessa formula, vado, cammino finché ne ho voglia, ritorno sui miei passi. Anche se saremo solo noi…
 P.S. Purtroppo la parola scritta non è in grado di descrivere i volti stupefatti di quelle ‘compagne di viaggio’, indefesse escursioniste, nell’apprendere che non andavo in montagna da ottobre e che, oltretutto, non ne avevo affatto sentito la mancanza!!

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