lunedì 31 dicembre 2012

Buon 2013!!

E, un giorno dopo l’altro, siamo giunti anche alla fine di questo bisestile 2012 (‘an bisest, an maldestr’ recita un detto popolare), con un personal-bilancio che possiamo definire positivo. Siamo stati bene in salute, abbiamo goduto di serenità in famiglia, abbiamo trascorso momenti gioiosi con gli amici, abbiamo viaggiato, abbiamo camminato su e giù per sentieri alpestri… insomma sarebbe un delitto lamentarci.
Cosa ci attendiamo, allora, dal 2013 che sta per nascere? Le solite ‘cose’, salute e serenità in primis, un lavoro continuativo per il figlio minore, per la nipote laureata (e, per esteso, per tutti i giovani alla ricerca di un’occupazione stabile), la possibilità di nuove vacanze ‘viaggianti’ e poi e poi..
E lo stesso auguro a ciascuno di voi, con un brindisi pieno di’frizzanti’ bollicine, quindi

BUON 2013!!
 
 

sabato 29 dicembre 2012

Le brave ragazze di una volta...

Mi è tornata alla mente leggendo di quel sacerdote di Lerici che esprime personali idee sugli, ahimè frequenti, omicidi di donne, ad opera di maschi che si sentono padroni della vita altrui.
E’ una banalissima poesiola, di autore (autrice?) ignoto che ‘apriva’ il libro di economia domestica, in dotazione alla scuola media di una volta, quella da me frequentata nei lontanissimi anni tra il 1961 e il 1964.
L’economia domestica era una disciplina riservata solo alle alunne, ovviamente, che si sarebbe poi trasformata, con la riforma della scuola media unificata, in applicazioni tecniche, per lunghi anni rigorosamente divisa tra maschi e femmine, fino a sfociare nell’attuale educazione tecnica, ora unisex.
Due ore settimanali di questa materia, con un’insegnante, donna naturalmente, nel mio caso un’anziana signorina (ma che forse avrà avuto quarant’anni o poco più…), di quelle d’antan, una zitella insomma, per la quale molte di noi (e non mi tiravo certo indietro neppure io) dovevamo essere una vera spina nel fianco. Ne avrei da raccontare, di episodi buffi in cui la povera docente era oggetto di scherzi e battutine… basti ricordare le volte in cui la sollecitavamo a parlare dei suoi gusti gastronomici per sentirla ripetere la parola ‘cuniglio’, che probabilmente era uno dei suoi piatti preferiti. Da fare pena, noi ovviamente, ma a tredici anni, un po’ di stupidèra era concessa anche allora…
Ma torniamo alla poesiola, che la professoressa Irma ci aveva fatto studiare a memoria all’inizio della prima media e ci aveva fatto recitare, una dopo l’altra (31 alunne!!), in piedi accanto al proprio banco e che io ricordo tutt’oggi. Ed ora, ve la ‘regalo’ (non inorridite, per favore!)

Conosco una mamma che ha cinque figliole
e ognuna fa bene le sue faccenduole.
La prima è brunetta, si chiama Teresa
ed ogni mattina va a fare la spesa.
Maria, la seconda, più fragile e bionda,
aiuta mammina a far di cucina.
Nennella,la terza, lavora parecchio
e tiene la casa che pare uno specchio.
C’è poi Maria Rosa, tranquilla, studiosa,
che, quando non studia, lavora di maglia
e sa cento punti, nessuno ne sbaglia!
Madama Cicogna, che ora è in cammino,
farà loro il dono di un bel fratellino.
Annetta, la quinta, non fa che sognarlo
e canta le nenie che dovranno cullarlo.
Assieme alla mamma si affretta a cucire,
per quel fratellino che deve venire,
cuffiette, abitini, le sue camiciole.
Oh, queste sì che son brave figliole!

Tralascio ogni commento a questo testo, degno di un premio Nobel, ma sono convinta che piacerebbe molto al citato sacerdote, fermo, nella sua testa, a quelle cinque brave figliole di oltre cinquant’anni fa…

mercoledì 26 dicembre 2012

Santo Stefano

Siamo sopravissuti. Al pranzo, lungo, appetitoso, ‘speciale’ con la mia famiglia di origine, alla successiva riunione con i parenti del consorte, alle sorprese dello scambio regali, al tempo uggioso, alle risposte ‘augurali’ a sms bene-auguranti, al desiderio impellente di togliere scarpe diventate inspiegabilmente scomode e abiti dalla cintura improvvisamente stretta…
Insomma, anche quest’anno abbiamo superato la prova-Natale e siamo approdati a Santo Stefano ;-) . Una giornata di tutto riposo, dopo la frenesia delle ore precedenti, almeno nelle nostre intenzioni.
Così stamane, dopo una rapida colazione (sì, proprio con una fetta di quel panettone che ieri sera avevo solennemente giurato di non toccare più… ma è così invitante che resistere è davvero ardua impresa), esco di casa accolta da una pioggerella fastidiosa e da una densa foschia che nasconde tutte le montagne circostanti. Niente paura: ombrello-munita mi incammino a passi decisi verso il centro, raggiungo piazza Duomo, percorro le vie del cosiddetto Giro al Sass, risalgo la via Grazioli, mi porto sul lungo Fersina e via di qui, poi giù di là, compio la mia salutare passeggiata. Poco più di un’ora, in una città non ancora ‘attiva’: pochissime persone in giro, quasi tutti con un cane al guinzaglio e scarso traffico, tanto che mi viene alla mente una lontana canzone dell’Equipe 84, Tutta mia la città.
Con questo motivetto canticchiato fra me e me, torno a casa soddisfatta e fiera, giusto in tempo a bere un buon caffè con il consorte che si è appena alzato (dopo la culinar-faticata del 25 e gli ‘anticipi’ del 24, una bella dormita era d’obbligo) e decisa a continuare un più rigoroso regime alimentare.
Ma (e c’è sempre un ma :-( ) non ho fatto i conti con gli impegni ‘sociali’ del pomeriggio: e si può essere scortesi di fronte al panettone che Vittorina ‘apre’ proprio per te e consorte? Almeno una sottile fettina è d’obbligo…
E davanti a quell’elegante piatto di biscottini, così invitanti e di molteplici specie, che Patrizia pone sul tavolino del salotto? Si può resistere? Ahimè no e, assaggia questo e assaggia quello, anche per oggi l’overdose calorica è assicurata.
Per fortuna poi si torna a casa e a quel passato di verdura che ci attende…
E domani, vedremo di essere fermi e saldi nei propositi. Dimenticando i tre panettoni e mezzo, il grande zelten, i due torroni e tutti quei cioccolatini che ci attendono al varco.
Riuscirò a resistere?

lunedì 24 dicembre 2012

Auguri!!

 
BUON NATALE!!

domenica 23 dicembre 2012

E quella volta il cuoco si ammalò....

Come forse i miei dieci lettori sapranno, il grande cerimoniere del pranzo natalizio è il mio diletto consorte, che, consultate le sue gastronomiche Bibbie e navigato su specifici siti web, predispone e quindi cucina una serie di piatti, ogni anno diversi e ogni anno apprezzati da quattordici commensali. Insomma, è oramai una tradizione ritrovarci per un convivio… che non segue la tradizione e per il quale c’è sempre una certa attesa, essendo nota l’abilità in cucina dello chef.
Sempre che l’imprevisto non ci metta lo zampino, come successe quella volta che…
23 dicembre 1998. Le lezioni, a scuola, erano terminate proprio quel giorno ed io stavo assaporando le prime ore di vacanza, tranquilla e contenta di non dovermi preoccupare di tutto quel che concerneva il pranzo natalizio. L’indomani mattina sarei andata dalla parrucchiera, poi mi sarei dedicata alle ultimissime spesucce ‘voluttuarie’ –tanto, alla spesa e al resto avrebbe pensato il consorte- e magari c’era pure il tempo per un caffè con una o l’altra amica…. Ma i miei progetti andarono tutti a carte quarantotto, quando l’amato bene tornò a casa dall’ufficio, stanco, pallido e… febbricitante.
-Son malà- disse –e no so se sarò en grado de far el disnar de Nadal. Te tocherà sostituirme-
-CHI? IO?!!- il mio grido proruppe spontaneo, un misto tra sorpresa e spavento. –EL DISNAR DE NADAL???-
Sì, sostenne il consorte tra un colpo di tosse e l’altro. Sì, sarebbe stato compito mio, compresa la spesa, perché e la cognata Marina e mia sorella sarebbero state al lavoro fino a sera ed io ero la sola ad essere ‘libera’.
-E adesso cerchiamo un menu adatto a te- soggiunse il sofferente.
Già, qualcosa di facile, perché io in cucina non sono proprio una grande esperta. Perciò, via quei ravioli fatti in casa con il ripieno di cappone, via quel roast-beef all’inglese con salsa al vino rosso e men che meno quel filetto in crosta di pane, cancellate le nocette di coda di rospo con pomodori pachino in salsa di lenticchie e scordatevi lo sformato al cioccolato con pera cotta nel vino speziato…
-E se fosse di preparare un biscuit di torrone con salsa al cioccolato caldo?-
-MA SEI MATTO?? Se devo cucinare, ecco il menu: tagliatelle in crosta, che se fa prest… con la pasta sfoglia pronta, poi un vitello tonnato, che se l’ prepara el dì prima e per dolce, el paneton e el pandoro. Stop. Un po’ di insalatina, una verdurina di contorno e basta. E’ anche troppo per me!-
E così fu. Con una vigilia trascorsa… di corsa, con tempi scanditi, ore 7.50 davanti al salone della parrucchiera, per essere tra i primi, ore 9.00 al supermercato, ore 10.00 dal fruttivendolo e poi, nel pomeriggio, sotto lo sguardo preoccupato dell’infermo che si era trascinato fuori dal letto per seguire, consigliare, ammonire, la cottura del vitello tonnato e la preparazione della relativa salsa, e l’antipasto? Non vorrai fare un pranzo di Natale senza antipasto… E allora tira la pasta per un rotolo di verdura (pù fina, la pasta, no così grossa!) e cuoci il ripieno e poi corri di nuovo in centro perché, come spesso accade, mancava ancora qualche ingrediente e dopo cena a casa di mammà, da sola naturalmente e la mattina del 25 un’altra alzataccia e cucina questo e prepara quello…
Quindi, il ‘trasloco’ di pentole, stoviglie, piatti cucinati, piatti da cucinare e tutto quello che era necessario, a casa di mio fratello, dove, alle 13 precise, il rito del pranzo di famiglia poté avere inizio. 13 convitati attorno al grande tavolo, con l’indispensabile ‘aggiunta’ e con la cagnetta Schuma, a ‘fungere’ da quattordicesimo ospite, tanto per sfatare la superstizione. 13 convitati che mangiarono le varie pietanze, senza fare confronti con i menu più originali e curati degli anni precedenti….
Ma ci fu, comunque, una voce impertinente che, al momento di congedarmi, sempre con il mio ambaradam di tegami, stoviglie, ecc. ecc., stavolta ‘imballate’ verso casa, disse ‘e il prossimo anno, sarà meglio fargli fare il vaccino anti-influenzale, al Paolo…’.
Bella riconoscenza!!

giovedì 20 dicembre 2012

L'azalea, ovverosia il rischio del regalo-sorpresa


Era la vigilia di Natale di un anno qualsiasi dell’era pre-euro. Saranno state le 18.30 di una giornata che era stata limpida e fredda e che ora aveva lasciato spazio ad un cielo stellato, senza nessuna speranza, per gli amanti della tradizione, di avere l’indomani un Natale bianco di neve.
Il consorte ed io stavamo tornando verso casa dopo una breve passeggiata per le vie del centro, affollato dei ritardatari dell’ultima ora alla ricerca dell’ultimo regalo da mettere sotto l’albero, quando, giunti all’altezza della chiesa del Santissimo, vedemmo avanzare verso di noi qualcuno che reggeva tra le braccia un enorme vaso di azalea, che gli nascondeva parte del volto.
-Una pianta a due gambe che cammina!- ridacchiammo –Chissà quanto pesa!-
E quando fummo vicini, scoprimmo che il ‘portatore’ era Flavio, un nostro conoscente che abitava lì a due passi.
-Flavio, t’hai comprà la pianta pù granda de tutta la fioreria? E per chi èla? Per la Livia?
Eh sì, l’azalea era proprio per la di lui moglie, Livia, che, ci disse, quell’anno si era messa in mente di volere un regalo. E glielo aveva ripetuto quasi tutti i giorni che voleva un regalo, una ‘sorpresa’ per di più e lui, pover’uomo, non aveva alcuna idea per cui alla fine si era risolto di andare dal fioraio.
-Ho volù la pù granda.. Sperente che la sia contenta, ades…-
Poi ci salutammo, auguri, buon Natale, a tutti voi, alla Livia e alle ragazze, grazie, anche ai vostri figli, ciao, ciao e riprendemmo ciascuno la propria strada.
-Io non sono tanto sicura che la Livia sia contenta di ricevere un’azalea, per quanto maxi, come regalo…- dissi al consorte mentre entravamo nell’atrio del nostro condominio.
-Mah, chissà cosa si aspettava…-confermò lui.

 Non dovetti attendere molto per conoscere l’indice di gradimento ottenuto dall’ornamentale pianta. Sarà stato il 27 o il 28 quando, uscita per la spesa, incontrai Livia che portava a passeggio il cagnolino della figlia minore. Quale migliore occasione per ‘scoprire’ com’era andata?
-NON PAR LAR ME NE!!!- fu l’illuminante risposta –Gliel’avrei data sulla testa, con vaso e tutto, quell’azalea! Io volevo un regalo ‘personale’, qualcosa tutto per me, non una pianta! E pensare che, quando uscivamo insieme, mi fermavo sempre davanti alla vetrina dell’orefice Vecchietti e gli mostravo tutte le cose belle che sono esposte. Una volta, due volte, tre, quattro, cinque volte. Uno dovrebbe capire… Aveva solo da entrare e scegliere un monile o l’altro. E mica pretendevo un brillante! Era una spesa affrontabile senza fare un mutuo! [Flavio, oggi felicemente pensionato, era un professionista con un reddito decisamente buono]

 -Eh, voi, beate donne, con le vostre manie delle sorprese!- commentò il marito quando lo misi al corrente delle ‘novità. –Si corre il rischio di restare delusi! E’ meglio comperarselo da soli, il regalo! O al massimo andare assieme…-

Va bene, caro consorte, ma se voi prestaste un po’ di attenzione anche ai messaggi ‘non verbali’ sarebbe una gran bella cosa!!

domenica 16 dicembre 2012

Di neve, domeniche d'oro e frenesia di acquisti

Ancora una volta il servizio meteo non ha sbagliato. Neve a bassa quota, aveva previsto, nella giornata di venerdì e neve a bassa quota è stata, per la gioia di molti, in primis alcune mie romantiche (e più giovani) cognate che innalzano inni di gioia al Signore ogniqualvolta i bianchi fiocchi volteggiano in cielo (io, mooolto più prosaica, penso sempre ai disagi cittadini post-nevicata…), una neve sottile e continua che ha subito attecchito su tetti, giardini, strade e marciapiedi, lasciando uno strato scivoloso su cui camminare con estrema prudenza.
E venerdì sera era in programma la tradizionale cena dei collaboratori e dei capigita Sat, questa volta organizzata sull’altopiano di Pinè, ad una ventina di km dalla città, che abbiamo raggiunto a bordo di un pullman, noleggiato dalla sezione.
-Chi sarà stato il veggente che ha proposto l’utilizzo del pullman?- mi aveva chiesto al mattino l’amica Rita.
Già, erano stati alcuni partecipanti a caldeggiare l’uso del mezzo ‘pubblico’ al posto delle auto private, proprio nell’ipotesi di decembrine nevicate. Mamma mia, ma cosa vanno a ipotizzare, aveva pensato qualcun altro. Invece, hanno avuto ragione e il comodo pullman gran turismo, anche stavolta condotto con perizia e prudenza dall’autista Orazio, ha condotto i 47 invitati lungo strade innevate, sulle quali i mezzi spazzaneve non erano ancora passati. E, arrivati a Trento quando la mezzanotte era già scoccata, sempre sotto una fitta nevicata abbiamo attraversato a piedi la città, a quell’ora territorio di gioco e di allegri schiamazzi di gruppi di giovani, per i quali la neve sicuramente rappresentava… il vlaore aggiunto.

Quest’oggi, invece, dopo un sabato di pioggia battente (lascio a ciascuno immaginare lo stato di strade e marciapiedi), è ricomparso un timido sole che si è via via fatto largo tra le nubi.
Oggi, terza delle domeniche d’oro pre-natalizie, con negozi aperti in aggiunta al mercatino di Natale di piazza Fiera, ha visto ancora una volta l’assalto di schiere di turisti alla ricerca di regali e buoni affari (?) fuori porta. Un fiume di gente, che scorre continuo lungo la direttrice piazza Duomo-piazza Fiera e che costringe il malcapitato residente, nella fattispecie il consorte ed io, ad un difficoltoso procedere controcorrente. E il colmo è che basta girare l’angolo per trovare poco affollate e negozi visitati solo dai ‘locali’, nei quali facciamo le nostre due-tre spese prima di ri-affrontare la folla per tornarcene a casa.
Nel pomeriggio, infine, sono di corvée al negozio Mandacarù, ‘affrontando’, dalla mia postazione alla cassa, una fila pressoché ininterrotta di acquirenti. In qualche momento, un quasi delirio, tra chi deve pagare, chi chiede la confezione regalo (là, a quel tavolo…), chi domanda dove si trova questo o quello, chi guarda, chi tocca, chi sbuffa, chi ha fretta, chi ti presenta una banconota da 50 euro per un addobbo dal costo di 1,92…
E alle 19.00, ora di chiusura, nel negozio c’era ancora una decina di clienti…

E i miei, di regali?
No, non li ho ancora completati. Mi manca un numero imprecisato di plum-cake da preparare (sarà il lavoro principe del prossimo fine-settimana); i biscotti sono quasi pronti (grazie alla laboriosa collaborazione del consorte :-D ); ho già acquistato una serie di ‘pensierini’ e il problema sarà a chi destinarli in modo ‘adeguato’, perché continuo a decidere e a cambiare idea… (eh sì, sono quasi sicura di avere lontane ascendenze in Danimarca, nei pressi di Elsinore…).
I figli non sono un problema (basta un ‘bonifico’); il consorte, invece, è un vero ‘osso da brodo’. Sarà meglio che si comperi lui, quello che vuole!

sabato 15 dicembre 2012

Domanda

Quante stragi di innocenti ci vorarnno ancora negli Stati Uniti prima che si arrivi ad una legge che limiti la vendita e il possesso delle armi? Io non riesco a proprio a capire…

mercoledì 12 dicembre 2012

Non sono mezzi per vecchi

Non amo molto prendere l’autobus e preferisco andare a piedi tutte le volte che posso; non essendo, poi, Trento una metropoli, l’uso del mezzo pubblico è ‘riservato’ proprio a quando non se ne può fare a meno.
Come questo pomeriggio, allorché abbiamo deciso, il consorte ed io, di raggiungere il grande negozio delle Sorelle R*****, nell’immediata periferia nord e, data la temperatura frizzante e considerato che il tragitto in questione non è l’itinerario adatto per una salutare passeggiata, a meno che non si voglia avere un’overdose di ossido di carbonio, gentile omaggio di centinaia e centinaia di automobili, l’utilizzo del bus diventa una necessita.
Eccoci pertanto a bordo della linea 3, in un’ora ‘decente’ per quanto riguarda l’affollamento: non è la ‘rush hour’ e c’è posto a sufficienza E’ invece, ahimè, la ‘rush hour’ del traffico e le strade in uscita dalla città sono percorse da un’unica colonna, che procede a velocità ridotta con frequenti rallentamenti e brusche frenate. E tu hai il tuo daffare a tenerti stretta agli appositi sostegni, ma ‘barcolli’ ad ogni minimo sobbalzo dell’automezzo e i circa venti minuti del ‘viaggio’ sembrano lunghissimi e non vedi l’ora di arrivare.
Per non parlare del tragitto di ritorno, in alcuni tratti a passo d’uomo e preceduto da un’attesa alla fermata che mi regala un quasi principio di assideramento, durante il quale corro più volte il rischio di abbracciare una signora straniera con fazzolettone in testa o di travolgere la di lei nipotina, fino a che non si libera un provvidenziale sedile su cui mi ritrovo seduta senza rendermene del tutto conto grazie ad un’improvvisa frenata.
E una volta ‘a terra’, osservando l’autobus che riparte verso altre fermate con il suo carico umano, mi vien da concludere, parafrasando il titolo di un celebre film, che questi non sono mezzi per vecchi, meno agili e spesso con minor senso dell’equilibrio.
No, non sono mezzi per ‘vecchi’. E neppure per anziani!

martedì 11 dicembre 2012

Pre-natalizio Girasolian-ritrovo

E il raduno c’è stato. Nell’ospitale casa di Marta, ai piedi del Doss Trento, una dopo l’altra, nella fredda temperatura del tardo pomeriggio, le Girasole si sono ritrovate per un pre-natalizio simposio, ognuna con il suo bravo ‘contributo’ culinario tra le mani.
Giuliana ed io, attraversata a piedi la città e superato il ponte di San Lorenzo, siamo le prime a giungere alla meta, insieme a Loretta, ‘incrociata’ proprio sul cancello della casa ‘padronale’, poi, mentre già gustiamo il tepore del salotto, ecco le voci argentine di Anna e di Renata, quindi via via tutte le altre che prendono posto.
Marta, da perfetta padrona di casa qual è, ha preparato un ambiente caldo e accogliente: la tavola ben apparecchiata, candele accese e simboli natalizi, vivaci e colorati che ‘accompagnano’ l’albero di Natale, alto e addobbato in modo originale che troneggia in un angolo. E adesso ciascuna di noi ‘allarga’ sul tavolo le proprie ‘produzioni’: là i biscottini e la ciambella di Anna, qui la torta di mele di Silvana, con accanto lo stollen di Loretta e il mio piccolo plum-cake e poi la treccia mochena di Graziella e le tartine di Giuliana e la torta salata di Renata. Per non parlare del panettone di Paola e delle bottiglie di spumante (eh sì, le bollicine sono sempre ‘amate’)… e poi, sul basso tavolino davanti al divano, vicini alla corona dell’Avvento e ad una ciotola piena di invitanti cioccolatini, c’è un vassoio ‘luccicante’: sì, avete indovinato, sono i dodici muffins all’arancia, preparati con le mie ‘mani sante’, nei loro sacchettini di cellophane con tanto di ‘boccina’ colorata e nastro d’ordinanza.
E ora si può dare il via alla ‘degustazione’: una tartina, una fetta di torta salata, poi un biscotto e un assaggio di questo e uno di quello, per non fare torto a nessuno, in un’atmosfera di allegra partecipazione e di voci ridenti, che talora si sovrappongono, si incrociano, si chiamano.
Ma ecco Renata che trae dalla capiente borsa un fascio di fogli sparsi, mentre Paola toglie dalla custodia la sua chitarra folk: è il momento dei canti natalizi!!
-Amiche- sollecita la Socia fondatrice -ricordate, vero, che dobbiamo cantare carole e inni tipici della tradizione!-
-Dobbiamo proprio?- domanda qualcuna.
Sì, dobbiamo. Solo che le Girasole non sono il corrispettivo femminile del celebre coro della Sat e la coral-performance si risolve in un happening musicale con ‘coretti’ a due, a tre in una rivisitazione personale di celebri canti, da Stille Nacht a Jingle Bell a White Christmas, passando per Adeste fideles, laeti triumphantes…
(per fortuna la casa di Marta sorge ‘solitaria, con vicini non a portata di voce…).
Poi, dopo la foto di rito, che costringe il marito di Marta a qualche ‘contorcimento’ per riuscire ad inquadrarci tutte, la serata si conclude e le ‘giovinette’ si allontanano garrule e ridenti nella notte invernale, portando tra le mani i doni ‘personali’, il natalizio-muffin e un vasetto di gelatina di ribes, preparata dalla padrona di casa in persona, ma non senza essersi scambiate baci e abbracci e non senza essersi date appuntamento per la prossima primavera, quando ci sarà da festeggiare il 60° compleanno delle due più giovani del gruppo.
E Giuliana ed io, rifiutando fieramente ogni offerta di passaggio in auto, ce ne torniamo verso il centro, camminando a passi talmente spediti da non avvertire neppure il freddo notturno, in un tardivo (e coccodrillesco) tentativo di arginare i danni dell’overdose dolciaria…



 
 

domenica 9 dicembre 2012

Quant'è bella la mia città...

Quest'oggi ero libera da impegni di 'volonteroso volontariato' (avevo già 'dato' ieri mattina, in una tre ore di servizio nella frenetica frequentazione del negozio da parte di turisti e residenti...), quindi ho potuto dedicarmi ad altre 'amene' attività.
E allora, via con la preparazione dei dolcetti da portare alla Girasol-convention di domani pomeriggio, una teglia di muffin all'arancia che poi incarterò, uno per uno, dolci omaggi per le gentil donzelle, quindi, dopo un inutile tentativo di tirar fuori casa il consorte, che preferisce un 'sano' ozio casalingo, prendo la mia decisione: me ne andrò da sola a fare quattro passi. E' una giornata di pieno sole, con cielo azzurro e limpido ed è un vero peccato starsene chiusi in casa. Il pranzo (frugale, in questi giorni senza impegni 'gastronomici' esterni) è pressoché pronto, la casa è pressoché in ordine, i compiti d'inglese sono fatti, quindi non c'è nulla che mi trattenga...
Così, ben bardata contro la 'fresca' temperatura dicembrina (=abbigliamento da montagna, compreso di copricapo di patagonica provenienza), occhiali da sole e l'I-pod dell'amato bene sintonizzato sulla discografia dei Beatles (un po' di revival non fa mai male), mi avvio quando mancano pochi minuti alle 11.
Dove andare? Escluso il centro città, quest'oggi, tra l'altro, occupato dalle bancarelle della tradizionale fiera di Santa Lucia, che come ogni anno si svolge in anticipo e a rischio di incontri e relative soste, mi dirigo verso il ponte dei Cavalleggeri, viale Verona e la periferia sud. Accompagnata da celebri e 'vecchie' melodie, cammino a passo veloce, percorrendo strade poco frequentate e allungando il percorso di rientro fino al palazzetto dello Sport e ai campi di tennis dell'Ata Battisti.
E' un vero piacere camminare godendo del sole della tarda mattinata, che mi sembra quasi tiepido ed è un altrettanto piacere osservare l'ambiente attorno. Le montagne che si stagliano nette nell'azzurro del cielo, il Bondone e la Paganella con le sommità innevate e ancora il Calisio e il Celva ad est, poi la Marzola con i suoi boschi e, bianca di neve scintillante, la Vigolana.
Che bei panorami! In questa vastità non 'stonano' neppure i caseggiati cittadini, non sempre ben armonizzati fra loro e nemmeno le vecchie caserme militari al di là del torrente Fersina, dalle acque 'rombanti'.
Quant'è bella Trento! E come ci si vive bene! Una città a misura d'uomo, dove si può andare tranquillamente a piedi da un capo all'altro e dove basta poco per trovarsi fuori dai rumori e dal traffico. Queste 'riflessioni' nascono spontanee e poi mi viene da sorridere, ricordando come, tanti anni fa, quand'ero molto giovane, la mia città mi sembrasse un luogo soffocante dal quale mi auguravo di andarmene...
Eh sì, sono proprio 'cresciuta'!!!

venerdì 7 dicembre 2012

Le 'tappe' conviviali dell'Avvento

Tra i vari impegni pre-natalizi ai quali non si può proprio sfuggire, ci sono gli incontri conviviali. A piccolo gruppo, ad ampio raggio, pomeridiani, serali, in casa, al ristorante, ce n’è per tutti i gusti e per tutti i menu, di solito accomunati da un’overdose calorica, giusto preludio alle abbuffate delle festività.
E anche noi non scherziamo. Con dicembre è cominciato il nostro periodo gastronomico dell’Avvento, una cena a casa di amici il sabato 1, una riunione familiare il 2 e via discorrendo fino a giungere al fatidico giorno del 25.
Martedì 4, ad esempio, c’è stata la cena con i colleghi, i pensionati del ‘virtuoso ritrovo’ del martedì mattina e quelli ancora in attività… forzata, grazie all’ultima riforma pensionistica, un appuntamento ormai classico, la cui organizzazione è lasciata in toto a noi, diversamente lavoratori.
-Fate voi, che avete tempo…- ci è stato detto.
E allora, agende alla mano, carta e penna, ci siamo messi all’opera.
Quando, chi e dove.
Non troppo vicini a Natale, non il mercoledì ché ho le prove del coro, neppure il giovedì e il venerdì, di sabato e domenica non se ne parla, quindi, che ne dite di martedì 4?
Occhei, il primo punto è fatto e adesso, chi? Beh, i soliti, noi, più la Elena e la Gianna e il Flavio e il Giorgio e i ‘lavoratori’, le Marie e la Mimma, la Chiara e l’Enzo… E Gerry? Ma sì, invitiamo anche lui..
E dove andiamo? Cerchiamo un luogo adeguato, tranquillo e senza confusione, no come la pizzeria dove siamo stati l’anno scorso e men che meno quella dell’altr’anno, una vera Babele…
-Potete venire a casa mia… Nella stube ci si sta anche in venti-
L’invito di Sandro sembra l’ideale.
E per la cena? Facciamo che ciascuno porta qualcosa… La Carmen farà il gateau di patate, che l’ pias sempre a tuti e la Daniela, la torta de scarola. Poi ci saranno lo strudel della Gianna e la Sacher della Elena…
No, è troppo complicato questo sistema… Andiamo sì a casa del Sandro, ma per la cena ordiniamo tutto ad un catering e poi dividiamo… Però, tutti a casa del Sandro, quanto lavoro per lui… E per la so sposa..
E se andassimo al ristorante? Ma no l’è ‘n problema se vegnì a me casa… No, Sandro, no volen darte tut sto lavoro… Ma al ristorante, dove? Qua in città? Fuori Trento? E se nevica quel giorno?
Insomma, una discussione che non avrebbe sfigurato in una trattativa diplomatica e che si conclude con una decisione presa… per sfinimento degli astanti: andremo a Caldonazzo, 20 km circa dalla città, nel ristorante XYZ.
Così ci ritroviamo, alle 19 di una sera fredda fredda, proprio all’angolo della nostra ‘vecchia’ scuola e di lì ci spostiamo al ristorante.

Diciassette ‘giovinetti’, di cui dodici ‘diversamente lavoratori’ che rappresentano tutte le discipline scolastiche: lettere, matematica, lingue straniere e poi le educazioni, fisica, artistica, tecnica e finanche il sostegno.
Manca sol en ‘musico’ e la religion e dopo ghe sen tuti… Poderen far en consiglio de classe…
Ed è una serata allegra e ‘calda’, all’insegna dell’amicizia, nella quale ciò che più importa è lo stare assieme, al di là del cibo (che ha sempre la sua importanza, ovviamente) e il condividere ricordi, progetti, interessi. Una serata con tante risate e che si conclude con un l’impegno a ritrovarsi per un’altra, lieta occasione.
Lunedì, invece, nel tardo pomeriggio mi attenderà il pre-natalizio incontro con le Girasole, a casa di Marta, dove mi presenterò con un dolcetto per ogni signora, ben confezionato, con nastro e gingillo natalizio in tinta. Ma il problema riguarderà che cosa portare da consumare in loco, all together: dopo la ‘triste’ esperienza della passata primavera, quando il mio impegno dolciario era caduto nella (quasi) totale indifferenza, mi verrebbe voglia di andar lì con un mazzetto di rapanelli… Quelli, poco calorici sono! ;-)

lunedì 3 dicembre 2012

Preparativi

Quest'anno voglio fare le cose per bene, senza arrivare alla vigilia con l'affanno, l'ansia e la scoperta di aver dimenticato qualcosa o qualcuno. Sì, sto parlando dei preparativi per il Natale, che, come ha sottolineato oggi la mia english teacher, è oramai 'around the corner', dietro l'angolo, insomma.
E se tutto è pronto (invero già da settimane) nelle vie e nei negozi, nei mercatini tipici, spuntati come funghi un po' dappertutto e perfino nel 'mio' negozio equo-solidale, sarà il caso che cominci anch'io a raccogliere le idee e a 'pianificare' i giorni a venire.
Così stamattina ho preso notes e penna e ho cominciato ad elencare i 'destinatari' delle mie produzioni dolciare: a questi il plum-cake, a quelli i biscotti, in una lista che di anno in anno mi pare diventare più lunga.
Il problema sarà trovare il tempo necessario alla 'ricerca' di ricette vecchie e nuove e all'impastare, spianare, 'tagliare', infornare, raffreddare, inscatolare, in un turbinio di farina, zucchero, uova, burro, vaniglia e di tutto e di più nello spazio ridotto della cucina di casa. E nello stesso tempo ascoltare con compunzione i consigli dell'esperto di famiglia, che sicuramente avrà da dire la sua (spero anche che sia così generoso da cimentarsi in qualche produzione...).
Quest'anno, fino ad ora, ho resistito alla tentazione di acquistare nuovi stampini per biscotti, accontentandomi dell'ampia dotazione di cui dispongo (tanto più che sono sempre quei quattro-cinque ad essere usati); mi sono invece sbizzarrita nel cercare graziosi oggettini in tema natalizio da usare come 'abbellimento' di sacchetti cellofanati, pacchetti e pacchettini, in uno slancio di creatività... personale.
E ho pure deciso di rinunciare all'albero di Natale: non ho voglia di tirar fuori tutto l'ambaradam... di una vita, bocce e boccine, decorazioni e gingilli vari, raccolti con amore anno dopo anno. Ho intenzione di sostituirlo con qualche 'rameggio' selvatico, raccolto in uno dei boschi alla periferia della città e 'dipinto' d'oro o d'argento, sul quale appendere piccoli simboli natalizi, che farà bella mostra di sé sul tavolino del soggiorno, accanto ai miei piccoli presepi, di rigorosa provenienza... Mandacarù. Sarà sicuramente bellissimo.
 

venerdì 30 novembre 2012

El capùss

Ieri sera tardi, a casa nostra.
Lidia, Ada e Angela, compagne di escursioni e amanti di viaggi avventurosi, hanno appena finito di vedere le circa cinquecento fotografie (500!!) del nostro passato viaggio in Patagonia, più quelle scattate a Buenos Aires, più una (breve) parte del filmato di Ugo ed io, con slancio generoso, mostro loro le cronache relative, ordinatamente scritte sul blog.
I commenti positivi e i complimenti per il mio 'blog-luogo' si susseguono, quando...
-Ma coss'ela quela roba lì???- la voce del consorte è carica di interrogativi, mentre egli indica qualcosa sullo schermo.
-Quale 'roba lì'?- domando a mia volta.
-Quela lì...-
-Ah- finalmente capisco -quel lì l'è el me avatar..-
-El so che l'è l'avatar... Ma cossa èlo? En capuss??!! (=un cavolo cappuccio)
-Ma Paolo, en capuss!! Ma no vedet che l'è un'ortensia!!-
-El sarà anca n'ortensia, ma a mi la me par en capuss!!-
E voi ditemi se non si può non amare un consorte così... faceto!! Se non ci fosse, per trovarne uno simile dovrei recarmi in val Gardena... forse me lo costruirebbero di legno, a sua immagine e somiglianza!

mercoledì 28 novembre 2012

La signora Egle

La signora Egle ed io ci conosciamo dal lontano 1981, quando, allora incinta del secondo figlio, l'avevo incontrata a casa di Giovanna, dov'ero stata invitata per una di quelle 'micidiali' riunioni casalinghe, comunemente chiamate 'dimostrazioni', in cui si vendono prodotti di vario genere ad amiche e conoscenti.
Egle era appunto la 'dimostratrice': preparata e con fare amichevole, presentò tutta una serie di prodotti per la pulizia della casa, dei quali avevo fino ad allora ignorato l'esistenza e dei quali, ci spiegò, non si poteva proprio fare a meno. E fu talmente abile e persuasiva, che alla fine della serata accettai di invitarla a casa mia, qualche mese più tardi, per una nuova 'dimostrazione', con nuove, possibili clienti.
Così radunai forse quattro 'pellegrine', che non potevano rifiutarsi, mia mamma, mia suocera, l'amica Vittorina, la stessa Giovanna e la riunione avvenne. Quella volta, un anno dopo, un anno dopo ancora e via via, anno dopo anno, Egle divenne una presenza (quasi) costante nella nostra vita familiare.
La signora Stan****, come la chiamavano i miei figli, compariva, il giorno stabilito (dopo lunghi conciliaboli e accurato studio delle rispettive agende), con i suoi borsoni ricolmi di prodotti, stendeva la sua tovaglia verde scuro sul tavolo del soggiorno, sulla quale disponeva ordinatamente flaconi e flaconcini, pagliette e spugnette, spray e creme, oltre ad oggetti vari, fra cui avrei scelto il 'regalo' alla fine della riunione e, quando le 'invitate' erano al completo, la dimostrazione aveva inizio.
E, un appuntamento dopo l'altro, con la presenza costante di Vittorina e di mia suocera (mia madre, dopo qualche anno dette forfait), poi di Annamaria, che meriterebbero una Stanh**** benemerenza, siamo giunti a quello del 2012.
Egle ha telefonato qualche settimana fa e abbiamo concordato per venerdì pomeriggio, dopodomani; io ho chiamato le tre fedelissime, alle quali si è aggiunta la cognata Marina, quindi preparerò un casalingo dolce 'ospitale' da offrire con un caffè o una bibita, riordinerò velocemente il soggiorno... e l'evento potrà svolgersi, come da rituale.
Probabilmente anche stavolta mi lascerò allettare da qualche 'pulitore' speciale o da qualche 'attrezzo' specifico, che rimarrà poi ad invecchiare sugli scaffali del ripostiglio, come successo ad una avveniristica 'freccia' per pulire i vetri, talmente moderna e 'unica' che non l'ho mai usata :-(.
-Ma cossa l'hat comprada a far?- mi ha chiesto un giorno, perplesso, il consorte -se i vedri no te i neti mai...-
-L'ho comprada per ti, amore...- gli ho risposto -perché te sei pù bravo de mi..-
Un 'regalo' poco apprezzato, alla fine.
Chissà quale 'marchingegno' presenterà, stavolta, la Egle!!

domenica 25 novembre 2012

Di oggi, di ieri e di ieri l'altro ancora

E siamo di nuovo a domenica, la seconda 'senza montagna Sat', che mi vedrà impegnata per diverse ore del pomeriggio al seggio delle primarie ('ma se ghe mete così tant a votar?' mi ha chiesto un'anziana conoscente, che non aveva capito 'l'entità' del mio ruolo), precisamente all'ufficio elettorale della 'mia' circoscrizione, laddove, cioè, si devono iscrivere i votanti prima di accedere alle urne.
Mia compagna di fatica sarà Gabriella, anch'ella ex insegnante e pressapoco mia coetanea, con la quale 'gestisco' operosamente la bancarella dello scambio-libri nelle varie feste 'popolari' (tre all'anno, che non temiate per la mia salute, eheheh!). Il nostro 'abbinamento' e in aggiunta l'operosa presenza al seggio nientemeno che del Presidentissimo Sat, l'amico Paolo F., cognato della suddetta Gabriella, hanno procurato (e lo stanno ancora procurando) qualche patema d'animo nella giovane Clara, figlia e nipote dei due, nonché mia ex alunna.
-Oddio, voi tre, chissà che confusion! Di persone svelte, abbiamo bisogno!!- ha detto la 'villanella' alla genitrice.
-Varda ti, bocéta (=ragazzina), che noi saren veciòti, ma ancora en gamba!- le ho mandato a dire (ma sarà il caso di 'star su co le rece', vale a dire ben attenti nell'espletamento delle nostre mansioni per non dar adito a critiche salaci...). Vi saprò dire.

 
La settimana appena conclusa, invece, ci ha visti impegnati in una tre serate culturali (in senso lato) a tutto tondo. Abbiamo cominciato, lo scorso martedì, il consorte ed io con la visione del film 'Bella addormentata' di Bellocchio, che avevo 'perso' la scorsa primavera. E ci tenevo davvero a vederlo che ho sfidato la stanchezza del dopo Mandacarù, per rivestirmi (sì, ero già in abiti... da casa) e uscire nella tarda serata verso il cinema Vittoria.
-Spero de non endormenzarme- ho detto a Paolo mentre percorrevamo a grandi passi le vie quasi deserte del centro.
-Te sarai en tema con el titolo- mi ha risposto, sempre faceto, l'amato bene.
E invece non sono stata io la 'Bella addormentata' della serata. Oddio, qualche brevissimo 'mancamento' c'è anche stato, lo confesso, ma la vera 'Bella addormentata' è stata la signora comodamente seduta tre file dietro la nostra, in perfetta solitudine (nella grande sala a piano terra c'erano forse dieci persone), che non si è riscossa neppure al riaccendersi delle luci.
-Ma, dormirala o sarà morta?- ci siamo domandati. No, niente di tragico, solo una botta di sonno. Menomale.
Mercoledì, invece, il consueto appuntamento con l'orchestra Haydn, che ha suonato, tra l'altro, la quarta sinfonia di Schumann, che a me piace moltissimo e che avevo, più volte, precedentemente ascoltato.
-Ancora quela musica lì? Ma no set stufa?- scuoteva la testa il consorte ogniqualvolta 'partiva' il cd -Fra en po' te la sai a memoria..'
E allora? E allora me la riascolterò ancora e ancora, perché... la me pias.
Giovedì, infine, a conclusione del triduo, una trasferta fino a Vicenza per un concerto del complesso canadese Cowboys Junkers, del quale fino a quel momento avevo del tutto ignorato l'esistenza.
-Ma come fat a no conoscerli??- si 'sconvolgeva' il Presidentissimo Paolo F.
E altrettanto stupito mi guardava il suo amico Paolo, detto Paolone, che possiede l'intera discografia del gruppo e che ha seguito tutto il concerto con la partecipazione del vero fan. No, non li conoscevamo né io, né, last but not least, il terzo Paolo della serata, vale a dire il consorte (buffo, su cinque trentini in trasferta...tre Paoli!), ma abbiamo comunque apprezzato e ce ne siamo tornati nella notte novembrina con il nostro bravo CD nella borsa, una raccolta quattro+uno che andrà a far compagnia a quelli di Steve Wynn e di Mary Gauthier, gli ex-ignoti artisti che abbiamo conosciuto (e apprezzato) grazie ai 'suggerimenti' dei più esperti amici patagonici.
Eh sì, grazie, putèi. Se no ghe fusse voi... chissà dove saremmo rimasti, musicalmente parlando. A Claudio Villa?

sabato 24 novembre 2012

Eheheh, che sollievo!!

L’aver appreso che, dopo una recente sentenza della Cassazione, sarà permesso alle bambine italiane di essere chiamate Andrea, mi ha tolto un grosso peso dal cuore, ridandomi il sonno perso nel pensare (e ripensare) a questo annoso problema.
L’unico rammarico è l’aver oramai perso tutti i treni per poter avere un’altra creatura, stavolta femmina a cui imporre questo nome…
Pazienza, vorrà dire che lo suggerirò ai miei figli, caso mai un giorno o l’altro dovessi diventare nonna… ;-)

mercoledì 21 novembre 2012

Clarissa


Quando me la sono vista venire incontro sorridente, in quell’ora del pomeriggio in cui la luce cede il posto alle prime ombre della sera, sono rimasta un attimo perplessa.
Clarissa? Sì, può essere lei, anzi, è lei, un’alunna dell’ultima classe in cui avevo insegnato. Ma che cosa ci fa con quella carrozzina blu da neonato? Un bambino? Un rapidissimo conto, mentre ormai siamo quasi di fronte una all’altra. 18 anni. Solo 18 anni…
Clarissa! Da quanto non ci incontravamo! Sei diventata… mamma?
Sì, è diventata mamma di Stefano, tre mesi appena, che mi mostra con giustificato orgoglio materno, uno scricciolino che dorme ben coperto da caldo piumone e sì, per quest’anno ha lasciato la scuola e sì, vive con i suoi genitori, perché ‘non c’è un papà’, presente almeno e sì, è contenta e ‘come non posso non esserlo, con lui’, conclude, indicandomi il piccolino.
E a quel punto la saluto, con un abbraccio da vecchia madre e, mentre la guardo allontanarsi fiera, con la sua creatura, non posso che augurarle tutto il bene del mondo.
Auguri, Clarissa, giovanissima mamma, probabilmente inconsapevole di quante responsabilità ti dovrai fare carico d’ora in avanti, auguri a te e al tuo bambino, con l’auspicio che il vostro futuro sia sereno e pieno di momenti felici.
E un pensiero speciale ai tuoi genitori, ora giovani nonni, con tutti i loro ‘pensieri’ e che ricorderanno con un pizzico di nostalgia i tempi in cui la più grande preoccupazione erano le ‘dimenticanze’ scolastiche della ragazzina Clarissa…

domenica 18 novembre 2012

Le Girasole in gita

Le proverbiali sette camicie aveva dovuto sudare la ‘povera’ Renata, socia fondatrice del gruppo ‘Le Girasole’, per concordare una giornata in cui ritrovarci tutte assieme per una passeggiata fuori porta. Neppure fossimo donne in carriera, ministre o manager super-impegnate con un’agenda di appuntamenti completa da qui al 2016, invece di distinte (e giovanili) pensionate (solo due sono ancora ‘attive’) era stata un’impresa ardua ‘scovare’ questo 18 novembre e non meno arduo era stato concordare un itinerario, alla portata di ognuna.
-Penseghe ti, Mariella- mi aveva detto la Fondatrice -ormai te sei la nossa [unica?] capogita..-
Così, ‘fiera’ di cotanta fiducia, avevo passato in rassegna decine e decine di percorsi, semplici, più che semplici, un pochino più impegnativi, ma uno era troppo distante, un altro non offriva punti di ristoro, un terzo presentava una salita più accentuata, finché…
Eureka!! Vi porterò a Merano, lungo la comoda e panoramica passeggiata Tappainer, magari fino a Castel Tirolo, oppure saliremo al lago di Varna, a due passi da Bressanone, con visita all’abbazia di Novacella. A te, Renata, la scelta definitiva!
Merano! aveva concluso, sfinita e sollevata, la super-Girasola. Speriamo solo nei favori del tempo…
E stamattina, sotto un cielo appena appena velato, ci siamo incontrate, nove ‘fanciulle’ garrule e gioiose, pronte a trascorrere una giornata… al femminile, lontane da mariti, figli, nipoti e quotidiane incombenze. Un veloce trasferimento nella città del Passirio, la ricerca di un parcheggio, un buon caffè in un bar del centro e finalmente, quando sono quasi le 11, siamo pronte alla partenza.
A gruppo un po’ disordinato, tre davanti, due già distanziate dopo cinquanta metri, quattro ‘fluttuanti’, percorriamo la comoda passeggiata con qualche sosta ‘contemplativa’ (la conca meranese che ammiriamo dall’alto merita qualche sguardo attento), qualcun’altra per le classiche foto di gruppo, più quelle, indispensabili, ad ogni bivio per non ‘perderne’ alcuna (il rischio è sempre forte!), raggiungendo, alla periferia di Dorf-Tirolo un provvidenziale ristorante in cui consumare un meritato pranzo… sociale.
Si sono fatte, intanto, le 13.30 e quel certo languorino si fa sentire…
-Potremmo mangiare all’esterno. Guardate che bel sole…- la proposta di Marta incontra l’unanime dissenso ed è così che, comodamente seduti in una luminosa sala da pranzo, passiamo a gustare locali specialità, knodel di varia fattura e a seguire, le più golose, semifreddi alla castagna e krapfen con ripieni particolari, concludendo il tutto con un fumante caffè… all’italiana.
Sono le 15.30 quando ci rimettiamo in cammino: nell’aria più frizzane del pomeriggio, ci attendono circa due ore di strada con qualche ripida discesa, che ci conduce direttamente nel centro di Merano, proprio dietro il Duomo.
-Soddisfatte?- chiedo alle (sempre) festanti compagne di gita.
Bellissima! La più bella escursione che abbiamo mai fatto! Una scoperta, questo itinerario! Voglio rifarlo al più presto…
I giudizi positivi sono unanimi e in quest’atmosfera gioiosa, mentre su Merano sono ormai scese le ombre della sera, andiamo alla ricerca di una bella pasticceria per il caffè della staffa, prima di riprendere le auto e la via di casa. Ma, ahimè, ‘quella’, conosciuta, golosa e piena di allettanti tentazioni è chiusa per turno di riposo… Pazienza, ci accontentiamo di un altro locale e, dopo le ultime chiacchiere, affastellate di programmi (molte delle Girasole sono donne infaticabili e piene di risorse e di efficienza -in confronto a loro io sono una dilettante), per un futuro di visite culturali, nordic-walking quasi quotidiano, tuffi in piscina, viaggetti pre-natalizi e/o post-natalizi, ecc.ecc., ci salutiamo calorosamente. Arrivederci, ragazze. E’ ora di ritornare a casa. Ci vedremo il 10 dicembre per gli auguri (anticipati) di Natale, con dolci, calde bevande e canti natalizi (se te i canti ti, Renata…).
Ma sarà certa, quella data? O la cambieremo perlomeno tre volte ancora? Ah, saperlo…

sabato 17 novembre 2012

Per stare bene

E come spesso succede, ad una domenica piovosa e nebbiosa è seguita una settimana ‘speciale’: giornate soleggiate, cielo sereno, temperature tiepide, perlomeno nelle ore centrali del giorno, che sarebbe stato un vero delitto rimanere in casa. No, niente montagna, come avevo già ‘dichiarato’ (ho resistito alle lusinghe del presidente Sat che voleva condurmi lungo impervi sentieri del Lagorai, in compagnia di due ‘disperati’ coetanei e pensionati), ma semplici passeggiate sulla collina di Trento o verso la periferia sud, tanto per mettere in pratica i saggi consigli letti sulle pagine di Repubblica o ‘trovati’ in bella mostra sulla porta dell’ambulatorio del medico di famiglia, che invitano a salutari camminate, ancor meglio se quotidiane.
Camminare fa bene, è alla portata di tutti e non richiede né una preparazione specifica né costose attrezzature. Verissimo e se poi sei in compagnia di persone amiche, si possono anche intrattenere piacevoli conversazioni… Frequenti momenti silenziosi sono invece prerogativa delle passeggiate con il consorte, anche se non posso paragonare il mio a quello dell’ex collega Elsa, che, in procinto di partire con l’amato bene per una vacanza in terre extraeuropee, temeva l’atrofia… delle corde vocali (‘corro el rischio de tornar de ritorno con le corde vocali atrofizzade’)…
A questa moderata attività… pedestre, da qualche giorno sto ‘abbinando’ una riduzione calorica (= dolci soprattutto), decisione obbligata dopo lo choc provato domenica scorsa, al momento di scegliere l’adeguato abbigliamento per la castagnata, nello scoprire che diverse gonne… si erano improvvisamente ristrette. E proprio quelle che giusto un anno fa avevo fatto stringere dalla sarta! Qui ci vuole qualche rinuncia, mi sono detta, anche in vista degli stravizi natalizi che attendono dietro l’angolo.
Così, via tutti i dolciumi, un po’ di attenzione ai condimenti e al consumo di formaggi, niente (o limitati) carboidrati alla sera e già al quinto giorno di ‘regime’ qualche (piccolo) risultato si è visto. Ma c’è ancora un po’ di strada da percorrere, se non voglio cambiare il guardaroba (e non sarebbe certo il caso…)

Passando a temi più seri, sono rimasta colpita dalle immagini dei disordini scoppiati in varie città durante le manifestazioni in occasione dello sciopero dell’altro giorno. Se poi aggiungiamo la situazione di (quasi) guerra tra Israele e Gaza, lo scoramento è totale.
E per concludere, leggo che dopo (o con) Silvio potrebbe esserci Marina… La misura è colma.

lunedì 12 novembre 2012

E' finita la stagione!



Domenica 11 novembre.
Finisce anche quest’anno la stagione delle gite, con pranzo e castagnata, più musica dal vivo, estrazione lotteria, ricchi premi e cotillon; manca solo la fascia d’oro per la Miss (saggia decisione per non correre il rischio di scatenare guerre fratricide tra le ‘bellezze’ della sezione).
E, come da qualche settimana a questa parte, anche questo giorno festivo si presenta sotto le perfette spoglie del maltempo, con pioggia torrenziale e nebbia ‘a centimetro zero’, fenomeni che, tuttavia, non impediscono a diciannove temerari di partire alle 7.30, con abbigliamento da montagna e ampio ombrello appresso (più vestito ‘da cerimonia’ da indossare una volta alla meta) alla volta del lago di Tenno, da dove si incammineranno verso il paese di Fiavè, luogo in cui si terranno i festeggiamenti.
Naturalmente noi, il consorte ed io, non facciamo parte di questa prima ‘schiera’ e raggiungiamo Fiavè nella tarda mattinata con il pullman delle 10.30, già con l’abito della festa e la capace tortiera con il dolce d’ordinanza, come ormai da tradizione (è infatti compito di zelanti socie/i preparare le torte per la merenda..). Sempre accompagnati dall’incessante precipitazione, non ci rimane che trascorrere il tempo precedente il pranzo, impegnati in amichevoli conversazioni accanto alle calde stufe ad olle del bar annesso al ristorante prescelto, in attesa del ritorno degli indomiti guerrieri. I quali giungono… in pullman, avendo avuto, il capogita, l’accortezza di modificare radicalmente il programma: nessuna romantica (?) camminata sotto la pioggia, ma un bagno di arte e storia trentina, con la visita a Castel Stenico. Niente pioggia, perciò, ma un’adeguata dose di freddo e umidità ‘regalata’ dalle vaste sale con ampi finestroni aperti (ne ho ancora vivido ricordo dall’ultima visita là effettuata).
E adesso la festa può cominciare: l’aperitivo, poi il pranzo, che, come spesso accade in simili occasioni, tende a prolungarsi, indi l’arrivo del musicista e l’inizio dei primi balli, con già numerosi soci pronti a lanciarsi in danze sfrenate… di ogni ‘tipologia’. Molti, comunque, sono anche quelli che ‘osservano’ o si dedicano a tranquilli conciliaboli a questo o a quel tavolo, mangiando le caldarroste e accompagnandole con qualche bel sorso di vino rosso per non rimanere… ingozzati (o, per usare un trentinismo ‘enpaitadi’).
Giunge poi il momento clou della consueta lotteria: sul fondo della sala da pranzo sono esposti i premi, ovviamente articoli da montagna, zaini, imbrachi, guanti da roccia, thermos, borracce, bastoncini…, più, ‘pezzi forti’ di quest’anno, una ventina di volumetti, scritti da un nostro socio, su diverse (sue) esperienze… pedestri, che garantiranno momenti di appassionata lettura, oltre alla dedica personale con bacio in aggiunta alle ‘fortunate’ socie che avessero a vincerne una copia. Una ‘gentilezza’ riservata solo alle signore….
Nel silenzio generale, tre fratellini (i più giovani ) procedono all’estrazione dei biglietti per la soddisfazione dei vincitori, che possono scegliere tra gli articoli presenti –un regalo a costo zero (ciascun partecipante alla castagnata riceve un biglietto omaggio, compresa la piccola Virginia di neppure dieci mesi) è sempre gradito. E allora viene un po’ da sorridere di fronte alla delusione ‘pubblica’ di una compagna di escursione che non ‘trova più’ l’oggetto desiderato…
Poco prima delle 19 i due pullman riprendono la strada verso la città con il loro ‘carico’ festante e, giunti al consueto parcheggio, è tutto un salutarsi affettuosamente, in attesa di ritrovarci per la nuova stagione.
E in questo ‘interregno’ che cosa faranno, alla domenica, i baldi camminatori della Sat? Risposta facilissima: la maggior parte continuerà a salire per erti sentieri, a scendere ripidi declivi, ancor meglio se con gli sci (o le ciaspole ai piedi), con l’unica eccezione del giorno di Natale e, forse forse, della domenica 23 dicembre, se proprio sarà necessario…
E la sottoscritta? Ah, lei si dedicherà a tutt’altro, in una specie di ‘decantazione’ dalla montagna. L’attendono una passeggiata (tranquilla tranquilla) con le Girasole, una domenica al seggio delle primarie, un compleanno da festeggiare e tanto volontariato alla bottega del Mandacarù nelle ‘calde’ giornate pre-natalizie.
Non avrò tempo di annoiarmi.

venerdì 9 novembre 2012

Bolzano, Bozen

A me piace, Bolzano. 60 km distante da Trento, ma decisamente un altro mondo. Un centro storico ‘contenuto’, dalle tipiche architetture tedesche, i portici che corrono lungo la via principale, belle piazze, negozi ‘storici’, caffè di stile mitteleuropeo, invitanti pasticcerie, un ricco e ordinato mercato giornaliero, in un insieme di elementi che permettono l’immersione in una cultura diversa.
E mi piace andarvi, di tanto in tanto. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da acquistare, da ‘assaporare’.
Così l’altra mattina, nell’aria frizzantina di una soleggiata giornata serena, ci siamo incamminati di buon passo, il consorte ed io, verso la stazione ferroviaria. Un’ora di treno, impegnati nella lettura dei consueti quotidiani ed eccoci nel capoluogo altoatesino.
La prima meta è Castel Roncolo, l’imponente maniero che sorge su uno sperone roccioso a nord della città, all’imbocco della val Sarentino, che raggiungiamo con una comoda passeggiata, dapprima attraverso il centro storico, quindi percorrendo i giardini che costeggiano il torrente Talvera, in questi giorni ricco di acque tumultuose e spumeggianti. E’ piacevole camminare nel sole tiepido, nel verde dei giardini, tra gli alberi dalle foglie multicolori e nella tranquillità della giornata feriale; c’è poca gente, a quest’ora, sul Lungotalvera, sempre affollato nei fine settimana e pochi ne incontriamo anche al castello. La nostra visita si limita ai cortili interni e, dopo uno sguardo a Bolzano dall’alto, ritorniamo sui nostri passi verso il centro.
E’ ormai passato mezzogiorno ed è ora di sedersi per un pasto veloce, prima di una sosta alla bancarella del pane al mercato di piazza Erbe e di un ‘salto’ nella bella libreria Athesia, con la vicina e fornitissima cartoleria, un luogo dalle mille tentazioni. E non posso rimanere indifferente alle ‘proposte’, così me ne esco con alcuni acquisti ‘sfiziosi’ (vabbè, anche un po’ superflui, se proprio vogliamo sottolineare).
Freno invece i miei istinti ‘spenderecci’ nel reparto casalinghi di una certa catena commerciale (‘ma cossa te servelo, a ‘mpienirne de bazeghe?’- la voce della coscienza, pardon del consorte) e peccato (o per fortuna) che molti allettanti negozi di via Portici sono chiusi per la pausa pranzo, altrimenti le nostre finanze avrebbero corso concreti rischi.
Prima di riprendere la via della stazione, però, non può mancare una ‘visita’ al Cafè Città di piazza Walther.
-Mi voi anca ‘na feta de torta- puntualizza l’amato bene. Come si fa, infatti, ad andarsene da Bolzano senza aver gustato una di quegli splendidi dolci, di cui il mondo tedesco va giustamente fiero? No, non si può, così, una volta entrati, i passi del consorte si dirigono subito all’ampia vetrina dove fanno bella mostra di sé le innumerevoli ‘tentazioni’ della casa.
-Prenderò quel dolce di castagne-dice. Ma… il suo rimane un pio desiderio, perché il casuale incontro con un suo ex collega, che ci invita al suo tavolo e intende offrirci qualcosa, lo induce ad un ‘contenimento’ della richiesta.
-Pazienza- concluderà più tardi, mentre siamo sulla via del ritorno –me farò lo strudel, quando sen a casa..-
E così la giornata si conclude comunque con un tocco di dolcezza, sia pure alla trentina (e lo strudel ‘di famiglia’ è buono assai!); ci sarà sicuramente un’altra occasione per le specialità altoatesine!!
 

martedì 6 novembre 2012

Forza, Obama!

Ho ‘indossato’ la spilletta con il volto di Barack Obama, che ci hanno regalato in un ufficio di Obama-supporters in una cittadina del Maine e tengo le dita incrociate.
Forza, Obama! Non sarai Superman, capace di risolvere i problemi con i suoi poteri magici, ma sei una persona onesta. Io ‘tengo’ per te…

domenica 4 novembre 2012

Montagna: è il momento di dire NO

Arriva sempre, un'ora o l'altra della vita di ciascuno, il momento di dire 'basta! non se ne può più!'.
A me è capitato quest'oggi, 4 novembre, in una tipica, uggiosa mattinata autunnale. C'era in programma l'ultima gita 'ufficiale' della Sat, quella che da più di dieci anni è organizzata in collaborazione con un'altra sezione e che prevede, a fianco della camminata più o meno difficoltosa, un pranzo 'rustico' cucinato da soci volonterosi. Ma anche oggi, come successo altre volte nel passato, Giove Pluvio ha deciso di metterci lo zampino, regalandoci una giornata grigia e piovosa, degna conclusione di una settimana un po' altalenante sotto il profilo meteo.
-Se piove- aveva spiegato il capogita, l'arzillo Domenico B., sempreverde 75enne, agile e scattante -modificheremo il programma, rimanendo a fondovalle, sul lago di Ledro, utilizzando, per il pranzo, i locali della sezione Sat-
Ottimo- avevo pensato con un certo sollievo -eviteremo una discesa spaccagambe (già sperimentata in precedenti, faticose occasioni).
Così stamattina, ben vestita e ombrello munita contro la precipitazione continua, mi reco al pullman e perto, in compagnia di altri quaranta 'audaci', nella convinzione di trascorrere una giornata piovosa sì, ma in lieta compagnia e con un moderato impegno fisico. Ma non ho fatto i conti con la 'forza morale' dei Satini, per i quali 'non esiste l'impossibile', 'e che vuoi che sia per un po' di pioggia?', scoprendo, quando siamo già in viaggio verso la valle di Ledro, che il nostro 'giovinetto' capogita ultrasettantenne ha cambiato idea. Altro che passeggiata tranquilla lungo il lago di Ledro, prima del momento conviviale! Si seguirà invece il programma originario, con moderata salita e decisa discesa, a tratti stile 'picchio-pendìo', con una bella escursione... sotto la pioggia.
Eh no! Così non va! Quindi, GIAMMAI! Volete fare una gita sotto la pioggia, con visibilità pari a zero, tra boschi e sentieri coperti da foglie bagnate e sdrucciolevoli? Andate pure, io dico BASTA!
E lasciati partire i volonterosi, me ne torno solitaria a Riva del Garda e di qui a Trento, con una corriera di linea, che alle ore 14.45 mi lascia alla stazione delle autocorriere, da dove mi incammino, ombrello aperto e zaino in spalla, verso la casa della mia anziana genitrice. Un'ora abbondante di strada all'andata e circa 45 minuti al ritorno: anche senza grandi dislivelli, ho fatto la mia camminata.
E con la Sat? Il prossimo anno controllerò ben bene ogni proposta e prima di iscrivermi a questa o quella uscita, consulterò attentamente i vari siti meteo. Le performances con ombrello aperto le lascio agli 'inossidabili', nella convinzione che l'andare in montagna deve essere un momento di gioia e di piacere, non una fonte di sofferenza.

giovedì 1 novembre 2012

New York, New York


In questi giorni ho seguito con una certa emozione le notizie riguardanti l'uragano Sandy e le sue terribili conseguenze su zone in cui siamo stati appena un mese fa. E sconvolgenti sono state le immagini di New York, messa in ginocchio da un evento naturale, sia pure di tale portata, così contrastanti con i ricordi pieni di sole delle giornate là trascorse.
Vedere quelle strade vuote e silenziose, che noi abbiamo incontrato frenetiche e rumorose, pensare al blocco di tutte le linee della metropolitana (oltreché degli autobus), mezzo di comunicazione ‘sovrano’ in una metropoli così vasta, immaginare i mille e mille disagi quotidiani laddove è venuta a mancare l’elettricità, mi hanno veramente rattristata. Per non parlare del numero delle vittime e dei danni incalcolabili, e non solo a New York, ovviamente, ma anche in tutti quei luoghi meno conosciuti e dai nomi meno altisonanti (Haiti, per esempio, dove Sandy ha causato morti e distruzione, ma di cui poco o nulla si parla). Vite spezzate e vite travolte da quella natura che crediamo di dominare e delle cui ‘esigenze’ spesso non teniamo conto…
Comunque, come auspicio per un veloce ritorno alla quotidianità con la sua rassicurante (e magari noiosa) tranquillità, ecco alcuni delle fotografie del consorte, scattate nella Grande Mela, poco più di un mese fa, quando l’hurricane era solo un’eventualità.
 
 

lunedì 29 ottobre 2012

Riflessioni


Ebbene, lo confesso: è da un po’ che seguo le politiche, italiche vicende con un occhio (e un orecchio) un po’ distratto. Sarà per un istinto di sopravvivenza, ma non ce la faccio più a leggere e/o sentire parole, parole, parole, spesso urlate e spesso sopra le righe, che non propongono nulla di nuovo, se non soluzioni irrealizzabili. Non voglio certo fare di ogni erba un fascio, anzi, ho una istintiva ‘repulsione’ per affermazioni generiche e superficiali su politici che sono tutti uguali, tutti ladri e tutti da rottamare, che l’astensionismo è una scelta rivoluzionaria e credo (e voglio credere) che ci siano ancora persone oneste e per bene che scelgono la politica non soltanto ‘pro domo… sua’. Ed è per questo che il 25 di novembre andrò a votare alle primarie di un certo gruppo politico (e darò perfino una mano al seggio), in una sorta di partecipazione… distratta, ma sempre ‘partecipe’.
Ma stamattina, seduta in poltrona in un momento di relax post-ginnico mentre sfogliavo la Repubblica, non ho potuto fare a meno di provare un brivido freddo: tornerà in campo Lui? Il Grande Incompreso?
Brrrr, che incubo!!