sabato 25 gennaio 2014

Aggiornamento


Sarà questo strano mese di gennaio che non pare neppure inverno, che alterna piogge scroscianti a cieli sereni con temperature pre-primaverili, sarà che il tempo passa e la gioventù avanza… all’incontrario, sta di fatto che sono ‘vittima’ di una specie di pigrizia generale e di un rilassamento… mentale con l’immediata conseguenza di trascurare il mio povero e piccolo blog.

Le giornate comunque si susseguono con i soliti ritmi e le consuete attività, anche un po’monotone, se vogliamo, ma rassicuranti di una ‘sana’ normalità. Così vado a ginnastica, con una fatica che mai avrei creduto, mi inerpico lungo strade collinari per disquisire nell’idioma di Shakespeare, trascorro le canoniche quattro ore dietro la cassa di Mandacarù, incontro qualche amica per un caffè e quattro chiacchiere…. e, per parafrasare il poeta Quasimodo, è subito sera.

Intanto, accanto al blog silente, aumenta il volume dell’indumento da stirare, ben depositato sull’apposita asse che la settimana scorsa avevo lasciata aperta nella pia intenzione di procedere in tempi rapidi. E ogni volta che vi passo accanto, faccio finta di non vedere, come non poso lo sguardo su quei due o tre capi ai quali urgerebbe una piccola riparazione, un bottone da attaccare, un ‘buchetto’ da rammendare e come non penso a quei buoni propositi fatti giusto un mese fa e mai messi in pratica…

Quello che invece non scordo, è il mangiare anche al di fuori dei classici tre pasti al giorno, compresi quei cibi altamente calorici che si dovrebbero evitare come la peste. Perché hai un bel farti propositi in perfetto stile coccodrillesco ogni volta che ti guardi allo specchio, ma se poi la mano agisce per proprio conto e la bocca apprezza, la battaglia è dura. Per non parlare del fatto che fra una settimana saremo in val Pusteria… sulla neve e alle prese con stuzzicanti menu… Sarà durissima.

Per la cronaca, infine, sabato scorso ho rimesso le ciaspole ai piedi, per un’uscita sulle nevi di passo Rolle, dove abbiamo camminato sotto una fitta nevicata, con una visibilità di forse due-tre metri. Un’escursione ai minimi termini, perché il maltempo ha impedito di svolgere l’itinerario previsto, ma un’occasione per stare tra persone amichevoli, in un’atmosfera allegra e conviviale. Beh, perlomeno abbiamo rallegrato il grigiore con i nostri colorati indumenti ;-). Peccato solo che fossimo irriconoscibili l’un l’altro, da tanto eravamo coperti!!

 

giovedì 16 gennaio 2014

Rientri - post 'a rate'


Ho ripreso, dopo la pausa natalizia, con la ginnastica, l’inglese, la montagna. E non è sempre stato un rientro indolore, ma, in alcuni momenti una vera faticaccia. A partire da quelle serie di esercizi, nella spoglia palestra, che saranno anche utili per la tonicità di corpi un po’ d’antan, ma che ti costringono a stringere i denti per arrivare a toccare il ginocchio destro con il gomito sinistro e viceversa, tanto che ascolti con vero sollievo quelle parole ‘abbiamo finito’. Grazie, grazie, grazie…

Ma la prova più ardua è stata la ‘semplice’ (a detta dei due organizzatori) escursione di domenica 12, la prima della nuova stagione Sat. Un’uscita gettonatissima, tanto da fare l’en-plein, 54 presenti su 54 posti disponibili, compreso il seggiolino a fianco dell’autista e che ci regala qualche brivido fin di primo mattino.
A partire dalla ‘scomparsa’ di uno dei miei guanti e prontamente ritrovato nella bagagliera del pullman, per continuare con qualche minuto di vera ‘passione’, quando il capogita si rende conto, non appena il potente mezzo è ripartito dall’autogrill dopo la consueta sosta caffè, di aver dimenticato, nello stesso, il borsello con chiavi, carte varie e, soprattutto, una busta con le quote poco prima pagate da molti partecipanti, oltre trecento euro. Un (quasi) dramma a partecipazione collettiva che si risolve (quasi) miracolosamente, con il ritrovamento del borsello, intatto, con tutto il malloppo al suo interno.
Con animi decisamente sollevati raggiungiamo così la ‘nordica’ località di Terme di Brennero, a pochi km dall’omonimo passo di confine e l’escursione ha inizio: sci o ciaspole ai piedi, affrontiamo il ripidissimo pendio, un’ex pista da discesa, che conduce in alto, al pianoro sul quale sorge la Enzianhütte, e di lì alla cima Vallaccia. Gli indomiti sciatori e ‘ciaspolari’ della Sat partono a spron battuto, o almeno così a me pare, senza apparente fatica, sparendo ben presto dalla vista delle due misere ‘tapine’ che chiudono la fila.
E chi sono costoro che salgono con lentezza e periodiche soste, stillando gocce di sudore, con gli occhiali appannati dal fiato ‘ansimante’? Eh sì, sono la sottoscritta e l’amica Cristina, che, all’atto dell’iscrizione, era stata ampiamente rassicurata sulla semplicità del percorso. Ripidissimo in salita e altrettanto difficoltoso in discesa, ci diciamo.
Così, una volta raggiunto il rifugio presso il quale non c’è più alcuno dei nostri –tutti hanno continuato alla volta della cima, o zone limitrofe- e, una volta consumato un rapido pasto dopo aver fortunosamente trovato posto nell’affollata sala da pranzo, intraprendiamo la via del ritorno, percorrendo la lunga strada forestale (7 km), comoda e ottimamente innevata, che ci conduce a fondovalle. Insieme a noi, decine e decine di slittini, che ci sorpassano veloci, ‘sibilando’ sulla neve (in Alto Adige lo slittino è uno sport diffusissimo, a tutte le età).
E poi siamo al pullman; la prima dell’anno è finita, ma non sono particolarmente soddisfatta. Ho faticato più di quanto potessi immaginare e mi domando se valga la pena affrontare ‘prove’ di tale portata, in cui gli sforzi superano di gran lunga le soddisfazioni. Vedremo nelle prossime settimane.

venerdì 10 gennaio 2014

Repulisti

La tradizione vorrebbe che fosse la notte di San Silvestro il momento ideale per gettare, insieme al vecchio anno, tutto quello di cui si vuole disfare, tra le decine e decine di oggetti vari che abbiamo in casa. Noi, invece, che siamo un po’ fatti a modo nostro, abbiamo atteso qualche giorno prima di prendere il coraggio a quattro mani e fare un indispensabile ‘repulisti’. Complice il fatto di dover riporre gli addobbi natalizi in soffitta, ho cominciato con il riordinare ‘cose’ che stavano nell’ex camera dei figli, controllando questa e quella, spostando una di qui, sistemando l’altra di là, scartando una terza, riempiendo il sacco del residuo, quello della carta straccia e quello degli ‘imballaggi leggeri’.
Il consorte, intanto, ridisegnava per l’ennesima volta l’aspetto del piccolo locale adibito a solaio, in cui solo lui riesce a trovare uno o l’altro dei ‘millanta’ oggetti depositati in tanti anni, anche senza disporre di mappa specifica.
-Prima di portar su queste scatole- ha detto –devo trovare loro un posto..-
Così ha avuto il suo bel daffare nel salire e scendere le due rampe di scale che ci separano dal bugigattolo, scendi con uno involto, sali con un altro, ‘incastralo’ tra uno scatolone con vecchi libri di scuola e tre borsoni con quel che resta della vecchia dotazione da campeggio, pensa a dove gettare quelle decine di tappi Bormioli, oramai inutilizzabili ma che abbiamo conservato perché non si sa mai, trova una sistemazione a quel grande tappeto Kilim, comprato anni fa con tanto di certificato di autenticità, perché ci sembrava un indispensabile completamento dell’arredamento di casa e velocemente ‘abbandonato’ per la scomodità di doverlo aspirare un giorno sì e l’altro pure..
E, alla fine della fiera, dopo un’adeguata ‘fatica’ ci siamo ritrovati con una stanza leggermente (e sottolineo ‘leggermente’) più vuota, una soffitta più stipata e un corridoio lungo il quale stazionano alcuni pacchetti da portare direttamente in discarica, con, in più, la consapevolezza che dovremo, a breve, continuare in quest’opera virtuosa di ‘smaltimento’ oggettistico-cartaceo (ché, anche di carta da eliminare, ne abbiamo in grande quantità).
In verità, io ho già avvisato l’amato consorte che il giorno in cui egli dovesse ‘passare avanti’, finirebbero di colpo nell’apposito cassonetto le intere raccolte di riviste di montagna, tutta la collezione di Altroconsumo e le centinaia di programmi delle nostre gite settimanali, accumulate dal 1998 ad oggi. Così, tanto per cominciare. Più le altrettanto numerose cartoline, comprese quelle, sue, di gioventù, portate in dote col matrimonio e i plichi di cartine, piantine, mappine, depliantini di musei, chiese, ville e giardini, raccolti in tanti viaggi e di cui si è persa memoria.
Perché lo scopri sempre e solo al ritorno da una vacanza a Barcellona, tanto per fare un esempio, di avere, in quel cassetto o in quella scatola, una splendida mappa della città, assai migliore di quella che hai comprato prima di partire…

martedì 7 gennaio 2014

Reiterate consuetudini


Non so se capiti anche a voi, oppure è un ‘fenomeno’ che riguarda la nostra famiglia in particolare, che potrebbe essere iscritta nella categoria dei ‘recidivi’. Sto parlando di quell’abitudine di portarsi a casa, quando si è in vacanza, qualsiasi località essa sia, prodotti alimentari tipici, verso i quali c’è stata, in loco, una simil ‘attrazione fatale’ e dei quali si crede di non poter più fare a meno. Così ci si approvvigiona di questo o di quello, i capperi delle Eolie e i pomodori secchi, la bottarga a Sant’Antioco e il tonno di Carloforte, senza dimenticare ben tre confezioni di sciroppo d’acero che giungono direttamente dal Vermont e, per restare in zona, tutta una serie di ‘erbette’ aromatiche, diffusissime in Alto Adige e che noi abbiamo prontamente acquistato, vedendoci già nelle vesti di panificatori, intenti ad impastare pani e pagnotte. Per non parlare delle lenticchie di Castelluccio di Norcia e di quegli strani legumi tondeggianti, mai visti prima d’allora, di cui facemmo ampia scorta in occasione di un week-end ‘lungo’ tra Umbria e Toscana. Quella volta fu una vera apoteosi commerciale: tornammo a casa con un tale assortimento alimentare da aver riempito il baule dell’automobile, vino, formaggi, salumi, legumi, prodotti da forno, le verdure per la ribollita, salse e salsine…

Ma il bello viene dopo, una volta a casa, quando, consumati nel giro di qualche giorno i prodotti freschi e sistemati qua e là nei ripiani della credenza quelli a lunga scadenza, scende una specie di oblio riguardo a questi ultimi, rimandando il loro utilizzo di giorno in giorno, poi di settimane e mesi, sempre aspettando l’occasione ‘giusta’.

-Quand’è che facciamo la ribollita?-

-Ah sì, la ribollita… La farén en dì o l’altro…-

-Ghe sarìa quel tonno de Carloforte…-

-Visto quel che l’è costà, aspeten ‘na sera che sia qua anca i nossi fioi…-

-E quele erbete che aven comprà a San Candido?-

-Quele lì bisogna usarle quando se fa el pan…-

Insomma, passa un giorno e passa l’altro, l’occasione ‘giusta’ non si incontra mai e i prodotti stanno lì, al loro posto, immobili, invecchiando assieme a noi, quello che rimane della costosa bottarga sarda, le erbette altoatesine, lo sciroppo d’acero, gli strani legumi umbri, ai quali si sono aggiunti esotici fagioli provenienti dal Vietnam, souvenir del figlio minore, i pomodori secchi, ancora nella loro confezione sottovuoto, tutti in attesa di utilizzo.

Chissà poi quello che troveremo in Corsica, di ‘specifico’, da acquistare e portare a casa, quando andremo colà con la Sat, agli inizi di giugno, qualche ‘novità’ che possa far compagnia e rallegrare la monotona vita di chi già staziona nei ‘patri’ cassetti…

 

venerdì 3 gennaio 2014

Capodanno

31 dicembre, ore 18.20. Partiamo, vestiti ‘da montagna’, con ciaspole e bastoncini appresso, più il necessario frontalino, per farci luce nella notte scura lungo l’innevata strada forestale che conduce alla malga in cui attenderemo l’arrivo del nuovo anno. A Pergine, il rendez-vous con la macchina di Ugo e gli altri tre partecipanti alla serata, poi risaliamo la valle dei Mocheni fino all’imbocco della Valcava e allo ‘spiazzo’ dove lasciamo le auto. Qualche manovra per parcheggiare sul terreno gelato, quindi scendiamo (scendo) con precauzione per non scivolare sull’infido ghiaccio e, calzate le ciaspole, possiamo finalmente guardare la splendida stellata che sembra incombere su di noi. Centinaia e centinaia di stelle nel cielo sereno, che sembrano direttamente congiungersi alle luci dei paesini che punteggiano la vallata.
Ma la rigida temperatura della sera invernale ci induce a metterci rapidamente in cammino lungo la strada forestale che con moderata pendenza ci porta alla malga, le cui luci brillano più in alto e compaiono e scompaiono a seconda dello sviluppo del percorso.
E finalmente, circa mezz’ora più tardi siamo alla meta. Nella grande sala, arredata in stile rustico, dove si terrà il cenone, già sono presenti altri commensali che come noi hanno prenotato. Sono tutti giovanissimi, vivaci e rumorosi e immediatamente capiamo di essere finiti in un’atmosfera poco adatta a ‘giovanili’ cinquantenni e oltre. Prendiamo comunque posto attorno al tavolo a noi riservato e ci accingiamo a compiere il ‘sacro’ rito…. dell’abbuffata di San Silvestro. Il piccolo antipasto, poi i due canederli e il risotto al teroldego, che degustiamo tra un discorso e l’altro, non sempre agevoli grazie al sottofondo musicale di ‘melodie’ da discoteca, con quel martellare dei toni bassi così poco adatto alle nostre orecchie ‘diversamente giovani’ ed è così che, nei rari momenti di silenzio musicale, probabilmente dovuto al cambio di una cassetta o nastro che sia, ci scopriamo ad usare un tono di voce più alto di qualche bel decibel rispetto al normale. I giovinotti, poi, che occupano la tavolata maggiore, ogni tanto se ne escono in cori e coretti e urla varie che ci fanno ogni volta sobbalzare, tanto che ho come l’impressione che la presenza di noi otto ‘anziani’ spinga qualcuno del gruppo a goliardiche provocazioni.
-Scolté questa, ché l’è dei vossi tempi…- grida con voce stentorea il ‘capogruppo’, allorché il dj della serata passa, dalle musiche spacca timpani, alla celebre ‘Because the night’ di Patty Smith.
Sì, cari giovani, è una vecchia canzone, ma sempre bella e ancor più di certe melodie elettroniche…
E poi la mezzanotte si avvicina a grandi passi, così, dopo un modestissimo dessert e un accenno di panettone e pandoro (due minuscole fettine a testa, una per tipologia –e a me il pandoro piace poco o niente- ché, con il prezzo pagato per la serata avremmo avuto diritto ad UNO intero…), passiamo a stappare la bottiglia di spumante d’ordinanza (sì, una per tutti otto, quanti noi eravamo) e a scambiarci il doveroso augurio per il nuovo anno appena iniziato. Così accendiamo i piccoli ‘bengala’ che ci sono stati portati al tavolo, uno a testa, ché non si creda, ai quali aggiungiamo quelli che la previdente Rosy ha in borsetta ed è tutto uno sfavillio (i giovani, neanche a dirlo, escono nella notte a festeggiare nella neve), con il rischio di dar fuoco alle tovagliette, con un ‘mini-incendio’ prontamente domato dal consorte.
Rimaniamo in loco ancora un’oretta, poi, mentre per gli aitanti giovanotti e signorine, ora lanciati in moderni balli, sempre a musica a livello… per sordi, la notte è ancora giovane, noi riprendiamo la via del ritorno, ripercorrendo la strada innevata illuminata dalle luci dei frontalini, immersi nel silenzio della notte, rotto soltanto dal lieve frusciare delle ciaspole sulla neve gelata. E non fa neppure tanto freddo, penso, mentre, scendendo a grandi passi, osservo le stelle così lucenti e così numerose, che riempiono tutta la volta celeste. Poi, raggiunte le auto, gli ultimi saluti, prima di riprendere la strada di casa.
-Li abbiamo fatti andar via, i ‘vecchietti’, avranno detto quelli su alla malga- scherziamo.
Ma chi se ne importa, è stata una bella serata tra amici, certo, se si fosse mangiato un po’ meglio… e se la musica fosse stata un po’ più soft…
Vorrà dire che il prossimo anno, prepareremo a casa nostra il cenone di San Silvestro: con la metà di quanto abbiamo speso stasera, il consorte allestirà un menu da gourmet. Sempre che non ‘assecondiamo’ il desiderio di Rosy di andare in un posto in cui, poi, si balli. Sicuramente interessante, se non fosse per il ‘piccolissimo’ particolare che tre dei quattro ‘giovanotti’ al seguito non sono propriamente dei ballerini. Forse forse potrebbero arrivare al ‘ballo della mattonella’…. Peccato non sia più in uso… ;-)