venerdì 10 gennaio 2014

Repulisti

La tradizione vorrebbe che fosse la notte di San Silvestro il momento ideale per gettare, insieme al vecchio anno, tutto quello di cui si vuole disfare, tra le decine e decine di oggetti vari che abbiamo in casa. Noi, invece, che siamo un po’ fatti a modo nostro, abbiamo atteso qualche giorno prima di prendere il coraggio a quattro mani e fare un indispensabile ‘repulisti’. Complice il fatto di dover riporre gli addobbi natalizi in soffitta, ho cominciato con il riordinare ‘cose’ che stavano nell’ex camera dei figli, controllando questa e quella, spostando una di qui, sistemando l’altra di là, scartando una terza, riempiendo il sacco del residuo, quello della carta straccia e quello degli ‘imballaggi leggeri’.
Il consorte, intanto, ridisegnava per l’ennesima volta l’aspetto del piccolo locale adibito a solaio, in cui solo lui riesce a trovare uno o l’altro dei ‘millanta’ oggetti depositati in tanti anni, anche senza disporre di mappa specifica.
-Prima di portar su queste scatole- ha detto –devo trovare loro un posto..-
Così ha avuto il suo bel daffare nel salire e scendere le due rampe di scale che ci separano dal bugigattolo, scendi con uno involto, sali con un altro, ‘incastralo’ tra uno scatolone con vecchi libri di scuola e tre borsoni con quel che resta della vecchia dotazione da campeggio, pensa a dove gettare quelle decine di tappi Bormioli, oramai inutilizzabili ma che abbiamo conservato perché non si sa mai, trova una sistemazione a quel grande tappeto Kilim, comprato anni fa con tanto di certificato di autenticità, perché ci sembrava un indispensabile completamento dell’arredamento di casa e velocemente ‘abbandonato’ per la scomodità di doverlo aspirare un giorno sì e l’altro pure..
E, alla fine della fiera, dopo un’adeguata ‘fatica’ ci siamo ritrovati con una stanza leggermente (e sottolineo ‘leggermente’) più vuota, una soffitta più stipata e un corridoio lungo il quale stazionano alcuni pacchetti da portare direttamente in discarica, con, in più, la consapevolezza che dovremo, a breve, continuare in quest’opera virtuosa di ‘smaltimento’ oggettistico-cartaceo (ché, anche di carta da eliminare, ne abbiamo in grande quantità).
In verità, io ho già avvisato l’amato consorte che il giorno in cui egli dovesse ‘passare avanti’, finirebbero di colpo nell’apposito cassonetto le intere raccolte di riviste di montagna, tutta la collezione di Altroconsumo e le centinaia di programmi delle nostre gite settimanali, accumulate dal 1998 ad oggi. Così, tanto per cominciare. Più le altrettanto numerose cartoline, comprese quelle, sue, di gioventù, portate in dote col matrimonio e i plichi di cartine, piantine, mappine, depliantini di musei, chiese, ville e giardini, raccolti in tanti viaggi e di cui si è persa memoria.
Perché lo scopri sempre e solo al ritorno da una vacanza a Barcellona, tanto per fare un esempio, di avere, in quel cassetto o in quella scatola, una splendida mappa della città, assai migliore di quella che hai comprato prima di partire…

2 commenti:

Extramamma ha detto...

Ti capisco e condivido tutto! anche a me da piccola mia madre faceva buttare le cose l'ultima sera dell'anno! Questa abitudine mi è rimasta, anche troppo, delle volte vengo preso dalla frenesia e butto senza ritegno. (sempre troppo poco però).
Invece il ritrovamento della super mappa, appena tornati a casa dalla gita in quella città straniera dove si ne è acquistata un'altra, è uno dei grandi misteri della vita del viaggiatore :)

cautelosa ha detto...

E il 'ritrovamenti'... post rientro dovrebbero far capire che, spesso, è inutile raccogliere tutte quelle 'testimonianze' che ci portiamo a casa dai viaggi, perché finiscono in un cassetto-dimenticatoio... ^__*
Ciao!