martedì 27 marzo 2012

Salutino madrileno

Ola! Siamo qui, nella capitale spagnola, che ci ‘ospita’ da ieri sera, quando siamo atterrati (con oltre mezz’ora di ritardo) da un volo Ryanair, partito da Verona e approfitto di un momento di relax per mandarvi un breve saluto.
E’ stata, quella odierna, una giornata intensa di camminate, che, unite alla visita del Museo Thyssen-Bornemisza, ci hanno ‘leggermente’ affaticati, invitandoci ad una breve pausa nella camera dell’Hostal Oriente, prima di uscire alla ricerca di un locale in cui cenare (con l’imbarazzo della scelta che l’immensa offerta sicuramente ci porrà…)
Per fortuna il nostro domicilio si trova in pieno centro, a due passi dall’affollata Puerta del Sol e, come ci aveva garantito la collega Ernestina (grazie, Erne, del consiglio!) è confortevole e pulito, oltre che di costo contenuto.
Il nostro primo giorno ‘completo’ è cominciato dopo le nove: colazione nella pasticceria di fronte all’Hostal (qui non c’è servizio di breakfast o desajunos, per dirlo alla spagnola), quindi, a piedi, in cammino verso l’ampio Paseo del Prado, il viale lungo il quale si trovano i tre grandi musei madrileni, il Thyssen-Bornemisza, il Prado e il Reina Sofia.
La nostra scelta è caduta sul primo dei tre, appunto il primo che abbiamo incontrato: una velocissima fila al botteghino, quindi la visita ad una splendida mostra di Marc Chagall, a cui ha fatto seguito la diligente percorrenza, sala dopo sala, della completa storia della pittura, dal periodo medioevale ai giorni nostri. Un’esposizione veramente impressionante per la completezza dei vari momenti dell’arte pittorica, in special modo quelli più recenti.
E, curiosamente, qui ci siamo incrociati con una scolaresca dell’istituto per geometri ‘Andrea Pozzo’ di… Trento, a Madrid in viaggio di istruzione.
Al termine della visita e dopo un frugale pasto, seduti al sole all’esterno di un locale della zona, abbiamo camminato per km, seguendo un itinerario proposto dalla guida Mondadori, in nostro possesso, su e giù per le strade madrilene dei quartieri Lavapiés e Letras, con un ‘salto’ alla Plaza Major e all’Oficina del Turismo, prima di una necessaria pausa ante cenam…
Domani abbiamo intenzione di visitare il complesso de l’Escorial, ad un’ora di pullman da Madrid. Vi racconterò…

giovedì 22 marzo 2012

Lavori in corso e vacanze in vista

Le giornate convulse si susseguono, con la casa (nostra), anche se siamo rimasti in due, sempre simile a cantiere (adesso è di turno la pittura della cucina) e con il consorte che sta già ipotizzando lavori futuri (‘e se levigassimo i pavimenti? E se cambiassimo le porte?’) causandomi ogni volta dei sussulti psicofisici.
Naturalmente gli ‘emigranti’ hanno lasciato una molteplicità di cose, che stanno prendendo la via di casa (loro) con la dovuta calma, dopo attento spoglio (quello che resta, l’ho già detto, sarà eliminato senza pietà); nella nuova dimora c’è un intenso lavoro dei Ikea-mobili-montaggio, acquistati in una recentissima spedizione con furgone al seguito.
E, in attesa della nuova cucina (sarà montata il 3 aprile) abbiamo cominciato, il consorte ed io, le ‘trasferte’ alimentari in case ospitali: da mammà, con a seguire un intenso ripasso di latino con la nipote quattordicenne in vista dell’imminente compito in classe e, martedì, dall’amica Edda, che mi ha poi messo a disposizione utensili e forno per la preparazione di una ‘batteria’ di muffins, con fragole e cioccolato bianco (come da ricetta tratta da ‘Giallo zafferano’), da portare alla cena ‘equinoziale’ con le sempre attive Girasole.
Le quali signore, presenti al gran completo al convivio, forse perché sazie degli antipasti o forse con stomachino da lucherino, per di più sempre con la fissa della linea e con il timore di mangiare troppo, non hanno gradito più di tanto, assaggiandone un dieci-dodici grammi…
Bene, mie care- mi sono detta -la prossima volta non starò tanto a scervellarmi le meningi, ma porterò una bottiglia di una qualche bevanda, magari un’aranciata e me la caverò in quattro e quattr’otto…

Intanto si avvicina il giorno della partenza per la vacanzina pre-pasqualizia in terra di Spagna, stavolta con meta Madrid: una settimana in loco, con pernottamento all’Hostal Oriente, consigliatomi dalla collega Ernestina che là aveva soggiornato la scorsa primavera, con una puntata a Toledo e un’altra all’Escorial, il grande complesso fatto costruire dal re Filippo II nella seconda metà del 1500. Nella capitale spagnola eravamo già stati nel lontano agosto 1989, in una ‘toccata e fuga’ di due giorni (e tre notti), sulla via di ritorno di un lungo viaggio itinerante -34 giorni- tra Spagna e Portogallo, ma di questa visita conservo pochissimi ricordi (nonostante avessi scritto una cronaca, sia pur essenziale, giorno per giorno, dell’intera vacanza). Sarà pertanto una ri-scoperta, speriamo ricca di soddisfazioni…

E sempre a proposito di vacanze, sabato scorso sono venuti a Trento Margherita e Antonio, con i quali abbiamo pianificato le tappe del prossimo viaggio, tra settembre e ottobre, negli Stati Uniti, stavolta sulla costa atlantica, da New York a Boston e oltre, nelle regioni del New England.
Terminata la fase 1, itinerario e acquisto biglietti aereo (voleremo da Venezia, via Dublino), stiamo passando alla fase 2, vale a dire prenotazione hotel o B&B (è del tutto sconsigliato viaggiare ‘alla ventura’ nel periodo di inizio autunno, la stagione del ‘foliage’, quindi… vai di Internet ricerche e di e-mails spedite…), compreso l’acquisto dei biglietti per un musical sulla via di Broadway, che finalmente riuscirò a vedere… (nei nostri viaggi a Londra e in quello a N.Y. del 2008, sono sempre stata trattenuta da quella tipica frase coniugale di chi non è interessato ‘beh, se proprio vuoi, prendiamoli, questi biglietti…’). Vedrò di rifarmi!

venerdì 16 marzo 2012

Di novità casalinghe e di affidabilità

‘Questa casa non è un albergo’, cantava Max Pezzali (mi pare) molti anni fa, ‘Questa casa non è un albergo’, ripetono tanti genitori ai figli cresciuti che vanno e vengono, incrociandosi di tanto in tanto con i familiari.
Questa casa (la nostra), invece, è un magazzino, in cui regnano sovrani scatoloni, accatastati in un angolo del soggiorno, contenenti tutto quanto stava nella nostra cucina, peraltro di non eccelse dimensioni.
-Tuta quela roba lì, gh’aven?- si domanda un po’ perplesso il consorte, osservando il cumulo.
-E tut quel che è restà su la taola e doven ancora enscatolar?- ribatto.
Già, dobbiamo ancora sistemare forse due o più metri quadrati di oggetti vari che ora giacciono sul tavolo, il quale prenderà la strada dei vari armadietti, scaffali, cassetti che componevano l’arredamento della nostra cucina, verso l’appartamento preso in affitto dai diletti figlioli, che è in via di ultimazione…
E voi? Si chiederà qualcuno.
La risposta è semplice: abbiamo approfittato del filiale trasloco per rinnovare questo importante luogo della casa, per la gioia del consorte che ha avuto una parte preponderante nella scelta dei nuovi mobili, i quali ci verranno consegnati agli inizi di aprile, non appena torneremo dalla nostra vacanzina pre-pasqualizia a Madrid.
E in questa settimana di intervallo, con una cucina vuota e un fornelletto da campeggio, che ci servirà per un veloce caffè o una rapida tisana serale, per i pasti ci arrangeremo.
Con tutti i ristoranti, le pizzerie, le tavole calde del circondario, non avremo che l’imbarazzo della scelta…

Nel concludere, voglio ringraziare le carissime blog-amiche Margherita e Agrimonia, che mi hanno premiata con un titolo di merito, dichiarando il mio blog, ‘Affidabile’.
Grazie di cuore, care ragazze, per la fiducia accordatami.
Io cerco di esserlo, ‘affidabile’, anche se a volte non è semplice ‘rispettare’ le regole che sono alla base dell’assegnazione del premio, tra cui l’aggiornamento regolare e l’offerta di contenuti e informazioni utili e originali.
Faccio e farò del mio meglio, lo prometto.
E, invitata a mia volta ad estendere il premio ad altri cinque blog ‘Affidabili’, io lo regalo a tutti gli amici che leggono i miei post e lasciano i loro commenti. Sono o no generosa?

domenica 11 marzo 2012

Un'alternativa domenica

Che cosa si fa, se il Meeting del Lagorai, l’annuale manifestazione scialpinistica delle sezioni Sat che si tiene la prima domenica di marzo, per assoluta mancanza di neve viene spostato nello stesso luogo in cui siamo stati solo due settimane fa? Semplice, si cambia programma, lasciando i quindici volonterosi iscritti, ‘capitanati’ dal mio amato consorte e si sceglie una meta del tutto agli antipodi, anzi, per non sbagliarsi, nella vicina provincia di Bolzano. E senza ascoltare gli inviti e le esortazioni del presidente Paolo F. ad ingrossare le fila degli sparuti satini, uno in più che cosa può cambiare?
Tra l’altro, la mia compagna di ‘viaggio’ quest’oggi è la di lui moglie, Silvana (e se non è stato capace di convincere lei, non penserà di riuscire con me…), con la quale, all’alba delle nove mattutine, lascio una ancor sonnacchiosa città verso i laghi di Monticolo, tradizionale meta di tranquilli camminatori, famiglie e bimbi compresi.
Percorriamo la destra Adige, a quest’ora percorsa da decine di amatori della bicicletta che, bardati nemmeno partecipassero al giro d’Italia, pedalano a gruppo compatto, coniugando una ‘sana’ attività fisica con una ‘sana’ dose di gas di scarico delle automobili, quindi, dopo una breve sosta nella bella piazza di Termeno per un buon caffè, siamo nel grande parcheggio nei pressi dei due bacini lacustri, già affollati di decine e decine di automobili.
E anche noi percorriamo uno dei tanti sentieri che conducono al Lago Piccolo e lo costeggiamo, dirigendoci verso il vicino Lago Grande. Di tanto in tanto dobbiamo lasciar passare audaci cicloamatori che scampanellando chiedono strada, superando baldanzosi radici e altre asperità del terreno; numerosi sono anche i cani, con padroni al seguito, che corrono, saltano, giocano, per una volta liberi tra alberi e piccole spiagge sassose. Per non parlare dell’incontro con un folto gruppo di attempati escursionisti, di cui riconosciamo immediatamente l’idioma trentino: sono gli ‘Amici della montagna’, un’associazione che ha sede in un sobborgo della città e non vi dico la sorpresa nel riconoscere ‘passati’ compagni di gite montane (‘ma gh’è anca la Sat? Ah, sol voi... E i altri? Sul Lagorai?’).
E non è finita, perché, circa un quarto d’ora più tardi, ci imbattiamo in altri conoscenti che si stanno accingendo ad un pic-nic al tiepido sole di mezzogiorno. Quando si dice la coincidenza! Del resto, i laghi di Monticolo sono l’ideale per una passeggiata di inizio stagione, una camminata facile, adatta a tutti…
Intanto è già passato mezzogiorno e anche potremmo anche noi dedicarci ai piaceri della tavola.
Andiamo a Caldaro, propongo. Conosco un locale caratteristico…
Silvana accetta di buon grado e, a passi veloci, ci dirigiamo verso il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, ma, com’è, come non è, ci capita di prendere il sentiero… sbagliato e ci tocca di vagare per una buona ora su e giù per i boschi di Monticolo, prima di trovare la retta via e giungere infine alla meta.
Finalmente!! Così ci spostiamo in macchina al vicino paese di Caldaro, uno dei centri più caratteristici della zona, con uno splendido centro storico dalla tipica e ben conservata architettura, dove, ahimé, scopriamo con vivo rammarico che la domenica è il giorno di chiusura del ristorante tipico, come si legge sul pesante portone in legno, tristemente chiuso ‘Sonntag Ruhentag’.
E non è finita, perché nel vicino ristorante-pizzeria siamo gentilmente messe alla porta, dato che la cucina sta per chiudere (sono le 13,50) e nel successivo locale, la ‘Casa del vino’, che si affaccia sulla piazza principale, dobbiamo accontentarci di un toast e del pane locale con le salsine della casa, essendo anche qui la cucina fuori servizio, data l’ora…
Va bene, se questo è quanto, facciamo di necessità virtù, diciamo. Ma il piatto servito si rivela una felice sorpresa: il toast, che poi sono due, sono fatti con pane nero e ben farcito, accompagnati da un’insalatina mista; gustose sono anche le salse che accompagnano il pane e buono il caffè finale.
Insomma, alla fine ci alziamo sazie e soddisfatte, pronte a fare i classici quattro passi del dopo pasto per le vie della cittadina, prima di rimetterci in strada alla volta di casa.
Poi, una volta a Trento, prima di ritornare alla routine casalinga, in attesa del ritorno dei rispettivi consorti, ci rimane tutto il tempo per una visita alla mostra dei lavori pro-missioni, eseguiti da operose e abili signore della parrocchia del quartiere, dalla quale esposizione usciamo con qualche acquisto… benefico.
E questo è tutto: una domenica ‘alternativa’, piacevole e serena; fra sette giorni, invece, saremo pronte e scattanti alla prima uscita ‘pedestre’ della stagione, duecento metri di dislivello in salita, cento in discesa. Una bazzecola…

giovedì 1 marzo 2012

Improvvisi ringiovanimenti

Il volto sorridente di una bella signora bionda, fresca di parrucchiere, che campeggia sullo schermo della tv, attira la mia attenzione.
-Paolo, ma quela lì, l’era ‘na me compagna de scòla, ale Magistrali…-
Immediatamente alzo l’audio e ascolto. Sì, è davvero la mia ex compagna di classe Lucilla, quattro anni trascorsi quasi gomito a gomito, che sta per essere intervistata da un giornalista di Rai3 per il locale telegiornale, essendo stata eletta a ricoprire un’importante carica politica a livello provinciale.
-Non avrà più tempo per fare la nonna…- commento, ben ricordando che, l’ultima volta in cui ci siamo casualmente incontrate, forse l’anno scorso, lungo la corsia di un supermercato, mi aveva raccontato dei due nipotini e dei suoi impegni con gli stessi.
E Lucilla parla, rassicurante e pacata com’è suo stile e com’era, quand’era addetta ai rapporti con gli utenti di un importante ente nazionale (dopo il diploma la sua strada si era assai discostata dall’insegnamento…).
-Come la parla bèn- asserisco, giusto un attimo prima di sentire la ‘chiusura’ del giornalista… ‘Lucilla L, 59 anni…’
59 anni? Lucilla? Oh mioddio, ma è ringiovanita!!
-Perché, no podèla aver 59 anni?- chiede l’husband.
-Perché ne ha uno più di me!!- gli rispondo con una puntina tutta femminile di acrimoniosa invidia –e se lei ne ha 59, io ne ho ancora 58…-
A farla breve, da dove sia sbucato questo (moderato, s’intende) ringiovanimento è un mistero, dato che anche i quotidiani locali riportano lo stesso numero, 59.
-E te vedrai che la gh’averà 59 anni fin alla fin del mandato…- concluderà una mia amica e coetanea, anch’ella buona conoscente di Lucilla e anch’ella colpita al par mio. –Probabilmente, è quel numero 60 a fare un certo effetto- aggiungerà.
Già, staremo a vedere.
A Lucilla, comunque, sarebbe potuta andare anche meglio, sulla scia di quella nobildonna romana, grande frequentatrice di salotti mondani e televisivi, che da anni si è stabilizzata su un ‘under 55’ permanente. E dire che costei, alla fine degli anni ’50, aveva raggiunto una certa popolarità come valletta de ‘Il Musichiere’, all’età, se la matematica non è un’opinione, di tre-quattro anni. Decisamente una bambina prodigio.