Non so se capiti anche a voi, oppure è un ‘fenomeno’ che riguarda la
nostra famiglia in particolare, che potrebbe essere iscritta nella categoria
dei ‘recidivi’. Sto parlando di quell’abitudine di portarsi a casa, quando si è
in vacanza, qualsiasi località essa sia, prodotti alimentari tipici, verso i
quali c’è stata, in loco, una simil ‘attrazione fatale’ e dei quali si crede di
non poter più fare a meno. Così ci si approvvigiona di questo o di quello, i
capperi delle Eolie e i pomodori secchi, la bottarga a Sant’Antioco e il tonno
di Carloforte, senza dimenticare ben tre confezioni di sciroppo d’acero che
giungono direttamente dal Vermont e, per restare in zona, tutta una serie di
‘erbette’ aromatiche, diffusissime in Alto Adige e che noi abbiamo prontamente
acquistato, vedendoci già nelle vesti di panificatori, intenti ad impastare
pani e pagnotte. Per non parlare delle lenticchie di Castelluccio di Norcia e
di quegli strani legumi tondeggianti, mai visti prima d’allora, di cui facemmo
ampia scorta in occasione di un week-end ‘lungo’ tra Umbria e Toscana. Quella
volta fu una vera apoteosi commerciale: tornammo a casa con un tale
assortimento alimentare da aver riempito il baule dell’automobile, vino,
formaggi, salumi, legumi, prodotti da forno, le verdure per la ribollita, salse
e salsine…
Ma il bello viene dopo, una volta a casa, quando, consumati nel giro
di qualche giorno i prodotti freschi e sistemati qua e là nei ripiani della
credenza quelli a lunga scadenza, scende una specie di oblio riguardo a questi
ultimi, rimandando il loro utilizzo di giorno in giorno, poi di settimane e
mesi, sempre aspettando l’occasione ‘giusta’.
-Quand’è che facciamo la ribollita?-
-Ah sì, la ribollita… La farén en dì o l’altro…-
-Ghe sarìa quel tonno de Carloforte…-
-Visto quel che l’è costà, aspeten ‘na sera che sia qua anca i nossi
fioi…-
-E quele erbete che aven comprà a San Candido?-
-Quele lì bisogna usarle quando se fa el pan…-
Insomma, passa un giorno e passa l’altro, l’occasione ‘giusta’ non si
incontra mai e i prodotti stanno lì, al loro posto, immobili, invecchiando
assieme a noi, quello che rimane della costosa bottarga sarda, le erbette
altoatesine, lo sciroppo d’acero, gli strani legumi umbri, ai quali si sono
aggiunti esotici fagioli provenienti dal Vietnam, souvenir del figlio minore, i
pomodori secchi, ancora nella loro confezione sottovuoto, tutti in attesa di
utilizzo.
Chissà poi quello che troveremo in Corsica, di ‘specifico’, da
acquistare e portare a casa, quando andremo colà con la Sat, agli inizi di
giugno, qualche ‘novità’ che possa far compagnia e rallegrare la monotona vita
di chi già staziona nei ‘patri’ cassetti…
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