martedì 7 gennaio 2014

Reiterate consuetudini


Non so se capiti anche a voi, oppure è un ‘fenomeno’ che riguarda la nostra famiglia in particolare, che potrebbe essere iscritta nella categoria dei ‘recidivi’. Sto parlando di quell’abitudine di portarsi a casa, quando si è in vacanza, qualsiasi località essa sia, prodotti alimentari tipici, verso i quali c’è stata, in loco, una simil ‘attrazione fatale’ e dei quali si crede di non poter più fare a meno. Così ci si approvvigiona di questo o di quello, i capperi delle Eolie e i pomodori secchi, la bottarga a Sant’Antioco e il tonno di Carloforte, senza dimenticare ben tre confezioni di sciroppo d’acero che giungono direttamente dal Vermont e, per restare in zona, tutta una serie di ‘erbette’ aromatiche, diffusissime in Alto Adige e che noi abbiamo prontamente acquistato, vedendoci già nelle vesti di panificatori, intenti ad impastare pani e pagnotte. Per non parlare delle lenticchie di Castelluccio di Norcia e di quegli strani legumi tondeggianti, mai visti prima d’allora, di cui facemmo ampia scorta in occasione di un week-end ‘lungo’ tra Umbria e Toscana. Quella volta fu una vera apoteosi commerciale: tornammo a casa con un tale assortimento alimentare da aver riempito il baule dell’automobile, vino, formaggi, salumi, legumi, prodotti da forno, le verdure per la ribollita, salse e salsine…

Ma il bello viene dopo, una volta a casa, quando, consumati nel giro di qualche giorno i prodotti freschi e sistemati qua e là nei ripiani della credenza quelli a lunga scadenza, scende una specie di oblio riguardo a questi ultimi, rimandando il loro utilizzo di giorno in giorno, poi di settimane e mesi, sempre aspettando l’occasione ‘giusta’.

-Quand’è che facciamo la ribollita?-

-Ah sì, la ribollita… La farén en dì o l’altro…-

-Ghe sarìa quel tonno de Carloforte…-

-Visto quel che l’è costà, aspeten ‘na sera che sia qua anca i nossi fioi…-

-E quele erbete che aven comprà a San Candido?-

-Quele lì bisogna usarle quando se fa el pan…-

Insomma, passa un giorno e passa l’altro, l’occasione ‘giusta’ non si incontra mai e i prodotti stanno lì, al loro posto, immobili, invecchiando assieme a noi, quello che rimane della costosa bottarga sarda, le erbette altoatesine, lo sciroppo d’acero, gli strani legumi umbri, ai quali si sono aggiunti esotici fagioli provenienti dal Vietnam, souvenir del figlio minore, i pomodori secchi, ancora nella loro confezione sottovuoto, tutti in attesa di utilizzo.

Chissà poi quello che troveremo in Corsica, di ‘specifico’, da acquistare e portare a casa, quando andremo colà con la Sat, agli inizi di giugno, qualche ‘novità’ che possa far compagnia e rallegrare la monotona vita di chi già staziona nei ‘patri’ cassetti…

 

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