La mattina del venerdì è quella, nella settimana, libera dagli
impegni ‘fissi’ e social-culturali (il caffè del martedì con i colleghi e il
gruppo di lettura ogni due mercoledì) e ginnici, che mi vedono attiva e
determinata il lunedì e il giovedì.
Così, tanto per non rimanere in ozio ;-), mi capita spesso
di approfittare di questo tempo senza programmi prefissati, per un veloce
incontro con l’amica Alberta per due chiacchiere e un caffè al volo. Sì, un
incontro ‘su e via’, nella sua pausa-caffè, essendo lei, ancora per qualche
mese, impegnata al lavoro, in un ente pubblico giusto a due passi da casa
nostra.
Ed è quello che ho fatto stamattina. Uno sms di ‘avvertimento’
e alle 10 in punto ci siamo incontrate davanti al suo ufficio, nell’aria tersa e
fredda di questo 18 gennaio. Due passi veloci fino al bar consueto, il solito caffè
e un rapido ‘aggiornamento’ sulle ultime news, poi i saluti e l’arrivederci
alla prossima settimana, con il mio auspicio di vederla al più presto alle gite
Sat (‘se ti iscrivi a quella del 27, me iscrivo anca mi…’ le ho detto).
Bene, sono le 10.15 e posso dedicarmi alle incombenze familiari
(=spesa dal fruttivendolo, ché, in questi giorni, ho pressoché ripulito il
frigo, prima e un salto al supermercato, poi). Sempre camminando di buon passo,
per contrastare il freddo pungente, mi dirigo verso la piazza Vittoria, dove ha
il suo rifornito banchetto il ‘verduraio’ Renzo, facendo mente locale di tutto
quello che devo comprare (perché, noi, una lista, non sia mai!!) e riflettendo
se è il caso di farmi portare il tutto direttamente a casa, quando…
Quando, grazie alla sindrome di Amleto che mi
contraddistingue (e che oramai mi seguirà fino alla tomba), decido che posso
rimandare gli acquisti a domani, allorché godrò dell’accompagnamento dell’amato
consorte, dato che per oggi posso far bastare quello che ancora c’è in casa e,
con un repentino dietrofront, torno sui miei passi.
Ma cosa succede a questo punto? Succede che, trovandomi a
passare nei pressi della scuola media Bonporti, dove ora insegna la mia cara
collega Mimma, non mi venga in mente di fare un salto là per salutarla. Il
venerdì, lo so, finisce dopo la terza ora, quindi, quale migliore occasione per
incontrarla? E non accade che, con il mio stesso proposito, non giunga anche la
comune amica Giuliana? Un incontro a tre, del tutto imprevisto, che si conclude
con una lunga e amichevole chiacchierata nel bar di fronte alla scuola, di
fronte ad una bella tazza di caffè d’orzo, tanto che, quando ci alziamo dal
tavolo, non manca molto a mezzogiorno.
E quando rientro in casa, dopo il ‘salto’ al supermercato
(quello sì, l’ho portato a termine ;-)), il consorte mi accoglie con un ‘credevo
che ti fossi persa… e avevi anche dimenticato a casa il cellulare!’.
Già, doveva essere un’uscita rapida, vado, bevo il caffè con
l’Alberta, faccio la spesa dal Renzo e torno ‘ndrè e invece ho impiegato più di
due ore… E me ne sono tornata con un ottavo di spesa!
Però, il pranzo era già ‘avviato’, perché, anche se in casa
ho un cuoco provetto, stamattina, prima di uscire, avevo già tagliato la zucca
per il risotto e cucinato una minestra di verdura per la cena di stasera. E vi
pare poco?
4 commenti:
Tu sei fantastica...e anche questa cosa de "meter su da disnar la matina" mi fa sentire a casa...sono i "miei" ritmi, quelli che hanno segnato tutta la mia giovinezza e che cerco, non sempre ci riesco, di mantenere! Mi piace andare a spasso con te per la "nostra" città! Grazie!
Hai fatto benissimo, che cosa c'è di meglio di quattro ciacole impreviste? E inoltre avevi già semi preparato!
@Migola: ultimamente sono presa da un mattutino slancio operativo e culinario senza precedenti e che meraviglia per prima me stessa...
E quando andrò a spasso per la nostra Trento, ti manderò un virtuale saluto a distanza :-D
Ciao!
@Maude: e poi, quando questi incontri sono, per così dire, non programmati, c'è ancora più gusto *_^, eheheh.
(In verità mi piacciono anche quelli 'programmati'...)
Ciao e buon fine settimana!
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