giovedì 10 gennaio 2013

La prof. Nina G.


Me ne aveva parlato l’ex alunno Francesco, un giorno del mese scorso che ero di servizio a Mandacarù.
-Sono andato a trovare la prof. G, che ora è ospite della casa di riposo di via Veneto ed è stata contentissima di vedermi…-
Ah, avevo commentato, potrei andare anch’io a farle visita, è a due passi da casa mia… E, invece, come spesso accade, anche stavolta il buon proposito è rimasto una pia intenzione e stamattina il viso dell’anziana insegnante me lo sono trovato davanti nella pagina dei ‘sorrisi’ del quotidiano locale.
Sì, la prof. Antonina G., meglio conosciuta come Nina, è ‘passata avanti’ all’età di 84 anni. Siciliana di Messina, trapiantata in Trentino da oltre cinquant’anni, aveva avviato sulla via della matematica e di Pitagora e di Euclide e dell’algebra migliaia, immagino, di studenti trentini, in una lunga carriera nelle aule della media Segantini prima e di un liceo, negli ultimi anni.
Quando fu la mia insegnante, nel triennio 1961-64 doveva essere giovanissima, poco più che trentenne ed io me la vedo ancora davanti, alta, magra, con corti capelli neri e ricci, con un grembiule nero di rasatello lucido, davanti alla lavagna o seduta dietro la cattedra. Severa ed esigente, non ammetteva ‘trasgressioni’ né dimenticanze né tantomeno atteggiamenti ‘lavativi’ (termine che talora usava con tono tagliente nei confronti del malcapitato di turno). No, non c’era confusione durante le ore di matematica, anzi probabilmente non si sentiva volare la classica mosca e si aveva il timore perfino di soffiarsi il naso, in caso di raffreddore, se non per lo stretto indispensabile.
Però era un’insegnante validissima che ti garantiva una preparazione sicura in vista delle superiori, oltreché sempre corretta nelle sue valutazioni e nei rapporti con gli studenti. Insomma, se rispettavi le regole e facevi il tuo dovere, non ci sarebbero stati problemi. E, pazienza, se non era, ella, al top delle insegnanti più amate (ma se dovessi, oggi, attribuire la palma di ‘docente preferito/a’ a coloro che ho incontrato in quegli anni, farei prima a scegliere un imparziale sorteggio…)
Ma fu nel 1974, quando, ironia della sorte, ricevetti una lunga supplenza, la prima nella scuola media, proprio nel mio vecchio istituto e mi ritrovai collega di corso della prof. G., che ne scoprii la profonda umanità. Dietro quello sguardo severo e accigliato, dietro quelle parole a volte acide e graffianti si celava una persona generosa e attenta agli altri, che mi fu di grande aiuto… morale in quella non sempre felice esperienza.
Anche per lei, mi aveva confidato, gli inizi erano stati duri, con un preside (sempre lo stesso) pronto a criticare e sancire e che quella ‘corazza’ di rigore con la quale si mostrava agli studenti, era una modalità di difesa (in parte, almeno –mi verrebbe da aggiungere).
Poi la supplenza ebbe fine, la mia strada seguì altri itinerari e i miei rapporti con la prof.G si limitarono a casuali incontri lungo le vie del centro, con qualche ‘sosta’ per un saluto e un aggiornamento delle rispettive vite.
Così il tempo è passato, un anno dopo l’altro, incontri sempre più radi, con la prof. G sempre più anziana e fragile, fino alla ‘scoperta’ del suo trasferimento nella casa di riposo e, quest’oggi, del suo decesso.
E domani mattina mi recherò al cimitero per l’ultimo saluto, con quel pizzico di malinconia che ti colpisce ogni volta che ripensi all’incessante ‘rotolare’ del tempo con il suo ‘macinare’ di ore, giorni, anni…
Riposa in pace, professoressa Nina, e che la terra ti sia lieve…

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Laveeeeeeeeeeeeeerde. luggobbbbbboniiiiiiiiiii!!!!!

cautelosa ha detto...

Ricordo, ricordo. Della Lugoboni un po' meno, ma il 'laverdiano' richiamo ce l'ho assai presente.
E ammetto che abbia angustiato un bel numero di studenti del tempo, ma, se dovessimo stilare una classifica degli insegnanti che abbiamo trovato sulla nostra strada, dalla prima media alla quarta magistrale, la G. sarebbe ai primi posti. (Mi pare già di sentire cosa stai per dire... Eheheh)
Ciao!

Anonimo ha detto...

E' bello scoprire che una persona che sembrava accigliata in realtà è profondamente umana. Quante maschere indossiamo. Per fortuna che ogni tanto possiamo togliercele!
Buon viaggio prof Nina.

cautelosa ha detto...

@Maude: ieri, al funerale, ho incontrato alcuni alunni di quella classe in cui mi ero trovata a fare una supplenza, fianco a fianco della prof. Nina e che tanto mi aveva fatto 'tribolare'. Ed è stato emozionante scoprire che anche loro, oggi 'signori' cinquantaduenni, ricordano con stima e simpatia quest'insegnante che li aveva sempre fatti 'rigare'...
Un bel risultato, per una docente.