giovedì 24 gennaio 2013

La penna d'oro dell'angelo


Io, da bambina, non sono certo stata una ‘figlia modello’, almeno secondo i canoni di cinquant’anni fa e oltre (oggi sarei considerata una fanciulla quasi esemplare ;-)): troppo vivace, troppo estroversa, ciarliera, disordinata, poco obbediente. Del tutto diversa da quella tale Paola, mia compagna di classe alle elementari, che la mia mamma mi portava spesso ad esempio: posata, silenziosa, ordinata, responsabile. Paola che usciva al mattino e tornava a mezzogiorno da scuola con il grande fiocco rosso intatto e sempre ben posizionato al centro della testa, Paola che non si sporcava né stropicciava gli abiti, che stava seduta composta nel suo banco, che non chiacchierava durante le lezioni, che obbediva alla mamma, alla maestra, al catechista. Paola, in altre parole, la bambina modello, agli antipodi di quella che ero io allora.
E accanto alla frequente citazione di quella compagna giudiziosa alla quale avrei dovuto assomigliare, c’era anche la narrazione di esempi di obbedienza filiale, premiati da soprannaturali figure alate, come nel caso di quella certa bambina, vissuta chissà quando e chissà dove, che, avendo immediatamente interrotto lo svolgimento del compito che stava completando, per rispondere ad una chiamata materna, si era ritrovata la parola, lasciata a metà, completata a lettere d’oro, nientemeno che da un angelo (o arcangelo) direttamente inviato dal cielo. Miracolo che a me, ovviamente, non sarebbe mai accaduto, essendo, diciamo così, assai meno dotata di simile virtù. E menomale, pensavo io, ché una parola metà nera di inchiostro e metà d’oro zecchino non sarebbe stata, esteticamente, il massimo, senza parlare di quello che avrebbe poi detto la maestra, a scuola…
 
E la storia dell’angelo con la sua penna d’oro mi è tornata alla mente questo pomeriggio quando, intenta com’ero a ‘spadellare’ in un improvviso moto ‘culinario’ ho rivolto al consorte che sedeva ben fermo davanti al computer, la richiesta di mettere sullo stereo un qualche cd.
-Metti su un po’ di musica, Paolo…-
Il silenzio ha continuato a regnare sovrano in casa per i successivi cinque, dieci, quindici minuti (se non oltre), finché…
-Anche a ti, Paolo, l’angelo no l’ t’avrìa scrit la parola con le lettere d’oro…-
-Chi? Cossa? L’angelo? Qual angelo?- si è finalmente riscosso il consorte, alzandosi e appropinquandosi al moderno strumento tecnologico.
-L’angelo? Le lettere d’oro? E’ che io impiego un po’ a recepire i messaggi…-
Eh sì, caro il mio marito, in fatto di penne magiche e lettere d’oro, in casa nostra l’angelo sarebbe rimasto disoccupato!!

4 commenti:

Mìgola ha detto...

Ma che fine a fatto la Paola? Perchè di solito chi è troppo bravo da piccolo qualche libertà se la prende da grande...
Non la sapevo la storia dell'angelo, bella! ;)

cautelosa ha detto...

La Paola (che non vedo da decenni, neppure per caso e sì che Tn non è N.York) è diventata una brava signora, casalinga e madre di famiglia con figli più grandi dei miei. Probabilmente era 'giudiziosa' e quant'altro per carattere, più che per scelta *_^ (eheheh).
Sulla storia dell'angelo, non ci giurerei che fosse un'invenzione materna (ché la mia genitrice è pure ella dotata di quel 'quid' di fantasia...)
Ciao!

Ktml ha detto...

Mi piace molto la storia dell'angelo, la racconterò alla mia piccola...

cautelosa ha detto...

Chissà cosa ti risponderà (eheheh!)
Ciao!