15 agosto, ore 6 a.m., la sveglia suona inesorabile. No, non è per me, ma per il
consorte, che quest’oggi ha in programma, con gli amici Patrizia e Ugo, un’escursione
in val di Rabbi, alla ‘scoperta’ dell’itinerario che lo vedrà capogita il
prossimo 1 settembre. Io, invece, che domenica scorsa, mettendo incautamente il
piede sinistro su erbosa zolla ‘instabile’, mi sono procurata una piccola
storta, , me ne starò in città, preferendo non mettere a repentaglio la
ritrovata ‘snellezza’ della caviglia in questione, dopo due giorni di costanti
impacchi di ghiaccio.
Così mi ritrovo libera da impegni di sorta, proprio in una giornata in
cui parrebbe che tutti debbano avere incontri conviviali con amici, familiari e
possibilmente in luoghi ameni, all’aria aperta, al mare, in montagna, sulle
rive di qualche lago… Pazienza, mi dico, mi organizzerò a modo mio, una puntata
in centro al mattino, approfittando della rinfrescata (e più umana)
temperatura, un pranzo ‘su e via’, magari con un trancio di pizza, qualche
lettura, un po’ di Internet navigazione, un pisolino sul divano…
Ma la Provvidenza interviene a cambiare le carte in tavola, assumendo
le vesti di mia sorella che mi invita a pranzo. Non aspettarti nulla di
particolare, precisa, una pasta fredda e un po’ di insalata. Non c’è problema,
la rassicuro e perciò, poco dopo le dodici e trenta, con una piccola pianta di
orchidea, acquistata su una bancarella del mercato settimanale che,
stranamente, si è tenuto anche nella giornata festiva, suono alla sua porta.
La tavola è già apparecchiata, tre coperti, per un pranzo al
femminile, noi due e la giovane figlia –il marito, mio cognato è al lavoro e il
figlio/nipote è ancora in vacanza, sotto il caldo sole siciliano. E il menu,
come era facilmente prevedibile, non è ‘solo’ un piatto di pasta fredda, ma ci
sono delle ottime tartellette di pasta frolla con ripieno di verdura e formaggio
per antipasto e delle piccole cheesecakes monoporzione a chiudere il tutto.
Niente di particolare, si schernisce la cuoca, che è un’eccellente chef, capace
di giocare alla pari con le creazioni del mio amato consorte. Ed io apprezzo il
tutto, con un paio di bis, tanto per gradire…
Nel pomeriggio, dopo un secondo caffè e una necessaria pausa di…
riflessione, facciamo una passeggiata lungo assolate e pressoché deserte strade
semi-periferiche. Fa caldo, ma la temperatura è mitigata da un venticello
gradevole che ci consente di camminare piacevolmente; basta solo avere l’accortezza
di scegliere le parti in ombra ;-) Così, tra un discorso e l’altro, compiamo il
nostro percorso, fino al momento di dividere le strade per il ritorno alle
rispettive dimore e alle consuete incombenze…. casalinghe.
Una volta a casa, concludo il pomeriggio festivo, dedita ad un sano
ozio, nell’attesa del ritorno del cavaliere errante… sulle montagne trentine, che ritorna
soddisfatto dell’itinerario, pronto a ripeterlo alla data stabilita.
E domani, mi chiede il consorte, come pensi di trascorrere il giorno
del tuo genetliaco? Decidi quello che vuoi fare, sarò a tua disposizione…
Già, domani, 16 agosto, raggiungerò la meta dei 20x3+3… anni,
aggiungendo una nuova tacca all’albero della mia vita. E che dire? Mi fa una
certa impressione pensare a questo numero, che mi sembra davvero grande… Forse
mi conviene pensare all’ottimistica previsione/augurio della mia augusta
suocera, la mammà, che un paio di settimane fa mi ha detto, quasi con tono
perentorio ‘te g’hai davanti altri trent’anni, come minimo’. Se lo dice lei..
;-)
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