venerdì 9 novembre 2012

Bolzano, Bozen

A me piace, Bolzano. 60 km distante da Trento, ma decisamente un altro mondo. Un centro storico ‘contenuto’, dalle tipiche architetture tedesche, i portici che corrono lungo la via principale, belle piazze, negozi ‘storici’, caffè di stile mitteleuropeo, invitanti pasticcerie, un ricco e ordinato mercato giornaliero, in un insieme di elementi che permettono l’immersione in una cultura diversa.
E mi piace andarvi, di tanto in tanto. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da acquistare, da ‘assaporare’.
Così l’altra mattina, nell’aria frizzantina di una soleggiata giornata serena, ci siamo incamminati di buon passo, il consorte ed io, verso la stazione ferroviaria. Un’ora di treno, impegnati nella lettura dei consueti quotidiani ed eccoci nel capoluogo altoatesino.
La prima meta è Castel Roncolo, l’imponente maniero che sorge su uno sperone roccioso a nord della città, all’imbocco della val Sarentino, che raggiungiamo con una comoda passeggiata, dapprima attraverso il centro storico, quindi percorrendo i giardini che costeggiano il torrente Talvera, in questi giorni ricco di acque tumultuose e spumeggianti. E’ piacevole camminare nel sole tiepido, nel verde dei giardini, tra gli alberi dalle foglie multicolori e nella tranquillità della giornata feriale; c’è poca gente, a quest’ora, sul Lungotalvera, sempre affollato nei fine settimana e pochi ne incontriamo anche al castello. La nostra visita si limita ai cortili interni e, dopo uno sguardo a Bolzano dall’alto, ritorniamo sui nostri passi verso il centro.
E’ ormai passato mezzogiorno ed è ora di sedersi per un pasto veloce, prima di una sosta alla bancarella del pane al mercato di piazza Erbe e di un ‘salto’ nella bella libreria Athesia, con la vicina e fornitissima cartoleria, un luogo dalle mille tentazioni. E non posso rimanere indifferente alle ‘proposte’, così me ne esco con alcuni acquisti ‘sfiziosi’ (vabbè, anche un po’ superflui, se proprio vogliamo sottolineare).
Freno invece i miei istinti ‘spenderecci’ nel reparto casalinghi di una certa catena commerciale (‘ma cossa te servelo, a ‘mpienirne de bazeghe?’- la voce della coscienza, pardon del consorte) e peccato (o per fortuna) che molti allettanti negozi di via Portici sono chiusi per la pausa pranzo, altrimenti le nostre finanze avrebbero corso concreti rischi.
Prima di riprendere la via della stazione, però, non può mancare una ‘visita’ al Cafè Città di piazza Walther.
-Mi voi anca ‘na feta de torta- puntualizza l’amato bene. Come si fa, infatti, ad andarsene da Bolzano senza aver gustato una di quegli splendidi dolci, di cui il mondo tedesco va giustamente fiero? No, non si può, così, una volta entrati, i passi del consorte si dirigono subito all’ampia vetrina dove fanno bella mostra di sé le innumerevoli ‘tentazioni’ della casa.
-Prenderò quel dolce di castagne-dice. Ma… il suo rimane un pio desiderio, perché il casuale incontro con un suo ex collega, che ci invita al suo tavolo e intende offrirci qualcosa, lo induce ad un ‘contenimento’ della richiesta.
-Pazienza- concluderà più tardi, mentre siamo sulla via del ritorno –me farò lo strudel, quando sen a casa..-
E così la giornata si conclude comunque con un tocco di dolcezza, sia pure alla trentina (e lo strudel ‘di famiglia’ è buono assai!); ci sarà sicuramente un’altra occasione per le specialità altoatesine!!
 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

pure a me piace

cautelosa ha detto...

Una bella città... magari anche per viverci.
Buona domenica.