domenica 4 novembre 2012

Montagna: è il momento di dire NO

Arriva sempre, un'ora o l'altra della vita di ciascuno, il momento di dire 'basta! non se ne può più!'.
A me è capitato quest'oggi, 4 novembre, in una tipica, uggiosa mattinata autunnale. C'era in programma l'ultima gita 'ufficiale' della Sat, quella che da più di dieci anni è organizzata in collaborazione con un'altra sezione e che prevede, a fianco della camminata più o meno difficoltosa, un pranzo 'rustico' cucinato da soci volonterosi. Ma anche oggi, come successo altre volte nel passato, Giove Pluvio ha deciso di metterci lo zampino, regalandoci una giornata grigia e piovosa, degna conclusione di una settimana un po' altalenante sotto il profilo meteo.
-Se piove- aveva spiegato il capogita, l'arzillo Domenico B., sempreverde 75enne, agile e scattante -modificheremo il programma, rimanendo a fondovalle, sul lago di Ledro, utilizzando, per il pranzo, i locali della sezione Sat-
Ottimo- avevo pensato con un certo sollievo -eviteremo una discesa spaccagambe (già sperimentata in precedenti, faticose occasioni).
Così stamattina, ben vestita e ombrello munita contro la precipitazione continua, mi reco al pullman e perto, in compagnia di altri quaranta 'audaci', nella convinzione di trascorrere una giornata piovosa sì, ma in lieta compagnia e con un moderato impegno fisico. Ma non ho fatto i conti con la 'forza morale' dei Satini, per i quali 'non esiste l'impossibile', 'e che vuoi che sia per un po' di pioggia?', scoprendo, quando siamo già in viaggio verso la valle di Ledro, che il nostro 'giovinetto' capogita ultrasettantenne ha cambiato idea. Altro che passeggiata tranquilla lungo il lago di Ledro, prima del momento conviviale! Si seguirà invece il programma originario, con moderata salita e decisa discesa, a tratti stile 'picchio-pendìo', con una bella escursione... sotto la pioggia.
Eh no! Così non va! Quindi, GIAMMAI! Volete fare una gita sotto la pioggia, con visibilità pari a zero, tra boschi e sentieri coperti da foglie bagnate e sdrucciolevoli? Andate pure, io dico BASTA!
E lasciati partire i volonterosi, me ne torno solitaria a Riva del Garda e di qui a Trento, con una corriera di linea, che alle ore 14.45 mi lascia alla stazione delle autocorriere, da dove mi incammino, ombrello aperto e zaino in spalla, verso la casa della mia anziana genitrice. Un'ora abbondante di strada all'andata e circa 45 minuti al ritorno: anche senza grandi dislivelli, ho fatto la mia camminata.
E con la Sat? Il prossimo anno controllerò ben bene ogni proposta e prima di iscrivermi a questa o quella uscita, consulterò attentamente i vari siti meteo. Le performances con ombrello aperto le lascio agli 'inossidabili', nella convinzione che l'andare in montagna deve essere un momento di gioia e di piacere, non una fonte di sofferenza.

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