-Eh sì, caro Paolo, mi sa tanto che oggi non puoi accampare scuse. Con
una giornata così bella non vorrai mica rimanere in casa? Sarebbe un vero delitto e, visto che la Ester
no la pòl e la Maria l’aspeta so sorèla, tocca a te venire a fare quattro passi…-
Ecco cosa ho detto verso mezzogiorno, con tono fermo e deciso, all’amato
consorte. Non ci sono impegni che tengano, bisogna approfittare del sole
tiepido e dell’azzurro del cielo, finalmente primaverili…
-E ‘ndo penset de portarme?- chiede con rassegnazione il compagno
della mia vita.
-Ma non so, andiamo su in collina, fin alla Grotta e poi decideren…-
Per i non conoscitori della realtà trentina, la cosiddetta ‘collina’ è
il termine improprio con cui si definiscono le pendici delle montagne che
delimitano ad est la città, sulle quali si trovano diversi sobborghi,
Villazzano, Povo, Cognola, con relative frazioni e frazioncine dalle svariate
denominazioni, fra cui la già citata ‘Grotta’.
Così ci incamminiamo, nel sole del primo pomeriggio, finalmente indossando
indumenti leggeri (ma con giacca nello zainetto appresso più bottiglietta d’acqua,
che non si sa mai…) e macchina fotografica al seguito (in cambio della
compagnia, qualche ‘sacrificio’ dovrò pur accettarlo…). A passi veloci
raggiungiamo il parco di Gocciadoro, splendente del (finalmente!!) tenero verde
della vegetazione, risaliamo il sentierino che conduce all’area riservata ai
cani e di qui, sempre per strade non trafficate, raggiungiamo Villazzano,
pronti ad affrontare le ripide stradicciole verso la Grotta. Uno davanti e l’altro
tre passi indietro, pronto ad immortalare scorci, lussureggianti cespugli
fioriti e la città che giace sul fondovalle, ai nostri piedi, con qualche
scatto dedicato alla sua ‘signora’ (mettiti lì, accanto a quella staccionata…
spostete en po’ pù en là… varda da sta banda, adesso da quell’altra…).
-E adesso?- domanda l’emulo di Oliviero Toscani.
-Adesso cerchiamo la stradicciola che scende verso Povo… Dovrebbe
essere una di queste- rispondo, cercando di ricordare l’esatta ubicazione –L’ho
già fatta, qualche anno fa, con la Ester…-
Sì, ‘qualche’ anno fa, probabilmente ‘molti’ anni fa, perché non
ricordo di aver compiuto, allora, un così lungo, successivo tratto di salita
decisa prima di imboccare quella che riteniamo la giusta via (non c’è un
cartello che sia uno…). Così ci ritroviamo a vagare sulla collina di Trento,
passando accanto a moderne villette, a piccoli condomini, a ville con grandi vetrate
circondate da giardini curatissimi che si intravvedono tra alte recinzioni,
percorrendo poi un angusto sentierino in un bosco un po’ selvaggio e
ritrovando, quasi per caso, la ‘retta’ via…
Ora ci attende una lunga e a tratti ripida discesa verso Povo prima e
a Trento poi, ma non senza una salutare sosta nella casa di una conoscente
casualmente incontrata per un buon caffè e una gradita fetta di torta (e come
si può dire di no a tanta cortesia?). Un’abitazione, quella in cui siamo
ospitati, ricavata da un edificio vecchio di un paio di secoli, posto in
splendida posizione con ampio giardino, che ha richiesto una radicale (e
costosa) ristrutturazione, perfettamente eseguita. E non posso non rimanere
ammirata dal grande salone o dalla luminosa cucina, pressoché perfetti e nell’arredamento
e nell’ordine, per non parlare della ‘palestra’ che intravvediamo appena
entrati nell’atrio al pianterreno… Avranno, i proprietari, la scomodità di
necessitare dell’automobile per ogni loro spostamento, però che bella casa!!
E poi ce ne torniamo a ‘fondovalle’, percorrendo, una volta in città,
il cosiddetto ‘Viale del Tramonto’, vale a dire il lungo Fersina, oggi pomeriggio
affollato di anziani a passeggio (da cui l’ironica denominazione), di mamme (e
nonne) con passeggini e carrozzine e di atletici giovanotti (oltre a rappresentanti
del gentil sesso) dediti a veloci allenamenti su e giù lungo le rive del
torrente.
-I s’è tuti moladi fòra…- commentiamo.
Era ora!! Ed è anche ora di far ritorno alla magione, perché, ridendo
e scherzando, si sono fatte le 18 e la serata è ancora lunga, almeno per il consorte,
impegnato dopo cena con l’ultimo appuntamento della rassegna cinematografica organizzata
dalla Sat (ovviamente film di montagna). La sottoscritta, invece, una volta
rientrata tra le pareti domestiche, ha una serotina botta di stanchezza e l’idea
di ri-vestirsi con abiti ‘cittadini’ e ri-uscire per, magari, appisolarsi su
scomode sedie di fronte a proiezioni documentaristiche non l’alletta per nulla.
Il divano di casa è senz’altro più comodo!!
2 commenti:
E la grotta??
No, no, è la Grotta di Villazzano, quella frazioncina da cui puoi raggiungere il rifugio dei Bindesi. Non so perché si chiami così, forse c'è una grotta, da qualche parte. Recentemente qui c'è stato un notevole incremento edilizio. Bel posto, ma sempre con la macchina in mano...
Ciao!
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