sabato 29 dicembre 2012

Le brave ragazze di una volta...

Mi è tornata alla mente leggendo di quel sacerdote di Lerici che esprime personali idee sugli, ahimè frequenti, omicidi di donne, ad opera di maschi che si sentono padroni della vita altrui.
E’ una banalissima poesiola, di autore (autrice?) ignoto che ‘apriva’ il libro di economia domestica, in dotazione alla scuola media di una volta, quella da me frequentata nei lontanissimi anni tra il 1961 e il 1964.
L’economia domestica era una disciplina riservata solo alle alunne, ovviamente, che si sarebbe poi trasformata, con la riforma della scuola media unificata, in applicazioni tecniche, per lunghi anni rigorosamente divisa tra maschi e femmine, fino a sfociare nell’attuale educazione tecnica, ora unisex.
Due ore settimanali di questa materia, con un’insegnante, donna naturalmente, nel mio caso un’anziana signorina (ma che forse avrà avuto quarant’anni o poco più…), di quelle d’antan, una zitella insomma, per la quale molte di noi (e non mi tiravo certo indietro neppure io) dovevamo essere una vera spina nel fianco. Ne avrei da raccontare, di episodi buffi in cui la povera docente era oggetto di scherzi e battutine… basti ricordare le volte in cui la sollecitavamo a parlare dei suoi gusti gastronomici per sentirla ripetere la parola ‘cuniglio’, che probabilmente era uno dei suoi piatti preferiti. Da fare pena, noi ovviamente, ma a tredici anni, un po’ di stupidèra era concessa anche allora…
Ma torniamo alla poesiola, che la professoressa Irma ci aveva fatto studiare a memoria all’inizio della prima media e ci aveva fatto recitare, una dopo l’altra (31 alunne!!), in piedi accanto al proprio banco e che io ricordo tutt’oggi. Ed ora, ve la ‘regalo’ (non inorridite, per favore!)

Conosco una mamma che ha cinque figliole
e ognuna fa bene le sue faccenduole.
La prima è brunetta, si chiama Teresa
ed ogni mattina va a fare la spesa.
Maria, la seconda, più fragile e bionda,
aiuta mammina a far di cucina.
Nennella,la terza, lavora parecchio
e tiene la casa che pare uno specchio.
C’è poi Maria Rosa, tranquilla, studiosa,
che, quando non studia, lavora di maglia
e sa cento punti, nessuno ne sbaglia!
Madama Cicogna, che ora è in cammino,
farà loro il dono di un bel fratellino.
Annetta, la quinta, non fa che sognarlo
e canta le nenie che dovranno cullarlo.
Assieme alla mamma si affretta a cucire,
per quel fratellino che deve venire,
cuffiette, abitini, le sue camiciole.
Oh, queste sì che son brave figliole!

Tralascio ogni commento a questo testo, degno di un premio Nobel, ma sono convinta che piacerebbe molto al citato sacerdote, fermo, nella sua testa, a quelle cinque brave figliole di oltre cinquant’anni fa…

4 commenti:

Anonimo ha detto...

madonna, la giraffa!!!!!!!!!!!!!!

cautelosa ha detto...

Oh yes!! Proprio lei.
Do you remember?

mariacristina ha detto...

Grazie!!! Ricambio gli Auguri per uno Splendido 2013! bacioni Mariacristina

cautelosa ha detto...

Grazie della visita.
E di nuovo, un mondo di auguri!