giovedì 20 dicembre 2012

L'azalea, ovverosia il rischio del regalo-sorpresa


Era la vigilia di Natale di un anno qualsiasi dell’era pre-euro. Saranno state le 18.30 di una giornata che era stata limpida e fredda e che ora aveva lasciato spazio ad un cielo stellato, senza nessuna speranza, per gli amanti della tradizione, di avere l’indomani un Natale bianco di neve.
Il consorte ed io stavamo tornando verso casa dopo una breve passeggiata per le vie del centro, affollato dei ritardatari dell’ultima ora alla ricerca dell’ultimo regalo da mettere sotto l’albero, quando, giunti all’altezza della chiesa del Santissimo, vedemmo avanzare verso di noi qualcuno che reggeva tra le braccia un enorme vaso di azalea, che gli nascondeva parte del volto.
-Una pianta a due gambe che cammina!- ridacchiammo –Chissà quanto pesa!-
E quando fummo vicini, scoprimmo che il ‘portatore’ era Flavio, un nostro conoscente che abitava lì a due passi.
-Flavio, t’hai comprà la pianta pù granda de tutta la fioreria? E per chi èla? Per la Livia?
Eh sì, l’azalea era proprio per la di lui moglie, Livia, che, ci disse, quell’anno si era messa in mente di volere un regalo. E glielo aveva ripetuto quasi tutti i giorni che voleva un regalo, una ‘sorpresa’ per di più e lui, pover’uomo, non aveva alcuna idea per cui alla fine si era risolto di andare dal fioraio.
-Ho volù la pù granda.. Sperente che la sia contenta, ades…-
Poi ci salutammo, auguri, buon Natale, a tutti voi, alla Livia e alle ragazze, grazie, anche ai vostri figli, ciao, ciao e riprendemmo ciascuno la propria strada.
-Io non sono tanto sicura che la Livia sia contenta di ricevere un’azalea, per quanto maxi, come regalo…- dissi al consorte mentre entravamo nell’atrio del nostro condominio.
-Mah, chissà cosa si aspettava…-confermò lui.

 Non dovetti attendere molto per conoscere l’indice di gradimento ottenuto dall’ornamentale pianta. Sarà stato il 27 o il 28 quando, uscita per la spesa, incontrai Livia che portava a passeggio il cagnolino della figlia minore. Quale migliore occasione per ‘scoprire’ com’era andata?
-NON PAR LAR ME NE!!!- fu l’illuminante risposta –Gliel’avrei data sulla testa, con vaso e tutto, quell’azalea! Io volevo un regalo ‘personale’, qualcosa tutto per me, non una pianta! E pensare che, quando uscivamo insieme, mi fermavo sempre davanti alla vetrina dell’orefice Vecchietti e gli mostravo tutte le cose belle che sono esposte. Una volta, due volte, tre, quattro, cinque volte. Uno dovrebbe capire… Aveva solo da entrare e scegliere un monile o l’altro. E mica pretendevo un brillante! Era una spesa affrontabile senza fare un mutuo! [Flavio, oggi felicemente pensionato, era un professionista con un reddito decisamente buono]

 -Eh, voi, beate donne, con le vostre manie delle sorprese!- commentò il marito quando lo misi al corrente delle ‘novità. –Si corre il rischio di restare delusi! E’ meglio comperarselo da soli, il regalo! O al massimo andare assieme…-

Va bene, caro consorte, ma se voi prestaste un po’ di attenzione anche ai messaggi ‘non verbali’ sarebbe una gran bella cosa!!

2 commenti:

Ktml ha detto...

Si, agli uomini basterebbe ascoltarci un pochino di più... e scoprirebbero in un attimo i nostri desideri ;)

cautelosa ha detto...

Sì, basterebbe davvero poco...
E invece, a volte sembrano affetti da sordità totale, ahimè.
Buona serata!