sabato 25 febbraio 2012

Ingannevoli apparenze

Un nostro amico di escursioni montane, trentino doc con pedigree d’eccellenza, ‘portatore’ di uno dei cognomi più diffusi nella città del concilio, è stato dotato da madre natura di occhi e capelli scuri, che, assommati ad una carnagione altrettanto scura, non lo caratterizzano, a prima vista, come un tipico discendente di antiche tribù celtiche. E da quando, poi, ha cominciato a portare un accenno di barba su guance e mento, si è accentuata una certa somiglianza con immigrati provenienti da paesi del bacino del Mediterraneo.
Il fatto, curioso se si vuole, ma senza particolare rilevanza, gli ha invece creato problemi in occasione di viaggi in Italia e all’estero, sia per motivi di lavoro sia per turismo. Richiesta di documenti, controlli accurati negli aeroporti e/o in importanti stazioni ferroviarie (a Monaco di Baviera e a Stoccarda, per ricordare gli ultimi episodi), con esame dei bagagli, apertura valigie alla ricerca di chissà quale ordigno o sostanza stupefacente o altro ‘pericolo pubblico’ e scuse successive (quando va bene) se non un grugnito, quasi a dire ‘vai pure, stavolta l’hai scampata’….
E lui, ormai abituato, vive con filosofia queste situazioni, accettandone i disagi senza crucciarsi più di tanto.
Io invece non so se sarei così capace di un simile ‘aplombico’ atteggiamento, diventando oggetto di controlli, legati ad ingannevoli apparenze.
E purtroppo l’aspetto esteriore spesso condiziona anche i nostri atteggiamenti verso chi non conosciamo: siamo diffidenti di fronte a chi è malvestito o ‘abbronzato’ o palesemente ‘diverso’, innalzando subito delle barriere non visibili, ma chiaramente percepibili, mentre siamo più aperti e ben disposti nei confronti di chi si presenta ‘in regola’.
Come ben sanno quei ‘gentiluomini’ che si presentano alla porta di solitamente diffidenti anziane, pronti a truffarle, dopo averne carpita la fiducia proprio grazie ad eleganti completi con cravatta regimental

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