mercoledì 8 febbraio 2012

Domenica di sole e di gelo

Anche il Trentino, finalmente, ha visto la neve. Non a Trento, dove il cielo si è mantenuto grigio e cupo per tutta la giornata con nubi basse fino a toccare la ‘collina’, vale a dire la fascia periferica alle pendici dei monti ad est della città, dove probabilmente qualche fiocco è caduto, ma nelle vallate e sulle montagne, sia pure in quantità non rilevante (il tg3 di tarda serata non ne accenna neppure...)
Era comunque strano vedersi così diversi dal resto (o quasi) dell’Italia, da quelle zone sommerse da neve inconsueta o inaspettata, noi, una fredda enclave grigio-verde accomunata al resto del paese solo dalle rigide temperature di questi giorni.
E allora, se la neve non è venuta da noi, siamo stati noi ad andare dalla neve e sia sabato sia domenica due pullman di appassionati scialpinisti e/o amanti della ciaspola hanno preso la via dell’espatrio in terra austriaca, una ventina di km dal passo Brennero, all’imbocco della Oberbergtal, dove di neve farinosa, soffice e abbondante ce n’è in grande abbondanza. Unico neo, i circa meno quindici (qualcuno giurava che fossero addirittura venti i gradi sotto lo zero…) che ci attendono al nostro arrivo a Gries. E per fortuna non c’è vento!
Ciascuno, comunque, è attrezzato alla bisogna, con ‘tecnico’ abbigliamento adatto anche a temperature quasi polari: niente pesanti velluti a ‘coste’ di pantaloni alla zuava, niente pesanti maglioni sferruzzati a mano da solerti mamme (o nonne) e neppure quei calzettoni di lana spesso di casalinga fattura, ma indumenti più leggeri e nello stesso tempo più caldi, di tessuti traspiranti, antivento e di veloce asciugatura.
Qualcuno è addirittura irriconoscibile, tra berretto, bandana, occhiali e cappuccio e lo si distingueva solo dal colore di qualche capo di abbigliamento.
-Chi sarà quella giacca a vento rossa?-
-Ah sì, è la Carla… Non la riconoscevo, con quella berretta fin sul naso…-
Così ci inerpichiamo, lungo una comoda traccia nel bosco fino alla Sattelbergalm, una grande struttura ricettiva con self-service, domenicale meta di decine e decine di escursionisti, ma non è il momento di fermarci. E’ ancora presto e c’è altrettanto dislivello per raggiungere la Sattelberg, la cima innevata e battuta dal vento con la sua brava croce di legno, ma io non sarò tra i ‘conquistadores’, perché, risalito il pendio tra possenti conifere completamente ricoperte da soffice neve, simile a bambagia e raggiunta l’aperta e soleggiata parte sommitale, cedo le armi e faccio dietrofront.
Per oggi ho sofferto abbastanza: nonostante le manopole di piuma ho le mani completamente gelate (per non parlare dei piedi…), ma la situazione più critica riguarda il viso con berretto e bandana in parte irrigiditi dal gelo e uno strato sottile di ghiaccio all’interno degli occhiali da sole.
Basta, desidero un luogo caldo e una minestra bollente, mi dico riprendendo la via del ritorno. E non sono la sola a tornare indietro.
Con due compagne di avventura scendo verso la malga, seguendo una traccia del tutto diversa da quella della salita che ci costringe ad un allungamento del percorso ed è con vero sollievo che raggiungiamo la meta e i due Knödeln in brodo, caldo e ben salato che ristorano stomaco e animo.
Nel giro di una ventina di minuti tutti i compagni sono alla Sattelbergalm, ciascuno debitamente ‘rinfrescato’ e ciascuno desideroso di una pietanza calda caldissima…
Verso le 14.30 cominciamo a scendere lungo un ampio vallone verso il fondovalle dove l’autista Orazio ha trascorso lunghe ore in nostra attesa all’interno del pullman, avendo trovato chiusi i due locali pubblici del paesino di Gries. Menomale che, nella sosta mattutina all’autogrill di Bressanone, aveva comperato un panino imbottito (‘quasi per caso- ci racconta –altrimenti sarei rimasto senza pranzo…’)
E per tutto il viaggio di ritorno, uno dei leit-motiv dei discorsi è il freddo polare della giornata e il rischio di trovarsi con le punte delle dita in via di congelamento.
-Sapevamo benissimo di queste temperature gelide… E se avessimo dovuto ricorrere al pronto soccorso, non avremmo neppure potuto lamentarci, per non fare la figura del sindaco Alemanno!!



5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma, e quel pilastro cos'è ?

Anonimo SQ

ondainlove ha detto...

ciao, bentrovata!

ondainlove ha detto...

ciao, cautelosa. bentrovata!
che bellezza la tua neve!

cautelosa ha detto...

@Anonimo SQ: quel pilastro è uno dei viadotti del tratto austriaco dell'autostrada del Brennero, a pochi km dal ponte Europa e da Innsbruck.
Buona serata!

@Onda: la neve è davvero bellissima; la temperatura... un po' meno.
Ciao!

Murasaki ha detto...

Ghiaccio all'interno degli occhiali da sole?!?!?
Hai fatto benissimo a non proseguire. In questi giorni sto facendo la prima guerra mondiale, e mentre ti leggevo pensavop: i nostri ragazzi, poveretti, ce li han mandati a forza, lassù in inverno - ma potendo scegliere, se ne stavano molto volentieri a casa!