martedì 17 gennaio 2012

Vacanza in Patagonia-22° giorno

Sabato 26 novembre
E al mattino ci ritroviamo, sei ‘alpinisti trentini’ dispersi nelle patagoniche lande dell’argentina provincia di Santa Cruz, a decidere il da farsi: attendere al Kapenke le decisioni delle Aerolineas Argentinas riguardanti il nostro prossimo futuro, come consigliato dalla stessa società aerea o agire in prima persona?
Così, mentre le tre signore e Paolo F., quasi sprofondati negli ampi divani della hall, sono occupati in un sano ozio… telematico, Ugo e il consorte si recano a grandi passi decisi all’ufficio della linea aerea per concordare modalità e tempi del nostro ritorno alla capitale, da cui ritornano circa un’ora più tardi con le novità del giorno.
Per prima cosa, l’husband tiene fra le mani un nuovo biglietto aereo per Montevideo, verso la quale partiremo domani mattina alle 11, cui segue immediata telefonata all’anziana suor Augusta W., paterna zia che da oltre cinquant’anni opera come missionaria in Uruguay, per comunicarle il cambio di programma, mentre, per quanto riguarda la sorte comune, l’ultima news è che ci recheremo, poco dopo mezzogiorno, in pullmino a Rio Gallegos (300 km a sud), da dove voleremo a Buenos Aires con arrivo verso le 21.
Ed è quello che avviene: alle 12.30 saliamo a bordo di un moderno (e comodo) pullman da una trentina di posti e partiamo verso la nuova destinazione, che raggiungiamo neppure tre ore più tardi, un tempo di tutto rispetto, grazie alla velocità sostenuta e costante (anche oggi traffico pressoché inesistente) tenuta dallo chaffeur.
Poi, una volta entrati nell’affollato aeroporto, siamo oggetto di un trattamento quasi di favore: corsia preferenziale che ci permette di by-passare una lunghissima coda e nessun controllo al peso dei bagagli. Le Aerolineas Argentinas probabilmente ritengono che abbiamo già pagato il nostro scotto…
Sono comunque sorpresa del fatto di trovarci ‘solo’ in una ventina, di tutti gli oltre cento passeggeri a cui era stato cancellato il volo e non posso non domandarmi dove siano finiti gli altri, compresa quell’irascibile signora americana, con diversi giovani figli al seguito, che ieri sera a El Calafate aveva polemizzato con Ugo e l’husband, colpevoli, a suo dire, di scavalcare la fila… Quesiti destinati a rimanere senza risposta.
Infine, con nostro grande sollievo, eccoci a bordo del velivolo proveniente da Ushuaia pronti al decollo e, puntuali, circa tre ore più tardi, siamo sopra le luci di Buenos Aires.
Una volta atterrati e recuperati i bagagli, usciamo nel caldo (quasi 30°C) della notte porteňa e troviamo ad attenderci il taxi-van inviato dall’agenzia, il quale ci conduce all’hotel dove trascorreremo la notte. Non il previsto (e disdetto) hotel Scala, ma, sempre sull’immensa Avenida 9 de Julio, all’altezza dell’obelisco, simbolo principe di Buenos Aires, al Caesar Park. Qui, Ugo e Patrizia, Paolo e Silvana trovano ad attenderli un impiegato con i nuovi biglietti per il volo Iberia (domani sera alle 22 circa) e qui ci salutiamo con un abbraccio affettuoso e già un pizzico di nostalgia, qualche ora più tardi, dopo l’ultima cena all together nel tipico e affollatissimo ristorante Chiquillin.
Arrivederci, ‘ragazzi’. E’ stata una bellissima vacanza e voi siete stati compagni speciali…

Ed ora noi due, l’husband ed io, siamo pronti per l’ultima, breve tranche di questa lunga esperienza sudamericana.

4 commenti:

'povna ha detto...

OT: carissima, se vuoi la pw è Frankenstein Junior

cautelosa ha detto...

Grazie! Non ci sarei arrivata neppure sotto tortura!!
E, per ringraziarti, ti svelo il 'tuo' nome, quello che mi confidasti nel sogno: Cerasa.
'Nel senso di ciliegia?' ti avevo chiesto.
Dimmi tu se non ho una fantasia fervida...

'povna ha detto...

Meraviglioso! E, ti assicuro, la realtà non è poi tanto meno strana!

Sine ha detto...

Un passaggio per un saluto al volo.
Ciao