18 marzo, ‘recita’ il calendario odierno. 18 marzo, meno 3, dunque,
all’inizio ufficiale della primavera, quel ‘San Benedetto, la rondine sul tetto’
(o sotto? Non lo ricordo…). E uno comincia già a vedere i mandorli (o i
ciliegi, i peschi o qualsiasi albero venga alla mente) in fiore e l’erba verde
e le foglioline tenere e i fiorellini nei prati e già pensa a riportare sul
balcone i vasi dei gerani che hanno svernato sul pianerottolo davanti alla
porta di ingresso alle soffitte e già ha lanciato occhiate interessate alle
vetrine che presentano le nuove proposte in un tripudio di colori delicati e tessuti
leggeri.
E invece capita che ti svegli al mattino del 18 marzo, meno 3 alla
primavera e subito rimani colpita da un chiarore inatteso, diverso, un chiarore
di neve. La neve??? Sì, la neve che scende copiosa in larghi fiocchi pesanti,
come non ne hai vista mai in questo ultimo inverno, che ha già imbiancato i
tetti e gli alberi dei giardini vicini e le strade e i marciapiedi. E subito
chiami il consorte che sta ancora dormendo il sonno del giusto e senti provenire
da sotto le coltri una voce assonnata che ti dice che il servizio meteo l’aveva
prevista… Sì, d’accordo, ma così abbondante? E allora siete in due a guardare
meravigliati da dietro i vetri quella bianca danza incessante che sembra quasi
ipnotizzare gli sguardi, mentre attendete che il caffè salga nella macchinetta.
E, sorseggiando la nera bevanda, sempre con gli occhi rivolti all’esterno,
apprezzate come non mai il tepore della casa e il poter rimanere, pigri ed
oziosi, all’interno delle pareti domestiche…
Sì, quest’oggi non ho messo il naso fuori. Complice un leggero, ma
fastidioso mal di schiena, ho trovato la giustificazione per ‘saltare’ la
lezione mattutina di ginnastica e quella pomeridiana di inglese, evitando la
settimanale ‘inerpicata’ (?) lungo le vie della collina, che, se è un piacevole
esercizio nelle belle giornate, quest’oggi sarebbe un obbligo poco gradito. E
cosi, distesa sul divano, ben avvolta in un vecchissimo sacco a pelo (sì, il ‘famigerato’del lontanissimo viaggio in Inghilterra) mi sono dedicata alla lettura di un ‘romanzone’
avvincente, che non farà di sicuro vincere il premio Nobel alla sua autrice, ma
mi ha tenuta legata fino all’ultima riga…
Questo fine settimana, invece, siamo stati in trasferta in val
Pusteria, a Prato alla Drava, per una tre giorni sulla neve, in compagnia dei ‘soliti’
amici tridentini, compagni di viaggio, montagna, concerti, cene conviviali… Due
giornate, venerdì e sabato, fredde ma piene di sole e la domenica in netto peggioramento.
Piste ottimamente innevate, lungo le quali il consorte ha sciato da par suo,
assieme al gruppo degli sportivissimi (= tutti gli altri). Ed io, che, dopo una
poco felice esperienza sugli sci risalente ai remoti anni settanta, non ho più avuto
interesse per questo sport, mi sono ‘accontentata’ di lunghe passeggiate,
assieme a Gabriella che, ahimè per lei, ha dovuto, in questa stagione,
rinunciare a saettare con perizia lungo le piste, dopo una imprevista caduta di
qualche mese fa. Si rifarà il prossimo anno…
2 commenti:
L'abbiamo inviata noi, quella che ci avanzava!;)
Qui abbiamo avuto una settimana intera di nevicate, nevicatine...e perfino io che ADORO la neve incomincio ad aver voglia di fiorellini! Un abbraccio!
Troppo generosa, carissima!
E speriamo tutti, adesso, che la primavera non si faccia troppo attendere...
Ne sentiamo proprio la mancanza...
Un abbraccio affettuoso.
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