sabato 10 dicembre 2011

Vacanza in Patagonia-16° giorno


Domenica 20 novembre
Invece il pullmino arriva. Puntualissimo e pronto a raccogliere, hotel dopo hotel, turisti di varia nazionalità per poi ‘trasbordarli’ ad un capiente pullman che si dirige a velocità sostenuta a Bajo Los Sombras, (lago Argentino) da dove, a bordo di una veloce imbarcazione, raggiungeremo il Perito Moreno, il terzo dei ghiacciai in ordine di grandezza di questa sezione delle Ande, ma sicuramente il più conosciuto, ammirato e ‘visitato’, dichiarato dall’Unesco ‘patrimonio dell’umanità’.
E il Perito Moreno ci accoglie nella sua veste migliore, in una domenica soleggiata e serena, senza vento e con una temperatura gradevole, mostrando già a chilometri di distanza l’ampio fronte dagli alti ‘pennacchi’ frastagliati e aguzzi. Dal ponte della barca, man mano ci avviciniamo, osserviamo l’enorme massa azzurrognola, con la speranza (vana) di veder crollare nelle acque del lago qualche punta percorsa da grosse crepe e il sollevarsi della conseguente liquida nube azzurrognola.
Giunti al luogo dello sbarco, troviamo ad attenderci dei giovani ranger che ci accompagneranno nell’escursione sulla superficie ghiacciata, non senza averci prima spiegato tutto quello che c’è da sapere sul ghiacciaio e sulle sue peculiarità, sottolineando come sia uno dei pochi in espansione nell’intero continente. E’ poi il momento di agganciare i ramponi agli scarponi (o alle scarpe di varia tipologia calzate dalle decine di turisti, alcune delle quali del tutto inadatte…) e cominciamo la camminata sul ghiacciaio.
In rigorosa fila indiana dietro il giovane Flavio (anch’egli nipote di emigrati, piemontesi), con il collaboratore Carlos, risaliamo pendii, scendiamo lungo stretti passaggi, passiamo accanto a crepacci e a inghiottitoi nei quali si osserva un’acqua azzurrissima, ammiriamo spaccature e ‘aperture’, per un’ora di straordinaria esperienza… glaciale, concludendo con un brindisi finale offerto dall’organizzazione a base di whisky con ghiaccio del Perito Moreno. Per fortuna la bevanda è accompagnata da un dolce tipico, che controbatte gli effetti alcoolici di quella pur minima dose.
Quindi, scattate le ultime foto di rito, tolti i ramponi e salutati le giovani guide, raggiungiamo il vicino bosco e la zona pic-nic, dove possiamo dedicarci ai piaceri…. della tavola (con quanto portato nello zaino…), in attesa della motobarca che ci riporterà a Las Sombras, ma l’escursione non è ancora finita, perché, con il pullman del mattino, raggiungiamo il grande belvedere sul Perito Moreno dal quale dipartono lunghe passerelle in metallo e legno con ampi balconi per splendide vedute sull’immensa lingua glaciale, la cui superficie risplende nel sole del tiepido pomeriggio.
All’ora stabilita, con puntualità simil-teutonica, l’automezzo riparte verso El Calafate, regalandoci le ultime vedute di questo spettacolare ghiacciaio e nel giro di un’ora o poco più tutti i turisti sono ‘recapitati’ ai rispettivi hotel. Una veloce ‘risistemazione’ prima di affrontare le allettanti sirene rappresentate dai negozi della cittadina e prima dell’ultima fatica della giornata, vale a dire la cena e, soprattutto, la ricerca del locale ‘giusto’ in cui gustare tipiche specialità.
E come sempre accade, anche stasera dedichiamo alla tavola il tempo adeguato, visti i ritmi…. slow dei ristoranti e relativi camerieri.
Una vita vissuta con calma.

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