Non saremo per caso stati trasportati nottetempo in quel di Trieste, la città che molti disinformati credono sia separata da Trento da un ‘modesto’ ponte, mentre dista esattamente 326 km (185,05 in linea d’aria), ho pensato l’altra notte, svegliata da potenti raffiche di vento, in perfetto stile ‘bora’, che ululavano, muggivano, rimbombavano fra il complesso di condomìni dove abitiamo.
E invece no, ho appurato al mattino, osservando dalla grande vetrata del soggiorno il consueto panorama, con il monte Bondone a fare da sfondo, la selva di case e ‘palazzi’, dominati dall’alto del nostro settimo piano e le alte conifere del giardino della vicina casa di riposo ‘scosse’ in una frenetica danza… ventolosa, no, siamo sempre nella città del Concilio…
Poi, recandomi alla consueta attività ginnica, con i capelli che il vento acconciava in originali ‘alzate’ con volute a mo’ di capitello ionico e immediate ‘ricadute’, mentre stringevo con forza il tappetino blu che sembrava anelare a fughe in libertà e tutt’attorno mulinavano foglie, carte, residui di vario materiale ‘leggero’, con qualche rametto d’albero in sovrappiù, sperando di non incocciare nella tegola volante o nel ramo divelto, mi è venuto alla mente l’incontro che avrei avuto nel pomeriggio con le Girasole.
-Vi aspetto a casa mia- aveva scritto via mail la socia fondatrice Renata –per un casalingo ‘torghele’, preceduto da una salutare passeggiata lungo tranquille vie collinari.-
Una merenda-cena in compagnia, con castagne, due tartine, un ‘tortèl’ di patate, uno strudel e tutto quello che l’operosità delle socie avrebbe prodotto. Una bella idea, certamente, ma una passeggiata proprio in una giornata come questa, con un vento che soffia alla velocità di circa cento km all’ora?
E infatti c’è stato un cambiamento di programma: niente camminata ‘salutista’, ma il raduno direttamente nel confortevole salotto della nostra amica, dove ci siamo ritrovate a schieramento quasi completo, attorno alla tavola imbandita. Un assaggio e una chiacchiera, una chiacchiera e un altro assaggio, abbiamo fatto onore ad ogni piatto, in una calda atmosfera conviviale, al riparo da qualsiasi intemperanza meteorologica.
Poi, quando le nove erano già scoccate, la proposta di Giuliana di scendere, ella ed io, a piedi in città, alle rispettive dimore.
‘Ma siete impazzite? Con questo vento? Tutta quella strada? E se incontrate qualche malintenzionato?’ le reazioni, tra lo sconcertato e lo stupefatto, delle amiche. Ma noi, impavide, ben protette con tanto di berretto e sciarpa, ci siamo incamminate nella notte stellata, approfittando di un’insperata pausa ‘ventolosa’ e, passo dopo passo, tra un discorso e l’altro, senza incontrare anima viva, siamo arrivate in piazza Fiera, dove le nostre strade si sono divise.
Circa quaranta minuti di cammino, giusta conclusione di una serata piacevole e ‘calorica’, tanto per tenerci in esercizio. E poi, non era forse in programma, la passeggiata? ;-)
E a proposito di ritrovi conviviali, sta cominciando un periodo di overdose… culinaria. Solo questa settimana abbiamo in previsione due cene, una sull’altopiano del Renon, in un tradizionale appuntamento con i consueti amici di viaggio e di montagna e l’altra, sabato, in casa di altri amici, per non parlare del pranzo di famiglia, domenica prossima, per festeggiare i 30+30+5 dell’amato consorte, un importante traguardo che gli consentirà di usufruire di (modesti) sconti sui biglietti di entrata a musei e/o altre attività culturali... Comincio a nutrire timori per la situazione del mio guardaroba.. ;-)
E invece no, ho appurato al mattino, osservando dalla grande vetrata del soggiorno il consueto panorama, con il monte Bondone a fare da sfondo, la selva di case e ‘palazzi’, dominati dall’alto del nostro settimo piano e le alte conifere del giardino della vicina casa di riposo ‘scosse’ in una frenetica danza… ventolosa, no, siamo sempre nella città del Concilio…
Poi, recandomi alla consueta attività ginnica, con i capelli che il vento acconciava in originali ‘alzate’ con volute a mo’ di capitello ionico e immediate ‘ricadute’, mentre stringevo con forza il tappetino blu che sembrava anelare a fughe in libertà e tutt’attorno mulinavano foglie, carte, residui di vario materiale ‘leggero’, con qualche rametto d’albero in sovrappiù, sperando di non incocciare nella tegola volante o nel ramo divelto, mi è venuto alla mente l’incontro che avrei avuto nel pomeriggio con le Girasole.
-Vi aspetto a casa mia- aveva scritto via mail la socia fondatrice Renata –per un casalingo ‘torghele’, preceduto da una salutare passeggiata lungo tranquille vie collinari.-
Una merenda-cena in compagnia, con castagne, due tartine, un ‘tortèl’ di patate, uno strudel e tutto quello che l’operosità delle socie avrebbe prodotto. Una bella idea, certamente, ma una passeggiata proprio in una giornata come questa, con un vento che soffia alla velocità di circa cento km all’ora?
E infatti c’è stato un cambiamento di programma: niente camminata ‘salutista’, ma il raduno direttamente nel confortevole salotto della nostra amica, dove ci siamo ritrovate a schieramento quasi completo, attorno alla tavola imbandita. Un assaggio e una chiacchiera, una chiacchiera e un altro assaggio, abbiamo fatto onore ad ogni piatto, in una calda atmosfera conviviale, al riparo da qualsiasi intemperanza meteorologica.
Poi, quando le nove erano già scoccate, la proposta di Giuliana di scendere, ella ed io, a piedi in città, alle rispettive dimore.
‘Ma siete impazzite? Con questo vento? Tutta quella strada? E se incontrate qualche malintenzionato?’ le reazioni, tra lo sconcertato e lo stupefatto, delle amiche. Ma noi, impavide, ben protette con tanto di berretto e sciarpa, ci siamo incamminate nella notte stellata, approfittando di un’insperata pausa ‘ventolosa’ e, passo dopo passo, tra un discorso e l’altro, senza incontrare anima viva, siamo arrivate in piazza Fiera, dove le nostre strade si sono divise.
Circa quaranta minuti di cammino, giusta conclusione di una serata piacevole e ‘calorica’, tanto per tenerci in esercizio. E poi, non era forse in programma, la passeggiata? ;-)
E a proposito di ritrovi conviviali, sta cominciando un periodo di overdose… culinaria. Solo questa settimana abbiamo in previsione due cene, una sull’altopiano del Renon, in un tradizionale appuntamento con i consueti amici di viaggio e di montagna e l’altra, sabato, in casa di altri amici, per non parlare del pranzo di famiglia, domenica prossima, per festeggiare i 30+30+5 dell’amato consorte, un importante traguardo che gli consentirà di usufruire di (modesti) sconti sui biglietti di entrata a musei e/o altre attività culturali... Comincio a nutrire timori per la situazione del mio guardaroba.. ;-)
Nessun commento:
Posta un commento