A volte basta davvero poco per renderci più sereni, riappacificati con
il mondo, quasi quasi più felici. E’ sufficiente che le nubi di un cielo grigio
e bigio che ci sta opprimendo da giorni comincino a diradarsi, lasciando timidi
spiragli di sereno e permettano di chiudere l’ombrello, fedele amico che ti
segue come un cagnolino. Subito ti senti più leggera e ben disposta con il
desiderio di belle passeggiate all’aria aperta, che diventano ancor più ‘appetibili’
vedendo poi uno splendido sole brillare in cielo.
Peccato soltanto che sia martedì e il pomeriggio mi veda impegnata
dietro la cassa di Mandacarù e possa guardare il ritrovato azzurro del cielo
solo dalle ampie vetrine. E dal mio ‘osservatorio’ umano posso notare come sia
generale la soddisfazione per il ritorno del sereno: non c’è cliente che non
esprima sollievo e speranza per i giorni a venire.
-Peccato si tratti di una situazione temporanea- commenta qualcuno più
informato sulle previsioni meteo. Sì, perché pare davvero che si tratti di un
breve momento tra una perturbazione e l’altra, come anch’io ho sentito
ascoltando un giornale radio stamane. E ancora più breve del previsto, perché
saranno state le sei del pomeriggio quando, lanciando un casuale sguardo dalla
porta aperta da un cliente che stava entrando, ho notato uno strano ‘luccichio’
del selciato stradale.
-MA STA PIOVENDO?- ho domandato con voce piena dei delusione.
Sì, stava già ri-piovendo. Una lieve pioggerellina, lieve come quella ‘di
marzo’, di una famosa poesia d’antan, che picchiando argentina sui tegoli vecchi
del tetto, sul fico e sul moro, ornati di gemmule d’oro, ci informava che era
passata l’uggiosa invernata e che presto sarebbe giunta primavera… Magari fosse
quella! Invece era solo la solita, noiosa, precipitazione di febbraio. Ed io
ero pure senza ombrello!!
Nessun commento:
Posta un commento