domenica 20 ottobre 2013

Sabato e domenica

Di nuovo il fine settimana. Un sabato ‘socialmente’ operoso, con una ‘chiamata’ extra da Mandacarù (non so come domandartelo…, potresti venire, almeno un’ora o un’ora e mezzo, sabato mattina?) alla quale non ho potuto dire di no, un paio d’ore circa alla cassa e, nel pomeriggio, con il banchetto dello scambio libri alla castagnata di un quartiere della circoscrizione.
Un appuntamento fisso, questo della metà di ottobre, che si tiene in una strada per l’occasione chiusa al traffico lungo il torrente Fersina, con il concerto della banda, il recital di alcuni poeti dialettali, la visita guidata alla parte più antica della zona, la musica, la cottura e successiva distribuzione delle castagne nonché delle torte, che solerti mani hanno preparato per l’occasione e di bibite di varia specie. Poi l’angolo dove intraprendenti bambini mettono in vendita giocattoli e oggettistica varia, con di fronte il gazebo degli scout, affollatissimo, e poco più in là, due bancarelle che vendono frutta e verdura direttamente dal produttore al consumatore e noi, ovviamente, con il nostro gazebo, tre tavoli e due panche sui quali, al mio arrivo, trovo già disposti decine e decine di libri, di ogni genere e di ogni ‘stato’ (nuovi, seminuovi, decisamente usati…).
E qui mi appresto, per le circa tre ore del mio ‘servizio’, ad esercitare le nobili virtù della pazienza e della tolleranza, le quali, ahimè, non sempre fanno parte delle mie prerogative, nei confronti di quei visitatori che rovistano, rovesciano, fanno cadere, cercando sempre qualcosa che non c’è, passano di qua, si spostano di là, te li trovi dietro la schiena.. Poi la signora straniera, probabilmente una badante, che ti chiede se abbiamo libri in russo e il giovanotto che cerca dei testi ‘storici’ e la nonna che vorrebbe qualcosa di piacevole per il nipotino e quell’habitué che ‘piomba’ come un falco non appena arriva qualcuno con una sporta piena di libri… Insomma, un bel condensato di umanità, con volti che abbiamo imparato a conoscere in questi anni e tanti tra amici e conoscenti che passano di là per un saluto, due chiacchiere, uno scambio.
Non c’è da annoiarsi, insomma. E anche noi, al banchetto, riceviamo il cartoccetto d’ordinanza delle castagne, buone, con un paio di assaggi delle casalinghe torte (io ‘scelgo’ un micro-pezzetto della mia, per rendermi conto di com’era riuscita…). Una torta, la mia, (ché oramai è diventata una consuetudine quella di portare un dolce fatto con le mie mani sante...), che, ad un certo punto, per un movimento ‘inconsulto’ dell’addetta alla distribuzione, è caduta violentemente a terra dalla sua ‘postazione’. LA MIA TORTA!!! ho gridato con voce quasi strozzata, assistendo all’incidente. Per fortuna è una torta ‘compatta’, ho aggiunto, perché ha corso il rischio di subire un trauma cranico quasi irreversibile… Lascio al lettore immaginare il volto stupito dell’addetta, che non si rende subito conto della mia ‘parentela’ con il dolce stramazzato a terra e, per fortuna, riemerso indenne (era ancora nel suo stampo di alluminio e ben incartato in un metro o più di argenteo involto).
Quindi me ne torno a casa, con un paio di libri interessanti (o almeno spero lo siano) e la giornata si conclude con una cena a dieci, nella casa di montagna degli amici Gabrio e Carla, con il consorte in veste di cuoco che già è in loco da metà pomeriggio. Io lo raggiungerò più tardi, con gli altri partecipanti e tutti assieme parteciperemo con impegno e appetito al gradito compito di assaporare i piatti preparati con la consueta perizia dal valente chef.
 
Oggi, domenica 20 ottobre, nessuna escursione in programma, perché è la giornata conclusiva del 119° Congresso della Sat, che quest’anno si è tenuto a Malè, con corteo, Messa, relazioni e interventi al teatro del paese e pranzo conclusivo.
No grazie, ho detto al consorte, io ‘salto’ il turno. Va’ pure da solo…
Così lui, con altri trenta soci della nostra sezione, il presidente Paolo F. in testa, si è recato a Malè con il trenino che risale le valli di Non e di Sole, quello che in tempi lontani era chiamato la ‘Vacca Nonesa’ ed io sono rimasta a casa. E in questa grigia giornata, con una pioggia scrosciante nel pomeriggio, ho fatto di tutto e di più, una passeggiata mattutina, il pranzo a Ravina, a casa di fratello e cognata, il ritorno in città a piedi, lungo l’Adige, passando davanti al nuovo museo della scienza, il Muse, qualche lettura, un giro qua e là per i blog e, per finire in gloria, quei compiti di inglese, che la teacher ogni settimana mi assegna. E sarebbe proprio grave se un’ex insegnante brillasse per scarsa diligenza!

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