mercoledì 10 aprile 2013

Sulla 'collina' di Trento

-Eh sì, caro Paolo, mi sa tanto che oggi non puoi accampare scuse. Con una giornata così bella non vorrai mica rimanere in casa?  Sarebbe un vero delitto e, visto che la Ester no la pòl e la Maria l’aspeta so sorèla, tocca a te venire a fare quattro passi…-
Ecco cosa ho detto verso mezzogiorno, con tono fermo e deciso, all’amato consorte. Non ci sono impegni che tengano, bisogna approfittare del sole tiepido e dell’azzurro del cielo, finalmente primaverili…
-E ‘ndo penset de portarme?- chiede con rassegnazione il compagno della mia vita.
-Ma non so, andiamo su in collina, fin alla Grotta e poi decideren…-
Per i non conoscitori della realtà trentina, la cosiddetta ‘collina’ è il termine improprio con cui si definiscono le pendici delle montagne che delimitano ad est la città, sulle quali si trovano diversi sobborghi, Villazzano, Povo, Cognola, con relative frazioni e frazioncine dalle svariate denominazioni, fra cui la già citata ‘Grotta’.
Così ci incamminiamo, nel sole del primo pomeriggio, finalmente indossando indumenti leggeri (ma con giacca nello zainetto appresso più bottiglietta d’acqua, che non si sa mai…) e macchina fotografica al seguito (in cambio della compagnia, qualche ‘sacrificio’ dovrò pur accettarlo…). A passi veloci raggiungiamo il parco di Gocciadoro, splendente del (finalmente!!) tenero verde della vegetazione, risaliamo il sentierino che conduce all’area riservata ai cani e di qui, sempre per strade non trafficate, raggiungiamo Villazzano, pronti ad affrontare le ripide stradicciole verso la Grotta. Uno davanti e l’altro tre passi indietro, pronto ad immortalare scorci, lussureggianti cespugli fioriti e la città che giace sul fondovalle, ai nostri piedi, con qualche scatto dedicato alla sua ‘signora’ (mettiti lì, accanto a quella staccionata… spostete en po’ pù en là… varda da sta banda, adesso da quell’altra…).
-E adesso?- domanda l’emulo di Oliviero Toscani.
-Adesso cerchiamo la stradicciola che scende verso Povo… Dovrebbe essere una di queste- rispondo, cercando di ricordare l’esatta ubicazione –L’ho già fatta, qualche anno fa, con la Ester…-
Sì, ‘qualche’ anno fa, probabilmente ‘molti’ anni fa, perché non ricordo di aver compiuto, allora, un così lungo, successivo tratto di salita decisa prima di imboccare quella che riteniamo la giusta via (non c’è un cartello che sia uno…). Così ci ritroviamo a vagare sulla collina di Trento, passando accanto a moderne villette, a piccoli condomini, a ville con grandi vetrate circondate da giardini curatissimi che si intravvedono tra alte recinzioni, percorrendo poi un angusto sentierino in un bosco un po’ selvaggio e ritrovando, quasi per caso, la ‘retta’ via…
Ora ci attende una lunga e a tratti ripida discesa verso Povo prima e a Trento poi, ma non senza una salutare sosta nella casa di una conoscente casualmente incontrata per un buon caffè e una gradita fetta di torta (e come si può dire di no a tanta cortesia?). Un’abitazione, quella in cui siamo ospitati, ricavata da un edificio vecchio di un paio di secoli, posto in splendida posizione con ampio giardino, che ha richiesto una radicale (e costosa) ristrutturazione, perfettamente eseguita. E non posso non rimanere ammirata dal grande salone o dalla luminosa cucina, pressoché perfetti e nell’arredamento e nell’ordine, per non parlare della ‘palestra’ che intravvediamo appena entrati nell’atrio al pianterreno… Avranno, i proprietari, la scomodità di necessitare dell’automobile per ogni loro spostamento, però che bella casa!!
E poi ce ne torniamo a ‘fondovalle’, percorrendo, una volta in città, il cosiddetto ‘Viale del Tramonto’, vale a dire il lungo Fersina, oggi pomeriggio affollato di anziani a passeggio (da cui l’ironica denominazione), di mamme (e nonne) con passeggini e carrozzine e di atletici giovanotti (oltre a rappresentanti del gentil sesso) dediti a veloci allenamenti su e giù lungo le rive del torrente.
-I s’è tuti moladi fòra…- commentiamo.
Era ora!! Ed è anche ora di far ritorno alla magione, perché, ridendo e scherzando, si sono fatte le 18 e la serata è ancora lunga, almeno per il consorte, impegnato dopo cena con l’ultimo appuntamento della rassegna cinematografica organizzata dalla Sat (ovviamente film di montagna). La sottoscritta, invece, una volta rientrata tra le pareti domestiche, ha una serotina botta di stanchezza e l’idea di ri-vestirsi con abiti ‘cittadini’ e ri-uscire per, magari, appisolarsi su scomode sedie di fronte a proiezioni documentaristiche non l’alletta per nulla. Il divano di casa è senz’altro più comodo!!

 

2 commenti:

Mìgola ha detto...

E la grotta??

cautelosa ha detto...

No, no, è la Grotta di Villazzano, quella frazioncina da cui puoi raggiungere il rifugio dei Bindesi. Non so perché si chiami così, forse c'è una grotta, da qualche parte. Recentemente qui c'è stato un notevole incremento edilizio. Bel posto, ma sempre con la macchina in mano...
Ciao!