domenica 11 marzo 2012

Un'alternativa domenica

Che cosa si fa, se il Meeting del Lagorai, l’annuale manifestazione scialpinistica delle sezioni Sat che si tiene la prima domenica di marzo, per assoluta mancanza di neve viene spostato nello stesso luogo in cui siamo stati solo due settimane fa? Semplice, si cambia programma, lasciando i quindici volonterosi iscritti, ‘capitanati’ dal mio amato consorte e si sceglie una meta del tutto agli antipodi, anzi, per non sbagliarsi, nella vicina provincia di Bolzano. E senza ascoltare gli inviti e le esortazioni del presidente Paolo F. ad ingrossare le fila degli sparuti satini, uno in più che cosa può cambiare?
Tra l’altro, la mia compagna di ‘viaggio’ quest’oggi è la di lui moglie, Silvana (e se non è stato capace di convincere lei, non penserà di riuscire con me…), con la quale, all’alba delle nove mattutine, lascio una ancor sonnacchiosa città verso i laghi di Monticolo, tradizionale meta di tranquilli camminatori, famiglie e bimbi compresi.
Percorriamo la destra Adige, a quest’ora percorsa da decine di amatori della bicicletta che, bardati nemmeno partecipassero al giro d’Italia, pedalano a gruppo compatto, coniugando una ‘sana’ attività fisica con una ‘sana’ dose di gas di scarico delle automobili, quindi, dopo una breve sosta nella bella piazza di Termeno per un buon caffè, siamo nel grande parcheggio nei pressi dei due bacini lacustri, già affollati di decine e decine di automobili.
E anche noi percorriamo uno dei tanti sentieri che conducono al Lago Piccolo e lo costeggiamo, dirigendoci verso il vicino Lago Grande. Di tanto in tanto dobbiamo lasciar passare audaci cicloamatori che scampanellando chiedono strada, superando baldanzosi radici e altre asperità del terreno; numerosi sono anche i cani, con padroni al seguito, che corrono, saltano, giocano, per una volta liberi tra alberi e piccole spiagge sassose. Per non parlare dell’incontro con un folto gruppo di attempati escursionisti, di cui riconosciamo immediatamente l’idioma trentino: sono gli ‘Amici della montagna’, un’associazione che ha sede in un sobborgo della città e non vi dico la sorpresa nel riconoscere ‘passati’ compagni di gite montane (‘ma gh’è anca la Sat? Ah, sol voi... E i altri? Sul Lagorai?’).
E non è finita, perché, circa un quarto d’ora più tardi, ci imbattiamo in altri conoscenti che si stanno accingendo ad un pic-nic al tiepido sole di mezzogiorno. Quando si dice la coincidenza! Del resto, i laghi di Monticolo sono l’ideale per una passeggiata di inizio stagione, una camminata facile, adatta a tutti…
Intanto è già passato mezzogiorno e anche potremmo anche noi dedicarci ai piaceri della tavola.
Andiamo a Caldaro, propongo. Conosco un locale caratteristico…
Silvana accetta di buon grado e, a passi veloci, ci dirigiamo verso il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, ma, com’è, come non è, ci capita di prendere il sentiero… sbagliato e ci tocca di vagare per una buona ora su e giù per i boschi di Monticolo, prima di trovare la retta via e giungere infine alla meta.
Finalmente!! Così ci spostiamo in macchina al vicino paese di Caldaro, uno dei centri più caratteristici della zona, con uno splendido centro storico dalla tipica e ben conservata architettura, dove, ahimé, scopriamo con vivo rammarico che la domenica è il giorno di chiusura del ristorante tipico, come si legge sul pesante portone in legno, tristemente chiuso ‘Sonntag Ruhentag’.
E non è finita, perché nel vicino ristorante-pizzeria siamo gentilmente messe alla porta, dato che la cucina sta per chiudere (sono le 13,50) e nel successivo locale, la ‘Casa del vino’, che si affaccia sulla piazza principale, dobbiamo accontentarci di un toast e del pane locale con le salsine della casa, essendo anche qui la cucina fuori servizio, data l’ora…
Va bene, se questo è quanto, facciamo di necessità virtù, diciamo. Ma il piatto servito si rivela una felice sorpresa: il toast, che poi sono due, sono fatti con pane nero e ben farcito, accompagnati da un’insalatina mista; gustose sono anche le salse che accompagnano il pane e buono il caffè finale.
Insomma, alla fine ci alziamo sazie e soddisfatte, pronte a fare i classici quattro passi del dopo pasto per le vie della cittadina, prima di rimetterci in strada alla volta di casa.
Poi, una volta a Trento, prima di ritornare alla routine casalinga, in attesa del ritorno dei rispettivi consorti, ci rimane tutto il tempo per una visita alla mostra dei lavori pro-missioni, eseguiti da operose e abili signore della parrocchia del quartiere, dalla quale esposizione usciamo con qualche acquisto… benefico.
E questo è tutto: una domenica ‘alternativa’, piacevole e serena; fra sette giorni, invece, saremo pronte e scattanti alla prima uscita ‘pedestre’ della stagione, duecento metri di dislivello in salita, cento in discesa. Una bazzecola…

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