E siamo arrivati alla fine del Carnevale. Martedì grasso, una giornata
con un pallido sole, dopo il grigiore dei giorni scorsi e la grande pioggia di
sabato che ha costretto il comune di Trento a cancellare la prevista sfilata
dei carri allegorici lungo le strade della città.
Il mio ‘mardi gras’ è cominciato con una mattutina camminata a passi
rapidi per raggiungere, nel quartiere di Cristo Re, il ‘friseur’
Edward-mani-di-forbice, per un doveroso ridimensionamento della chioma, che
ormai stava sfuggendo ad ogni controllo ;-). E qui ho dovuto prendere atto
della ‘dipartita’ (lavorativa) della simpatica Katia, la brava lavorante, che
egli ha affermato ‘non è più con noi’. Ah, ha per caso aperto un suo salone?
Non ho idea… Silenzio della parrucchiera ‘superstite’, alla quale poi chiedo il
numero di cellulare dell’ex collega, che avrei piacere di salutare, dopo tanti
anni di conoscenza.
Non posso darglielo… è la risposta che mi viene data, a bassissima
voce, per non essere udita dal titolare.
Quanta omertà! Sicuramente non è stato un allontanamento ‘pacifico’,
penso e me ne vado un po’ sconcertata, dopo averle lasciato un biglietto con il
mio numero di telefono, infilato con mossa furtiva nella tasca del grembiule
della ‘divisa’ (ma finora non ho ricevuto comunicazione alcuna …)
Così me ne sono andata con la mia testa ‘risistemata’ (e che qualcuno
se ne sia accorto!!), al settimanale appuntamento del martedì mattina con i
colleghi diversamente-lavoratori. Stamane è stato un incontro tranquillo e con
la ‘ricomparsa’ di un paio di colleghe che non vedevamo da tempo, a differenza
di quello della settimana scorsa, durante il quale si era scatenata un’accesa
discussione sul tema ‘Matteo e il suo governo’, con un crescendo di toni quasi
rossiniano.
Poi, nel pomeriggio, la consueta e ‘operosa’ attività presso Mandacarù
che mi ha permesso, nei lunghi momenti di calma tra un cliente e l’altro, di
osservare dalle ampie vetrate del negozio, l’incessante andirivieni della gente
che andava verso il centro, dove erano organizzate diverse attività per grandi
e piccini, o che ritornava dallo stesso. Molte erano le mascherine,
tradizionali, moderne, fai-da-te, come il costume-medusa della giovane Lea,
figlia di una ‘nostra’ volontaria, un largo e piatto copricapo bianco, al quale
erano incollate lunghe strisce azzurrognole. Decisamente originale, ancorché
scomodo da portare ;-)
E, una volta tornata a casa, non ho avuto dubbio alcuno nel rinunciare
ad un’uscita straordinaria per recarmi alla sede Sat dov’era in programma la
proiezione di un filmato sull’impresa di un avventuroso (e temerario)
cinquantenne che ha attraversato l’Alaska in bicicletta, percorrendo migliaia
di chilometri su neve e ghiaccio, dormendo in ripari di fortuna, talora
all’addiaccio. Roba da superman (o da fuori di testa?)
No, il rischio di crollare miseramente, vittima di Morfeo, su una o
l’altra delle non particolarmente comode sedie della sala, era forte, per cui
me ne sono rimasta tra le pareti domestiche, ‘trafficando’ con il pc e con un
orecchio distratto a Ballarò, con qualche caduta di tono sul più confortevole divano
di casa. Sono comunque riuscita a seguire dall’inizio alla fine un servizio su
Trento, presentata come una città modello e virtuosa. E dire che tanti sono i
concittadini che si lamentano, di questo, di codesto e di quello.
Incontentabili! Ma se abbiamo perfino il sindaco in testa alla classifica dei
sindaci più amati d’Italia! Cosa potremmo volere di più?
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