sabato 19 aprile 2014

Auguri!!

Buona Pasqua!!
 
 

mercoledì 16 aprile 2014

Del più e del meno...

Martedì 15 aprile, cinque giorni a Pasqua. Sembrava così lontana, una vera Pasqua ‘alta’, e invece ci siamo quasi. Giornate primaverili, piene di sole, verde, fiori rigogliosi, cieli azzurri e gradevoli temperature, con punte fin troppo calde per la stagione, tanto da costringerci a cercare posti all’ombra nei consueti incontri caffè del martedì mattina. Tutto questo fino a stamattina, quando siamo stati accolti da un’altra splendida giornata di sole, ma con un’arietta fresca fresca, giusto per usare un eufemismo, da far rimpiangere la maglia di lana… I servizi meteo, comunque, in particolar modo Katameteo in cui ripongo grande fiducia, nonostante lo scetticismo del coniuge, sono ottimisti riguardo ai prossimi giorni, con l’unica eccezione della giornata di sabato 19, che ci regalerà cieli bigi, piovaschi e temperature in calo.
Bene, ho pensato, tutto ok per l’escursione in terra altoatesina di giovedì (già, sono cominciate le infrasettimanali, tranquille passeggiate per i camminatori… più contemplativi), ma una disdetta per il sabato, giorno in cui saremo a Bologna per visitare la mostra dedicata a Vermeer. Una prenotazione ‘vecchia’ di qualche mese per un’uscita culturale e una toccata-e-fuga nella città emiliana, approfittando di una veloce (sia pur costosa) Freccia Rossa. Vorrà dire che faremo di necessità virtù, armandoci di ombrello e ‘sfruttando’ i famosi portici per una passeggiata…. all’asciutto.
La giornata di Pasqua ci vedrà, poi, ospiti al desco di mammà, che, ha già messo per così dire le mani avanti, ‘cucinerà i suoi soliti piatti’. Tanto per fare delle previsioni, ci sarà il (suo) tradizionale pasticcio di lasagne o, in alternativa, come lo scorso anno, delle tagliatelle al ragù, preparate perché tanto piacciono alla nipote più giovane, la quale ne mangiò forse forse una forchettata, seguito da un altrettanto classico arrosto con contorni vari e, a concludere, colomba e uovo di cioccolato. Un pranzo, insomma, che ci lascerà sazi e soddisfatti, al quale seguirà un ‘rinforzo’ dolciario a casa di mia sorella, nel corso del pomeriggio.
E a Pasquetta… un‘ulteriore mangiata in compagnia con gli amici della Sat, in una malga-ristorante sulle montagne a pochi chilometri da Trento, che raggiungeremo al termine di una (moderata) camminata, tanto per alleggerire la coscienza (;-)). Quest’anno siamo sicuri di non trovare neve sulla nostra strada, a differenza della Pasquetta scorsa, quando lo scendere lungo ripidi pendii coperti da un alto strato nevoso aveva regalato a molti di noi vivide ‘emozioni’ con rovinose cadute tra le risate generali (https://picasaweb.google.com/109138879681714396207/PasquettaAlRifugioTonini#5861974051477226146).
Intanto continuano le nostre uscite settimanali, che stanno riscuotendo notevole successo con pullman quasi sempre al gran completo. Domenica scorsa ci siamo spostati in terra lombarda sui monti prospicienti il lago d’Iseo, alla scoperta di nuove zone e di nuovi itinerari. Per me questa è stata la decima uscita stagionale; non ho mai fatto, invece, un computo totale delle escursioni effettuate dal 1998 ad oggi. Sicuramente saranno qualche centinaio… fors’anche cinquecento. Quando avrò un attimo di tempo le conterò…

lunedì 7 aprile 2014

Domeniche

Sì, me lo sono chiesta anche stamattina, mentre salivo con passo costante e sudando tutto il sudabile, tanto che mi sarei potuta fare uno shampoo senza usare una goccia d’acqua, la ripida salita della Calà di Sasso, una vecchia mulattiera ‘scalinata’ che risale ai tempi dei tempi, nel comune di Valstagna, ridente paesino a pochi chilometri da Bassano.
E l’ho pure comunicato ad Ivana e Paolo che camminavano qualche passo dietro di me.
Quali colpe avrò mai da scontare, ho detto, per meritare tutta questa fatica?
Ah, ah- ha commentato Ivana –vedila come una ‘penitenza’ quaresimale..
Sì, una penitenza, abbiamo concluso, asciugandoci per l’ennesima volta i rivoli di sudore che scendevano copiosi dai nostri volti. Due ore di salita in un fitto bosco prima di uscire nei prati di Chiesa di Sasso, dove c’erano i compagni che ci avevano preceduto e dove sarebbero giunti, ben distanziati, coloro che erano dietro di noi. Cinquanta escursionisti, guidati da una giovane capo-gita alla sua prima esperienza, con la partecipazione di alcuni altri giovani che hanno contribuito ad abbassare… di qualche mese la solitamente elevata età media dei gitanti Sat.
Un’escursione, questa odierna, che avevo già fatto nel lontano 1999, con un diverso ‘rientro’, rispetto a quello odierno, uno stretto sentiero che scendeva ripidamente con stretti tornantini e che mi ha fatto versare altre stille di sudore… Perché sarà anche vero che in discesa ‘ogni santo aiuta’, ma alla fin fine preferisco le salite, ancorché faticose. Le discese richiedono sempre attenzione costante, soprattutto se il terreno non è dei più agevoli…
Comunque questa domenica si è conclusa in modo ‘sereno’, senza intoppi, complicazioni, disguidi. Anzi, ci siamo quasi tutti concessi, una volta tornati a fondovalle, dei gustosi gelati, giusta ricompensa a tanta fatica. E che importa, se a Chiesa di Sasso ne avevo già mangiato uno? ;-)
Sì, finalmente una domenica senza inconvenienti. Perché già avevamo vissuto l’esperienza di trovarci dispersi per i boschi innevati della val Badia e, quella successiva, avevamo annullato l’escursione per maltempo, ma anche lo scorso 30 marzo ci aveva riservato un happening inatteso.
Era stata una lunga camminata sulle pendici del monte Pizzoccolo, boscoso rilievo che si affaccia sulla riva occidentale del lago di Garda, nel comune di Tuscolano Maderno, con ripide salite e altrettanto ardita discesa e breve sosta finale prima di ripartire alla volta di casa.
-Ci siamo tutti 35, possiamo partire!- aveva affermato il capo-gita, dopo la ‘conta’ quando già eravamo seduti in pullman. E l’autista Orazio aveva avviato il potente mezzo, scendendo la tortuosa strada che portava al paese rivierasco, quindi risalendo l’altrettanto tortuosa litoranea, tra gallerie, curve e controcurve fino a Riva del Garda. Tutto bene, fino a quel momento. In forse tre quarti d’ora saremmo stati a Trento e si cominciava già ad assaporare profumo di casa, quando cominciarono….le sorprese. Dapprima una lunghissima e lentissima colonna di auto, tra Riva e la vicina città di Arco, che costrinse lo chauffeur a procedere a passo d’uomo, quindi il ‘botto’ finale: sul pullman ‘mancheva el Gigi’!!
Sorpresa, sconcerto, incredulità generale. Come, ‘manca el Gigi? Ma èlo en scherz? Ma se i ho contàdi…
No, non era uno scherzo. Il Gigi, aitante giovinetto pressappoco mio coetaneo, stava viaggiando a bordo di un taxi al nostro ‘inseguimento’. Era successo che, arrivato al pullman, una volta portata a termine la gita, dopo la rituale sosta al bar vicino, egli si fosse allontanato di qualche decina di metri, senza peraltro avvisare alcuno del gruppo, per osservare dei giovani che stavano atterrando con il parapendio. Intento com’era ad ammirare le manovre degli emuli di Icaro non si era reso conto che i minuti passavano e non aveva sentito il rumore del mezzo che stava partendo. D’altro canto, il capo-gita, probabilmente confuso da quei soliti che ‘vanno avanti e ‘ndré’ sul pullman, aveva contato due volte una stessa persona e nessuno dei presenti si era accorto della mancanza del compagno di viaggio. C’erano state poi altre circostanze che avevano impedito al ‘poverello’ di comunicare con qualcuno di noi, così l’unica soluzione era stata…il taxi.
Cosa vuoi farci, mi aveva detto Gigi, al telefono l’indomani mattina, sono cose a cui si può porre rimedio.
Parole sacrosante. Sempre che non si voglia prendere in considerazione il suggerimento di Lina di fare un ‘salto’ a Lourdes o in altra località… miracolosa. ;-)