giovedì 31 ottobre 2013

Dolcetto o scherzetto?

L'americana nonna Donna, coinquilina del secondo piano, ha suonato stamane alla nostra porta, mentre eravamo ancora in déshabillé (ma essendo ella in vestaglia non c'era da farsi problema) per preannunciarci la visita serale dei nipotini e amichetti annessi, nella tradizionale questua del 31 ottobre, festa di Halloween.
-Possono salire e suonare da voi?- ha chiesto -All'incirca tra le 6 e le 8...
Già, è giunto anche quest'anno il momento di 'dolcetto o scherzetto', o 'trick or treat', per dirla all'inglese..
Peccato però che a quell'ora noi saremmo stati al cinema Vittoria, per la settimanale rassegna che seguiamo ormai da anni il giovedì sera...
-It doesn't matter- ha concluso nonna Donna -non importa...
Ma mi spiaceva lasciare a bocca asciutta i 'cercatori di dolcetti', tanto più che nel nostro condominio di 'diversamente giovani' non so quanti siano disposti a ricevere streghette e fantasmini, così ho fatto una rapida puntata al supermercato vicino a casa e me ne sono tornata con alcune confezioni di dolci al cioccolato fra cui le reclamizzate barrette che aiutano a diventare grandi, delle caramelle con una nocciola al loro interno e una serie di monete dalla carta d'oro e d'argento.
Una volta a casa, ho tolto il tutto dai rispettivi sacchetti e, dopo un indispensabile assaggio (non vorrete che offra dolci di scadente qualità ;-) ?), li ho raccolti in un sacchetto trasparente con tanto di fiocco rosso e l'ho portato a Donna.
-God bless you!- mi ha ringraziata con la sua voce argentina -Tu sì che conosci i bambini!! Grazie, grazie, grazie!!-
Bene, ho pensato, anche quest'anno ho fatto la mia buona azione... di Halloween. Mi auguro solo di non contribuire ad accrescere i proventi di qualche dentista...
E tornando verso casa, dopo il cinema, abbiamo incontrato alcuni gruppi di giovanissimi mascherati, con mamme al seguito, che stringevano tra le mani borsine e sacchetti con i propri bottini.. dolciari, che magari poi rimarranno dimenticati sul comodino e in qualche cassetto (sempre che non ci sia un adulto a dare una mano... nel consumarli!!)

mercoledì 30 ottobre 2013

Giornate d'autunno


Domenica 27
E mentre il consorte stava riprendendosi dal malessere improvviso che l’aveva colpito a tradimento (‘mi? Proprio mi, che no son mai malà?) e mentre i bravi cittadini trentini cominciavano a recarsi ai seggi per scegliere il nuovo Consiglio Provinciale, la sottoscritta, in compagnia di altri 23 ‘appassionati’ si inerpicava lungo ripido sentiero, a tratti sdrucciolevole, sulle pendici del monte Bondone, a due passi da casa, in un’escursione suppergiù a chilometri zero. Una bella faticata, in una giornata grigia e bigia, che ha regalato a molti di noi rivoli su rivoli di sudore, tanto da farci emergere dal folto del bosco, negli ampi spazi aperti della parte alta, completamente ‘zuppi’ e che ha fatto solennemente proclamare a molti di non avere MAI Più intenzione di ripetere tale esperienza. Poi, come sempre accade, alla fine della giornata sono prevalsi i ‘contorni’ positivi che hanno controbilanciato la fatica, il trovarsi tra amici, il conversare in allegria, il momento del pranzo, la piacevole passeggiata (pianeggiante!) del pomeriggio, la sosta in attesa della corriera di linea per il rientro, al caldo in un bel locale ‘alpino’ con invitanti torte che hanno indotto diversi a peccati di gola…
Infine, una volta a casa, il ‘compimento’ del proprio dovere di cittadino nella sezione di pertinenza, nel segreto dell’urna, mentre già sono scese le ombre della sera…
 
Lunedì 28
L’ansia di conoscere i risultati elettorali è forte e cominciamo presto, il consorte ed io, a consultare il sito Internet della Provincia Autonoma, dove l’andamento dello scrutinio è aggiornato in tempo pressoché reale. E tale è il coinvolgimento che, accampando un residuo accenno di mal di schiena, preferisco rimandare al prossimo giovedì il rientro alle fatiche della palestra, rimanendo ‘inchiodata’ davanti allo schermo. Con nostro sollievo, il successo della coalizione da noi votata ‘emerge’ già dai primi risultati e diventa sempre più evidente man mano giungono i dati delle sezioni scrutinate, così nel tardo pomeriggio anche noi partecipiamo alla festa gioiosa del ‘nostro’ partito, in una birreria della città, dove, tra gli altri, incontriamo vecchi amici di gioventù che non vedevamo da tempo. Ed è un ritrovarsi pieno di soddisfazione, di speranze e di auspici per il futuro, nostro e dell’Italia intera…
‘Speriamo che prevalga il senso di responsabilità e i personalismi vengano lasciati in disparte, lavorando per il bene comune e non pro domo sua’- sostiene un’amica. Parole che non posso non condividere.
 
Martedì 29
Sotto una pioggia battente che ci ha ‘deliziato’ per tutta la notte, cullandoci con scrosci ripetuti, affronto impavida l’intemperie per il consueto virtuoso ritrovo con gli amici-colleghi ora ‘diversamente lavoratori’ e, com’era facile prevedere, i discorsi vertono principalmente sul risultato elettorale. Siamo solo in tre, quest’oggi, e tutti soddisfatti dell’esito, pur con qualche differenza individuale che si manifesta nell’innato scarso ottimismo di Gualtiero che vede già profilarsi all’orizzonte problemi di ‘convivenza’ tra le diverse anime che compongono la coalizione vittoriosa.
-Agli eventuali problemi penseremo domani- gli rispondiamo –lasciaci, oggi, ‘gustare’ la vittoria…-
Nel pomeriggio, infine, le consuete ore di volonterosa attività nel negozio equo-solidale, in questo periodo caratterizzato da una calma piatta, con un volume di vendite più contenuto. Ci stiamo comunque preparando per il Natale prossimo venturo e già stanno arrivando i primi addobbi e i primi presepi, che vengono scrupolosamente controllati e preparati per quelle che, speriamo, saranno le giornate ‘calde’ del grande afflusso dicembrino.
E senza mai essere abbandonati dal maltempo, se non per brevi pause. Sì, tra il ritorno all’ora solare e questa tipica atmosfera, umida e tetra, possiamo proprio dire di esserci avviati verso il lungo inverno…

sabato 26 ottobre 2013

Al voto, al voto!

Domani andremo a votare per il rinnovo del Consiglio Provinciale, che da noi, essendo provincia autonoma, 'vale' quanto quello regionale del resto dell'Italia, addirittura con maggiori prerogative rispetto alle regioni a statuto ordinario. Undici candidati per la carica di presidente, più di settecentocinquanta (750!!) candidati per i 35 posti di consigliere provinciale, sparsi in una pletora di liste, con una moltiplicazione di sigle da fare invidia alla più famosa ed evangelica 'moltiplica' dei pani e dei pesci e capaci di ingenerare qualche confusione tra i meno informati, tanto alcune sono simili nella 'denominazione'.
Una campagna elettorale con le consuete distribuzioni di 'santini', un'ampia pubblicità sulle pagine dei quotidiani locali, sui quali volti e slogan ti venivano incontro pagina dopo pagina, incontri, comizi e l'arrivo in loco di alcuni big nazionali, a sostegno di questa o quella lista, Matteo Renzi, Guglielmo Epifani e il 'moderato' Grillo in primis.
E tutti a presentarsi come il 'nuovo' che avanza, capace di risolvere e questo e quel problema e, già che ci siamo, anche quelli a venire, con molti a gridare 'contro' e altri, che, dimostrando scarsissima memoria di un recente passato, si ammantano di una fittizia verginità, confidando in un'altrettanta smemoratezza degli elettori.
Come andrà a finire? Riuscirà la 'nostra' coalizione a vincere, con il candidato presidente, uscito vincitore dalle primarie, che non è certo quello che avremmo voluto? Oppure avrà la meglio il patron della squadra di volley, pluricampione d'Italia, che 'capeggia' la coalizione avversa? E il movimento 5Stelle? E la Lega e Forza Trentino e le altre formazioni di destra che, grazie al cielo si presentano in ordine sparso? E quale sarà la percentuale dei votanti? Tutte domande che avranno adeguata risposta nella giornata di lunedì, al termine dello scutinio...
Da parte mia, l'unico dubbio che mi pervade è a quali dei candidati del mio partito assegnare le tre preferenze a disposizione. Sono alcuni giorni che ci penso, ci ripenso, le sposto e le risposto... Mi sa che deciderò nel segreto della cabina elettorale, domani sera, al ritorno dalla montana escursione.
Per quanto riguarda gli acciacchi (dell'età e di stagione), se il mio mal di schiena si può dire risolto, anche grazie ad un anti-infiammatorio, tanto che domani sarò presente alla penultima delle uscite stagionali, è stata la volta del consorte a cadere... e non sulla via di Damasco, ma vittima di improvvisa febbre. Tutto ha avuto inizio stanotte, quando il poverello ha cominciato ad avvertire i primi sintomi del malessere e la sottoscritta lo ha immediatamente 'soccorso', con aspirina, ricerca del termometro, bevanda calda. E quest'oggi, se n'è rimasto a riposo, come farà domani...
Speriamo solo che trovi la forza di andare a votare: non si può sprecare neppure un voto!!

mercoledì 23 ottobre 2013

Malesseri

Tutto è accaduto in un amen, stamattina, mentre ero intenta ad una sessione di stira (e poi ammira il risultato…), affrontando con zelo e vigore (forse troppo) quella pila di indumenti vari, biancheria per la casa, ecc.ecc, che da giorni occupava una sedia nella ex camera dei figli. Mi stavo chiedendo come potessimo, il consorte ed io, da soli, essere i ‘responsabili’ di cotanta roba (e non è che fosse passato chissà quanto tempo dalla precedente ‘seduta’), quando…. ahiiii!, sono stata colpita a tradimento da un’improvvisa fitta alla schiena, zona lombare, che non mi ha più abbandonata per tutto il giorno.
Lanciando fra me e me le debite maledizioni e trattenendo a stento qualche lamento, mi sono affidata ad un’aspirina per affrontare gli impegni già prefissati, suscitando nel contempo la perplessità e l’ironia del coniuge.
-Ma ‘ndo vot nar?- ha chiesto, vedendo i miei cauti movimenti nel prepararmi ad uscire di casa.
Oggi, infatti, martedì, è il giorno del virtuoso ritrovo con gli ex colleghi, ormai tornato negli ‘alloggiamenti invernali’ (= all’interno del bar) per un conviviale caffè e , al pomeriggio, c’è il volonteroso volontariato a Mandacarù.
Sì, avrei potuto disdire e l’uno e l’altro impegno e invece sono andata, ho incontrato gli amici, bevuto il mio caffè, conversato amichevolmente, fatto un salto dal fruttivendolo in piazza per un’indispensabile spesa, tornata a casa e cucinato il pranzo, il tutto senza dare ascolto a quel dolore, ora più forte, ora più sopportabile. Quindi, nel pomeriggio, sempre con un consorte che scuoteva perplesso la testa (-te scrivo mi la giustificazion- mi ha ironicamente proposto), ho indossato i panni dell’efficiente (?) cassiera e mi sono presentata alla bottega.
-Non sono al meglio- ho spiegato alle responsabili –e spero di farcela a star qui tutta la sera…-
Va bene, hanno risposto, vedi tu.
Così ho messo bene in vista il cartellino da volontaria, con il nome scritto stampatello, ho inforcato gli occhiali e mi sono sistemata dietro la cassa. Le quattro ore d’ordinanza sono trascorse, a tratti con lentezza, in altri momenti più veloci, a seconda della clientela presente e per fortuna, stringendo un po’ i denti, sono riuscita a mantenere la postazione fino all’ora di chiusura.
Invece, per la serie ‘il brivido dell’imprevisto, è stata un’altra volontaria a farci vivere qualche attimo di apprensione, a causa di un improvviso mancamento, mentre stava sistemando della merce appena arrivata nel retrobottega. Immediatamente le responsabili hanno chiamato il 118 e la tranquilla atmosfera della bottega è stata movimentata dall’arrivo dell’ambulanza, con ben tre addetti, con barella e armamentario al seguito. E la signora, che nel frattempo si era ripresa, è stata comunque accompagnata al Pronto Soccorso, (per scrupolo, ha sostenuto, l’infermiere ‘capo’) distesa sulla barella e ben legata con le apposite cinghie, nonostante qualche timida protesta e l’assicurazione di essere in grado di raggiungere l’ambulanza con le proprie gambe.
-Signora, ascolti me e si stenda. Su, da brava…-
Di fronte alle decise parole dell’operatore sanitario, non le è rimasto che obbedire. Speriamo che non sia stato nulla di grave…
 
 

domenica 20 ottobre 2013

Sabato e domenica

Di nuovo il fine settimana. Un sabato ‘socialmente’ operoso, con una ‘chiamata’ extra da Mandacarù (non so come domandartelo…, potresti venire, almeno un’ora o un’ora e mezzo, sabato mattina?) alla quale non ho potuto dire di no, un paio d’ore circa alla cassa e, nel pomeriggio, con il banchetto dello scambio libri alla castagnata di un quartiere della circoscrizione.
Un appuntamento fisso, questo della metà di ottobre, che si tiene in una strada per l’occasione chiusa al traffico lungo il torrente Fersina, con il concerto della banda, il recital di alcuni poeti dialettali, la visita guidata alla parte più antica della zona, la musica, la cottura e successiva distribuzione delle castagne nonché delle torte, che solerti mani hanno preparato per l’occasione e di bibite di varia specie. Poi l’angolo dove intraprendenti bambini mettono in vendita giocattoli e oggettistica varia, con di fronte il gazebo degli scout, affollatissimo, e poco più in là, due bancarelle che vendono frutta e verdura direttamente dal produttore al consumatore e noi, ovviamente, con il nostro gazebo, tre tavoli e due panche sui quali, al mio arrivo, trovo già disposti decine e decine di libri, di ogni genere e di ogni ‘stato’ (nuovi, seminuovi, decisamente usati…).
E qui mi appresto, per le circa tre ore del mio ‘servizio’, ad esercitare le nobili virtù della pazienza e della tolleranza, le quali, ahimè, non sempre fanno parte delle mie prerogative, nei confronti di quei visitatori che rovistano, rovesciano, fanno cadere, cercando sempre qualcosa che non c’è, passano di qua, si spostano di là, te li trovi dietro la schiena.. Poi la signora straniera, probabilmente una badante, che ti chiede se abbiamo libri in russo e il giovanotto che cerca dei testi ‘storici’ e la nonna che vorrebbe qualcosa di piacevole per il nipotino e quell’habitué che ‘piomba’ come un falco non appena arriva qualcuno con una sporta piena di libri… Insomma, un bel condensato di umanità, con volti che abbiamo imparato a conoscere in questi anni e tanti tra amici e conoscenti che passano di là per un saluto, due chiacchiere, uno scambio.
Non c’è da annoiarsi, insomma. E anche noi, al banchetto, riceviamo il cartoccetto d’ordinanza delle castagne, buone, con un paio di assaggi delle casalinghe torte (io ‘scelgo’ un micro-pezzetto della mia, per rendermi conto di com’era riuscita…). Una torta, la mia, (ché oramai è diventata una consuetudine quella di portare un dolce fatto con le mie mani sante...), che, ad un certo punto, per un movimento ‘inconsulto’ dell’addetta alla distribuzione, è caduta violentemente a terra dalla sua ‘postazione’. LA MIA TORTA!!! ho gridato con voce quasi strozzata, assistendo all’incidente. Per fortuna è una torta ‘compatta’, ho aggiunto, perché ha corso il rischio di subire un trauma cranico quasi irreversibile… Lascio al lettore immaginare il volto stupito dell’addetta, che non si rende subito conto della mia ‘parentela’ con il dolce stramazzato a terra e, per fortuna, riemerso indenne (era ancora nel suo stampo di alluminio e ben incartato in un metro o più di argenteo involto).
Quindi me ne torno a casa, con un paio di libri interessanti (o almeno spero lo siano) e la giornata si conclude con una cena a dieci, nella casa di montagna degli amici Gabrio e Carla, con il consorte in veste di cuoco che già è in loco da metà pomeriggio. Io lo raggiungerò più tardi, con gli altri partecipanti e tutti assieme parteciperemo con impegno e appetito al gradito compito di assaporare i piatti preparati con la consueta perizia dal valente chef.
 
Oggi, domenica 20 ottobre, nessuna escursione in programma, perché è la giornata conclusiva del 119° Congresso della Sat, che quest’anno si è tenuto a Malè, con corteo, Messa, relazioni e interventi al teatro del paese e pranzo conclusivo.
No grazie, ho detto al consorte, io ‘salto’ il turno. Va’ pure da solo…
Così lui, con altri trenta soci della nostra sezione, il presidente Paolo F. in testa, si è recato a Malè con il trenino che risale le valli di Non e di Sole, quello che in tempi lontani era chiamato la ‘Vacca Nonesa’ ed io sono rimasta a casa. E in questa grigia giornata, con una pioggia scrosciante nel pomeriggio, ho fatto di tutto e di più, una passeggiata mattutina, il pranzo a Ravina, a casa di fratello e cognata, il ritorno in città a piedi, lungo l’Adige, passando davanti al nuovo museo della scienza, il Muse, qualche lettura, un giro qua e là per i blog e, per finire in gloria, quei compiti di inglese, che la teacher ogni settimana mi assegna. E sarebbe proprio grave se un’ex insegnante brillasse per scarsa diligenza!

giovedì 17 ottobre 2013

Pomeriggio con relax...

E’ un’altra bellissima giornata ottobrina, questo 17 ottobre, cielo azzurro e sereno, sole splendente e temperatura gradevole, l’ideale, insomma, per una passeggiata ‘fuori porta’, perlomeno nelle ore più calde.
E invece che cosa fanno due giovanili pensionati, liberi da impegni di sorta? Indossano comode scarpe da passeggio e abiti sportivi per recarsi nei dintorni e compiere una salutare camminata? O, almeno almeno, compiono i rituali quattro passi post prandiali per una migliore digestione?
No, cari lettori, niente di tutto questo. I due, consumato il fiero pasto, leggi una pasta con le zucchine e un’abbondante insalata, si trasferiscono dal tavolo di cucina al divano e/o poltrona del soggiorno, forse a tre/quattro metri di distanza e di là non si schioderanno, ignorando sole, cielo azzurro, temperatura invitante, per buona parte del pomeriggio.
E cosa fanno, si chiederà qualcuno, si dedicano ad importanti letture, ad elevate attività intellettuali, ad un arricchimento culturale? No, niente di tutto ciò, ma si applicano con impegno e dedizione ad un sano ozio… mentale. In verità bisognerebbe usare il singolare, perché il consorte prosegue nel compito di predisporre proposte e programmi di escursioni ‘alpine’ per la stagione 2014 e non perde occasione di sollecitare la sua signora a seguire il suo esempio, ché la commissione gite della Sat è in attesa di indicazioni concrete.
Sì, lo farò, risponde lei. Domani, dopodomani o dopodomani l’altro…
La calma piatta del pomeriggio si interrompe verso le 17.15, quando, a sole ormai tramontato, i due tranquilli pensionati lasciano la magione per recarsi in centro, al cinema Vittoria, per la settimanale rassegna cinematografica ‘serate in forma di cinema’. Con un certo anticipo, in modo da ‘prenderla alla larga’, percorrendo tutto il lungo Fersina, giusto quei due passi per tentare di arginare l’apporto calorico della merenda (ché, lo stare in casa, stimola pure l’appetito… ). Poco prima delle 18 i due sono al cinematografo, pronti alla visione del film Stoker, sul quale nutrono discrete aspettative. Ma mal gliene incoglie, perché la pellicola è deludente assai e per di più con scene di violenza del tutto gratuite, per fortuna precedute da un crescendo musicale da fare invidia a Rossini, cosicché la sottoscritta distoglie immediatamente lo sguardo….
E, nel tornare a casa, finito di commentare, delusi, il film, i due pensano a salutari programmi per l’indomani, sempre che la situazione meteo sia favorevole: perché no un mini pic-nic con due panini di speck farciti (che già è in frigo da qualche giorno) e quattro clementine o due mele al Bosco della città, un grande parco collinare a poco più di mezz’ora da casa?
Ce la faranno in nostri eroi o la ‘calma da pensionato’ avrà ancora una volta la meglio? Ai posteri l’ardua sentenza!
Scherzi a parte, stamattina ho compiuto il mio ginnico dovere nella consueta (e fredda) palestra, dove la gym-teacher Daniela ci ha rifilato una serie di esercizietti niente male… Mancavano il ‘lachini’, l’aratro e la ‘riverenza’ e saremmo state al completo.

mercoledì 16 ottobre 2013

Solo per te, amica Corvia (o quasi)

Se qualcuno fosse interessato, meglio, se tu, amica Corvia, penso unica lettrice di queste pagine, fossi interessata a conoscere le nostre avventure in terra di Namibia, passa sull'altro blog, quello dove ho 4/5 lettori e 2/3 commenti, cioè
cautelosa.wordpress.com
Là ci sono le cronache dell'intero viaggio.
Aggiungo anche l'indirizzo del sito dove poter 'ammirare' le foto scattate dall'amato bene:
picasaweb.google.com/paoloweb48/NAMIBIA2013
Il consorte ringrazia anticipatamente i visitatori e non 'esige' commenti...

Di riscaldamento e di dolci...

Tra le motivazioni addotte dall’amministratore condominiale sulla ritardata accensione del riscaldamento (il nostro era l’unico ‘palazzo’ al freddo tra tanti edifici a noi vicini con camini fumanti) c’è stato il timore di lamentanze di quegli inquilini che ritengono di pagare una bolletta energetica troppo elevata.
Ma che bella pensata, ho riflettuto, partorita sicuramente da menti eccelse. Perché avremo sicuramente risparmiato, con i termosifoni spenti, una cifra X, ma nel contempo abbiamo altrettanto sicuramente speso una cifra Y, pari se non superiore, per attivare forme alternative di riscaldamento. Come la signorina Adele, inquilina del quarto piano, che, mi ha spiegato, ha tenuto accesa per tutta la domenica una stufetta elettrica. Solo così, ha aggiunto, è riuscita ad avere una temperatura accettabile, attorno ai 19 gradi.
Insomma, per dirla alla trentina ‘el tegn dala spina e ‘l mola dal borom’, proverbio di origine contadina, che, usando un gergo da cantina riferito alle botti, si ‘applica’ a colui che guarda le piccolezze e poi non vede la ‘catastrofe’.
Da parte nostra, invece, essendo sprovvisti di qualsiasi mezzo alternativo (‘dovente alora procurarne dele stufete?’ ha chiesto ironicamente il consorte al citato amministratore), siamo ricorsi al forno elettrico, tanto per stemperare un po’ (‘fra ‘n po’ me toca meter le man en tel forno, per scaldarle..’). Ed è stato allora, lunedì nel tardo pomeriggio, che ho deciso, vista la situazione, di ‘far di necessità virtù’ e, giusto per utilizzare a scopi più adeguati il forno in attività, di impastare in quattro e quattr’otto una casalinga torta della serie ‘su e via’, con quegli ingredienti che comunemente si trovano nelle dispense.
Detto e fatto, ho sbattuto tre uova intere con una quantità di zucchero bianco di circa 75/80 grammi, quella cioè contenuta in un vasetto (usato come misurino) dello yogurt più una bella cucchiaiata di zucchero grezzo e una bustina di quello vaniglinato, tanto per non fare torto a nessuno e, quando il composto è stato ben montato e spumeggiante, ho aggiunto circa mezzo vasetto di olio di semi. Di mais, quello che tengo in casa solo per i dolci, perché l’extravergine risulta troppo forte. Poi, a seguire, un vasetto di yogurt, magro, perché avevo solo quello e un tre etti e mezzo tra farina e fecola (50 grammi) più la solita bustina di lievito per dolci, senza comunque dimenticare un pizzico di sale, che, si dice, vada sempre bene…
A questo punto ho sbucciato e tagliato a piccoli pezzi due pere abate (andrebbe bene qualsiasi altra varietà, naturalmente) che ho aggiunto all’impasto, concludendo con una manciatina di uvetta, precedentemente lavata, asciugata e infarinata.
Quindi non mi è rimasto che versare il tutto in uno stampo (abbastanza grande) da plum-cake, ché io ho molta simpatia per torte di questa forma, ovviamente imburrato e infarinato e infilare il tegame in forno, che, come si può immaginare, era già bello caldo (180°). 50 minuti di cottura ed ecco qui il mio ‘prodotto’, lievitato al punto giusto con una bella superficie brunita e con le giuste ‘screpolature’.
E, last but not least, veramente buono, come ha confermato l’amato bene, notoriamente non ‘di bocca buona’, ma talora critico (ovviamente per il mio bene, come ci tiene a precisare) e come è stato dimostrato dalla veloce… ‘decrescita’ del dolce….
Lo scoprire, poi, che i termosifoni cominciavano a rilasciare un modesto, ma gradito tepore ha contribuito ad allietare la serata, facendoci capire che, a volte, per essere contenti ci vuole davvero poco…
 
Anche stamattina mi sono dedicata alla pasticceria da forno, in una variante del mio natalizio plum-cake all’arancia che, in assenza di arance non trattate, non ancora disponibili nel vicino negozio di prodotti biologici, è diventato un dolce agli agrumi in generale. Ho infatti grattugiato la buccia di limoni ‘doc’ e ho spremuto un paio degli stessi, con l’unica arancia ‘normale’ presente in casa, utilizzando infine dei canditi di agrumi ‘misti’ di sicula e controllata provenienza che non sapevo come finire.
Te voi vederme grass, ha commentato il consorte vedendo in forno ben due stampi da plum-cake.
No, caro, gli ho risposto, non sono per te… Uno è per mio fratello che domani compirà gli anni e l’altro… L’altro, vederen con chi dividerlo…
Quindi, se qualcuno fosse da queste parti, si faccia avanti: una fettina di plum-cake è pronta per la degustazione. E un the o un caffè sono sempre disponibili…