sabato 30 marzo 2013

Buona Pasqua

 
Come faceva quella canzone di Jovanotti? Piove, senti come piove, guarda come viene giù? Ecco, questa è la situazione odierna, 30 marzo, vigilia di Pasqua, una giornata di pioggia battente, nubi basse, umidità e freddo. Quasi quasi verrebbe voglia di rivolgersi a Chi l’ha visto, con il messaggio ‘Cercasi primavera dispersa. Segni particolari: cieli azzurri, alberi fioriti, prati in fiore più tutta l’iconografia della tradizione’, nella speranza che le segnalazioni siano frequenti e veloci (ché qui non pare di vedere cambiamenti positivi all’orizzonte).
E siamo in molti a ‘soffrire’ di questa situazione meteorologica negativa, compreso il più giovane abitante del condominio, il ‘giovanotto’ Damiano di neppure diciotto mesi, che abbiamo incontrato in compagnia del papà, questo pomeriggio, in ‘trasferta’ nel grande garage di casa, intento a risalire (e poi a ridiscendere) la rampa d’uscita…
-E’ un’alternativa al rimanere chiuso in casa- ci ha detto il padre, che, paziente, tallona il piccolo ‘esploratore’ -Dopo le scale verso la soffitta [dove si era cimentato la settimana scorsa, in un altro giorno piovoso], adesso siamo alla scoperta del resto della casa…-

Ad ogni modo, a tutti coloro che si trovassero a passare da queste parti l’augurio di una serena e gioiosa Pasqua, con l’auspicio che sia una giornata felice, qualunque sia il tempo che ci accoglierà domattina…
AUGURISSIMI!!!

lunedì 25 marzo 2013

Domenica 24 marzo: alle pendici del monte Macaion

Domenica 24 marzo
Ormai dovremmo saperlo che le previsioni meteo ci azzeccano al 95%  e se ti spiegano che la domenica sarà piovosa, hai un bell’illuderti di trovare cielo sereno e sole splendente, puoi già dirti fortunato se ti viene concessa una ‘pausetta’ di un paio d’ore tra una precipitazione e l’altra…
Ed è quello che è accaduto quest’oggi, domenica 24 marzo, che solo gli audaci e indomiti escursionisti della Sat potevano sperare diversa da quanto descritto dai vari servizi meteo. Due escursioni due in programma, la ‘pedestre’ alle pendici del monte Macaion, in terra altoatesina e la sci alpinistica sui rilievi innevati del Lagorai, ciascuna con un ristretto numero di iscritti, probabilmente lo ‘zoccolo duro’ o gli ‘irriducibili’, quelli cioè che ‘del maltempo me ne faccio un baffo’. Con, in aggiunta, qualche discendente di Amleto, come la sottoscritta, che non era neppure iscritta…
Infatti non ero intenzionata ad avventurarmi lungo erti sentieri, magari scivolosi o pieni di fango. Avevo un lungo elenco di attività più o meno interessanti da svolgere, una ‘pila’ di indumenti da stirare, una mezza idea di cimentarmi in un’opera pasticciera, magari un film pomeridiano o un caffè mattutino con Alberta…
E invece, quando stamattina il consorte si è alzato ad ora presta per i preparativi in vista della sci alpinistica, ho seguito il suo esempio e, scrutato il cielo, con nuvole grigie sì, ma ‘alte’, ho finito di sfogliare una metaforica margherita ‘vado-non vado-vado’…, ho preparato in fretta e furia lo zaino, con tanto di ombrello, mantella, copri zaino e ho raggiunto il consueto luogo di ritrovo. Per la ‘pedestre’, ovviamente, che le ciaspole sono ormai state riposte in vista del prossimo inverno.
23 temerari, che, raggiunto il paesino di Andriano, calzati gli scarponi e zaini in spalla, si incamminano verso la gola del torrente Gaido che dovranno risalire fino alle rovine di Castelforte, percorrendo un sentiero erto e fangoso, con qualche scaletta in legno e tratti di (provvidenziale) cordino. Un’oretta circa di sudore e fatica, durante la quale il gruppo si frantuma in tanti segmenti silenziosi e colorati che ‘ingentiliscono’ la cupa atmosfera del luogo. L’unico rumore che si avverte, al di là dello scrosciare delle acque del torrente che scorrono tra sassi e cascatelle, è dato dallo scalpiccio degli scarponi e dal frusciare delle autunnali foglie smosse dai passi cadenzati. Nessuno (o quasi) parla; non c’è fiato da sprecare…
Finalmente siamo ai ruderi dell’antico maniero; una rapida sosta ‘rifocillante’ e poi di nuovo in cammino. C’è ancora un tratto di salita, ma il sentiero è assai più agevole e in breve raggiungiamo la stradina di campagna che porta al paesino di Gaido e alla sua chiesetta che sorge solitaria su una modesta altura poco distante. E adesso le voci dei gitanti riempiono festose l’aria grigia, umida e pesante; la strada è ancora lunga, ma le salite sono finite e ci attendono un lungo tratto pressoché pianeggiante e poi la discesa nel bosco, verso il castello di Appiano dove è prevista la sosta pranzo. Discesa che, comunque, richiede costante attenzione, perché tra foglie secche, radici e pietre levigate e bagnate, c’è da essere prudenti ancor più che in salita…. Tra l’altro sta piovendo, una precipitazione modesta ma fastidiosa assai e non è semplice districarsi tra ombrellino aperto e bastoncini. Così, mentre procedo con due compagne di avventura con tutte le precauzioni del caso, succede di dover ascoltare i lazzi e i frizzi di un maturo ‘amico’, (ché qui l’età media è over 55, almeno…), ancorché agile e prestante (chi sono queste anziane e prudenti signore?).  Guarda, giovinotto impertinente, che siamo tutte più giovani di te!!
E poi siamo al castello, dove c’è un provvidenziale punto di ristoro, un piccolo e rustico ristorante con pochi piatti nel menu, degli knodel di vario tipo e un appetitoso strudel, dove consumiamo il fiero pasto nella solita atmosfera gioiosa e festante dei momenti conviviali.
Sazi e soddisfatti, allegri e ‘garruli’ nonostante il grigiore, l’umidità e la pioggerella costante, cominciamo ora il tragitto di ritorno, un ampio sentiero tutto in costante discesa, che nel giro di poco più di un’ora ci riporta ad Andriano dove il pullman è in nostra paziente attesa. E, pronti a partire con largo anticipo alla volta di casa, alziamo un ultimo sguardo alle pendici del monte Macaion e alla torre di guardia poco distante dal castello di Appiano che si intravvede tra le brume simil autunnali.
-Guardate, da dove siamo passati…
-Però, ne abbiamo fatta di strada anche oggi… con el nòs (=nostro) cavalot de San Francesco…-
  

 

 

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lunedì 18 marzo 2013

L'ultima neve (si spera!) dell'inverno

18 marzo, ‘recita’ il calendario odierno. 18 marzo, meno 3, dunque, all’inizio ufficiale della primavera, quel ‘San Benedetto, la rondine sul tetto’ (o sotto? Non lo ricordo…). E uno comincia già a vedere i mandorli (o i ciliegi, i peschi o qualsiasi albero venga alla mente) in fiore e l’erba verde e le foglioline tenere e i fiorellini nei prati e già pensa a riportare sul balcone i vasi dei gerani che hanno svernato sul pianerottolo davanti alla porta di ingresso alle soffitte e già ha lanciato occhiate interessate alle vetrine che presentano le nuove proposte in un tripudio di colori delicati e tessuti leggeri.
E invece capita che ti svegli al mattino del 18 marzo, meno 3 alla primavera e subito rimani colpita da un chiarore inatteso, diverso, un chiarore di neve. La neve??? Sì, la neve che scende copiosa in larghi fiocchi pesanti, come non ne hai vista mai in questo ultimo inverno, che ha già imbiancato i tetti e gli alberi dei giardini vicini e le strade e i marciapiedi. E subito chiami il consorte che sta ancora dormendo il sonno del giusto e senti provenire da sotto le coltri una voce assonnata che ti dice che il servizio meteo l’aveva prevista… Sì, d’accordo, ma così abbondante? E allora siete in due a guardare meravigliati da dietro i vetri quella bianca danza incessante che sembra quasi ipnotizzare gli sguardi, mentre attendete che il caffè salga nella macchinetta. E, sorseggiando la nera bevanda, sempre con gli occhi rivolti all’esterno, apprezzate come non mai il tepore della casa e il poter rimanere, pigri ed oziosi, all’interno delle pareti domestiche…
 
Sì, quest’oggi non ho messo il naso fuori. Complice un leggero, ma fastidioso mal di schiena, ho trovato la giustificazione per ‘saltare’ la lezione mattutina di ginnastica e quella pomeridiana di inglese, evitando la settimanale ‘inerpicata’ (?) lungo le vie della collina, che, se è un piacevole esercizio nelle belle giornate, quest’oggi sarebbe un obbligo poco gradito. E cosi, distesa sul divano, ben avvolta in un vecchissimo sacco a pelo (sì, il ‘famigerato’del lontanissimo viaggio in Inghilterra) mi sono dedicata alla lettura di un ‘romanzone’ avvincente, che non farà di sicuro vincere il premio Nobel alla sua autrice, ma mi ha tenuta legata fino all’ultima riga…
 
Questo fine settimana, invece, siamo stati in trasferta in val Pusteria, a Prato alla Drava, per una tre giorni sulla neve, in compagnia dei ‘soliti’ amici tridentini, compagni di viaggio, montagna, concerti, cene conviviali… Due giornate, venerdì e sabato, fredde ma piene di sole e la domenica in netto peggioramento. Piste ottimamente innevate, lungo le quali il consorte ha sciato da par suo, assieme al gruppo degli sportivissimi (= tutti gli altri). Ed io, che, dopo una poco felice esperienza sugli sci risalente ai remoti anni settanta, non ho più avuto interesse per questo sport, mi sono ‘accontentata’ di lunghe passeggiate, assieme a Gabriella che, ahimè per lei, ha dovuto, in questa stagione, rinunciare a saettare con perizia lungo le piste, dopo una imprevista caduta di qualche mese fa. Si rifarà il prossimo anno…

mercoledì 13 marzo 2013

Domenica scorsa (in attesa del nuovo papa)

In attesa di avere il nuovo governo e il nuovo papa (e francamente il primo ‘evento’ mi interessa assai più del secondo…), con un orecchio alle ultimissime news in campo politico e un occhio al famoso comignolo di piazza S. Pietro (in questo momento il consorte è in pole position davanti allo schermo del pc che in queste settimane ha pressoché sostituito il televisore), trascorriamo queste giornate di fine inverno, tra piogge e sprazzi di sole, temperature tiepide e improvvisi ‘abbassamenti’, tanto per non smentire l’essere pazzerello del mese di marzo.
E già ci è andata bene (anzi, benone) domenica scorsa, quando abbiamo goduto di una splendida giornata pre-primaverile, con cielo azzurro e un tepore inatteso, che ci ha visti impegnati in una facile escursione in terra alto atesina (la prima ‘pedestre’ della stagione) lungo i canali di irrigazione della conca meranese, con arrivo nella città stessa. Sì, perché le previsioni meteo erano poco rassicuranti e la pioggia ci aveva ‘rallegrati’ per gran parte della giornata di sabato, con una ‘coda’ notturna che mi aveva tenuta con il fiato sospeso per cui, essendo la capogita, ero ‘un attimino’ preoccupata…
Che fare se il maltempo fosse continuato? Modificare il percorso? Visitare castel Tirolo o qualche altra ‘attrazione’ culturale? Un bel dilemma, qualunque decisione avessi presa.
Con questi dubbi e attrezzati di tutto punto, ombrello, copri zaino, mantella impermeabile, ecc. ecc., abbiamo raggiunto, il consorte ed io, il pullman, dove 37 partecipanti sui 40 iscritti erano pronti alla partenza, compresi due giovanissimi, la settenne Carlotta e il quasi quindicenne Giampiero, tutti con lo sguardo rivolto al cielo dove si cominciava ad intravvedere qualche spiraglio di azzurro.
-Vegn fòra el sol!-
-No sté a dirlo troppo in fretta, ché non siano le ‘ultime parole famose’!!-
E invece tutto è andato per il meglio: comoda la camminata, nonostante la lunghezza, circa 18 km, notevoli i panorami, gustosi i piatti del Café Unterweger, dove molti di noi hanno pranzato, piacevole la passeggiata Tappainer e il sentiero di Sissi che ci hanno condotti in città, buono il gelato dell’affollata gelateria sul lungo Passirio. Insomma, una bella giornata davvero. E se il buon giorno si vede dal mattino… anche quest’anno per le ‘pedestri’ il successo è assicurato.
 Adesso, invece, (sono le 19.40), vista la vistosa scia di fumo bianco uscita dal comignolo più celebre di Roma, siamo in attesa di conoscere il nome del nuovo pontefice. Habemus papam, insomma.
Stiamo a vedere chi sarà….

mercoledì 6 marzo 2013

Il fascino nascosto delle 'promozioni'

La signora è in fila davanti a me, con i prodotti già sul ripiano della cassa e attende che la commessa legga con l’apposita ‘macchinetta’ il codice a barre e le rilasci regolare scontrino. Sono numerosi, i suoi acquisti, tutta una gamma di prodotti per la casa, da pulitori di varia specie, al rotolo di carta per la cucina, più qualcos’altro ancora e le operazioni di pagamento vanno un po’ per le lunghe, tanto da farmi un po’ sbuffare ‘interiormente’, con il mio detersivo per lavatrice in una mano e il portafoglio nell’altra, già pronta al saldo dovuto. Tra l’altro è quasi mezzogiorno e sarei un po’ di fretta, dovendo ancora fare mente locale per il pranzo…
-No, signora, questo non rientra nella promozione…- le parole della cassiera attirano la mia attenzione.
-No? Eppure mi pareva…- risponde la cliente, aprendo il depliant delle offerte speciali della settimana.
-No, vede, sono questi i prodotti per ricevere l’omaggio… Deve acquistarne ancora uno…-
-Va bene… Allora questo…-
La cassiera si sposta verso gli scaffali e torna di lì a pochi secondi con una confezione di deodoranti per wc, lo aggiunge al conto e finalmente la signora può pagare e ricevere ‘l’omaggio’: un oggetto in vetro, con dei cuori tutt’attorno alla base, un vasetto per fiori, ad una prima occhiata. Neppure tanto bello, tra l’altro.
E neppure un vaso, stando alle parole della cassiera ‘ecco, signora, la caraffa…-
Una ‘caraffetta’ monodose, a giudicare dalle dimensioni. E tutti questi acquisti per ricevere in dono una caraffa da due soldi? mi chiedo, mentre esco dal negozio e mi dirigo a passi lesti verso casa.
Sì, rifletto, le ‘menti’ che progettano queste promozioni, conoscono bene i loro ‘polli’, come la signora di poc’anzi. Una signora che conosco di vista da anni ed anni, alta e snella, curatissima, capelli sempre a posto ed abiti eleganti, che provengono da un vasto guardaroba, come testimoniano le due (o tre?) pellicce, il cappotto in pelle con interno ‘pellicciato’ di stamattina, ecc.ecc.
E, mi domando, quale sarà la molla che la spinge all’acquisto di un numero imprecisato di prodotti, che, d’accordo, prima o poi userà di sicuro, per ricevere in regalo un oggetto così banale e neppure tanto pregiato? Proprio non capisco.
Poi, mentre entro in ascensore, sento una voce..
-Proprio tu, Mariella, ti meravigli? Tu, che hai nello sgabuzzino un rifornimento di fazzoletti di carta, marca XY [quella ‘sponsorizzata’ dal supermercato di fronte a casa], con i quali potrai affrontare i raffreddori dei prossimi tre anni almeno e stai comperando tutta una serie di prodotti dello stesso marchio, per ricevere i bollini che ti permetteranno di avere in regalo un uovo di Pasqua? Vardéte en po’ ti…-
Oddio, chi sta parlando? Il consorte non c’è (perché in bocca a lui quelle parole sarebbero state perfette..), sono sola, nell’ascensore... per cui questa…. sì, questa è la voce della mia coscienza!!
Eh sì, sorrido scuotendo la testa mentre apro la porta di casa, non devo farmi meraviglia degli ‘allettamenti’ altrui di fronte ad ‘astute’ (e irrilevanti) promozioni che hanno solo lo scopo di incrementare le vendite di questo o quel prodotto.
Basta che pensi ai miei, di ‘allettamenti’, concludo, prendendo in mano la cartolina per la raccolta punti…
Però, me ne mancano solo sei, di bollini. Altri due pacchetti di fazzoletti di carta, che non vanno certo a male anche se dovranno attendere a lungo prima di essere usati, una confezione di biscotti secchi per la colazione e qualcos’altro che di sicuro mi verrà in mente… e l’uovo sarà mio!! Eheheh! ;-)
E lasciamo pure che il consorte scuota la testa, con quel suo sorrisetto ironico. Forse forse gliene darò un pezzettino di cioccolata. Ma piccolo piccolo….
 
 

sabato 2 marzo 2013

E la vita continua....

E poi la vita continua, nonostante la delusione e lo scoramento post-elettorale.
Martedì mattina la condivisione con gli ex colleghi, nel ‘nostro’ angolo del solito bar, in un crescendo di commenti, ipotesi, proposte, quasi noi fossimo responsabili di partito e poi altri discorsi, più o meno simili, con altri amici, tutti variamente delusi e/o arrabbiati, ognuno con il proprio ‘cahier de doleance’ e le proprie proposte per il futuro in cui spesso è ricorso, a mo’ di talismano, il nome (sempre quello) di Matteo Renzi.
Ah, se ci fosse stato Renzi, perché non hanno candidato Renzi, adesso tocca a Renzi, Renzi di qui, Renzi di là, Renzi… il factotum della cittàààà, pardon, della politica…
Mah.
Quasi contemporaneamente, dalla girasoliana amica, folgorata sulla via di Grillo e solerte attivista per tutta la campagna elettorale, ho ricevuto una mail esaltante il successo del M5S, con un nuovo invito a lasciare la (mia) vecchia strada per partecipare in prima persona alla gloriosa rivoluzione in grado di rivoltare l’Italia come un calzino.
-Spero che i neo eletti siano migliori del grande leader, così aggressivo e così insultante…-ho cominciato a rispondere, per poi cancellare, ri-scrivere e ri-cancellare, prima di chiudere definitivamente con un nulla di fatto. Che pensi quello che vuole, mi sono detta spegnendo il pc, glielo lascio tutto, il messia dai riccioloni grigiastri e dalla voce stentorea…
 Nel frattempo, a tirarci un po’ su di morale sta contribuendo il tempo, che ci sta portando a rapidi passi verso la primavera. C’è un sentore di nuovo nell’aria più tiepida dei pomeriggi assolati, anzi d’antico, quasi parafrasando il buon Giovanni Pascoli, che si ripete, come per miracolo, anno dopo anno.
E oggi, compiendo una breve passeggiata nel vicino parco di Gocciadoro, una splendida oasi di verde al limitare della città, la primavera imminente si poteva già immaginare, osservando quelle (poche) persone che si crogiolavano al sole, distese sull’erba. Ci mancano solo le viole…