lunedì 25 febbraio 2013

venerdì 22 febbraio 2013

Vigilia

Sta finendo, finalmente, questa lunga campagna elettorale, che ci ha regalato anche stavolta promesse mirabolanti, sussurri e grida, adunate oceaniche, colpi di scena, in un crescendo (quasi) rossiniano: ancora qualche giorno e poi sapremo quale sarà il nostro futuro politico.
E quest’oggi, nel tardo pomeriggio, mi sono recata alla ‘festa elettorale’ della ‘mia’ coalizione che si teneva in via Verdi, a due passi dalla porta del Duomo. Un palco di modeste dimensioni sul quale stavano suonando giovani e capaci artisti con un repertorio di musiche trascinanti, dei tavoli con un piccolo buffet, patatine, salatini, pane e salame, qualche biscotto, il tutto annaffiato da bevande analcoliche e da un caldo vin brulè, giusto rimedio al freddo pungente di questa strana giornata di fine febbraio. E tutt’attorno un gruppo di audaci simpatizzanti (perché ce ne voleva di coraggio nel rimanere lì ad intirizzire…), pochi a dire il vero, con la presenza di alcuni candidati, del sindaco, di consiglieri comunali e provinciali, volti noti e gente comune, tutti speranzosi di un vicino cambiamento…
Alle 18 precise, sul palco è salito Dario Vergassola che, con una serie di battute spiritose, ‘sparate’ a raffica, ha fatto ridere di gusto il pubblico, compresi i tre candidati, che avevano preso posto accanto a lui. E a loro tre è toccato il compito di chiudere l’incontro, con discorsi brevi e concreti, di buon senso e senza slogan ad effetto. Una boccata di aria fresca, seguita da un applauso sentito. Infine, infreddolita come quasi mai successo prima in questa stagione, ma con l’animo sollevato e con una maggiore fiducia in un risultato positivo, me ne sono tornata a casa, verso il tepore domestico e…. verso una calda minestra ;-)
Adesso non rimane che attendere il responso dell’urna: tra cavalieri pitturati e liftati, novelli messia strepitanti, ‘tecnici’ diventati loquacemente inarrestabili e tutta una varietà di tipologie umane, io confido ancora nell’usato sicuro. E pazienza se, grazie all’ottima legge elettorale vigente, mi sono dovuta comperare una maxi molletta per votare un candidato al senato che mai avrei voluto. Facciamolo per la coalizione, come mi ha detto stasera un esponente del partito. Ancora una volta, facciamolo. Con la speranza che sia anche l’ultima….
 

sabato 16 febbraio 2013

Sabato 16 febbraio

E’ finita un’altra settimana, cominciata con la notizia-bomba delle dimissioni del papa e conclusasi con la pioggia ‘meteoritica’ in terra di Russia e lo scampato scontro con un asteroide impazzito (per un prossimo ‘incontro ravvicinato’ dovremo attendere il 2029… e chissà se a quel tempo sarò ancora qui, su questi schermi…).
E nel frattempo abbiamo chiuso con carnevali e commerciali feste di santi veri o presunti, di quelle che a noi passano un po’ alte sopra la testa (come quelle di papà, mamme, nonne, zie e compagnia cantante), abbiamo affrontato la ‘grande nevicata’, che si è rivelata, grazie al cielo, una precipitazione contenuta e senza conseguenze (eccezion fatta per l’amica A., che ha ‘usufruito’ di brusco scivolone con dolorosa caduta) e abbiamo seguito il festival di Sanremo, giusto perché preventivamente esecrato da-colui-che-preferisco-non-nominare e che ci allieta quotidianamente o quasi con le sue political-facezie.
Ed è pure cominciata la quaresima, ma non il virtuoso periodo che ‘qualcuno’ si era solennemente riproposto, più, a dir il vero, per motivi dietetici che non religiosi. Ogni giorno si apre con buoni propositi, prontamente dimenticati all’ora di pranzo, perché lo spirito sarà anche forte, ma è la carne ad essere debole…
Domani, comunque, è un altro giorno…

P.S. Il 16 febbraio non è un giorno qualsiasi, ma è l’anniversario del nostro primo appuntamento, avvenuto ben 39 anni fa. Era un sabato anche quel 16 febbraio del 1974 (e se qualcuno fosse interessato a ripercorrere quella lontanissima giornata, eccolo qui. (Non sono riuscita a mettere il link, quindi, eccolo tutt’intero…)


Il giovanotto telefonò circa alle 14 del venerdì 15 febbraio.
-Vieni a mangiare una pizza domani sera?-
Non finsi neppure di consultare un’inesistente agenda degli impegni e la mia risposta fu immediata. Certamente sarei andata. C’erano dubbi?
-Sì, volentieri-
Ci accordammo così per ora e luogo dell’incontro e per tutto il pomeriggio e la giornata successiva, non riuscii a non pensare all’appuntamento. Andai perfino dalla parrucchiera, per una veloce piega, in modo da presentarmi al meglio e scelsi con cura l’abbigliamento. Oddio, non che avessi una gran scelta, una povera maestrina di doposcuola che guadagnava giusto due lire, non aveva certo armadi di grande spessore. Non ascoltai neppure i consigli dell’allora amica L, con la quale mi ero incontrata qualche ora prima dell’Evento.
-Non illuderti- mi aveva ripetuto, (quasi un mantra quelle due parole) -tanto è anche più giovane di te- (o almeno così credeva, essendo stata in classe con la di lui sorella…)
E venne l’ora. Il luogo scelto dal giovanotto per quel primo incontro fu una pizzeria, oggi non più attiva, nel centro di Trento, dove prendemmo posto ad un tavolo d’angolo. Il giovanotto mi parve più bello che mai, con quei capelli sottili e un po’ lunghi che gli scendevano sulla fronte, lo sguardo franco e sorridente, che mi guardava come se fossi unica. Indossava un maglione di casalinga fattura, a righe dai colori alternati, blu quelle più larghe, rosso tenue e beige le più sottili e altro non ricordo del suo abbigliamento. Certo, non posso dimenticare il montgomery nocciola, dagli ampi alamari e con cappuccio un po’ fratesco, che lo accompagnò per qualche inverno e che poi finì nelle profondità di qualche armadio della casa paterna.
Ordinammo. Io, una pizza di qualche tipo, lui un piatto di insalata di riso. E parlammo, in attesa delle pietanze, mentre mangiavamo, dopo mangiato. Parlammo soprattutto di noi stessi, parole leggere e scelte con cura, parole per conoscerci. Scoprii che l’amica L. mi aveva parlato del “fratello sbagliato” della compagna, essendo il giovanotto più vecchio di me di due anni, che era il primogenito di sette figli, che sbarcava il lunario arrabattandosi con lavoretti di ogni genere mentre finiva la facoltà di sociologia. Scoprii che aveva girato mezza Europa in autostop, che era stato in Sud America per lavorare alcuni mesi in una missione, che era stato per anni negli scout, e più parlava, più capivo quanto fosse in gamba.
Ma, nello stesso tempo cominciai ad essere assillata da un dilemma: che fare, al momento del conto? Lasciar pagare lui o fare alla romana? Avevo appena saputo che di soldi non doveva averne più di tanti, non che fossi “ricca” io, ma alla fine di ogni mese, almeno fino alla fine di maggio, quei quattro soldi mi sarebbero entrati in tasca. Non avrei però voluto che si offendesse se avessi chiesto di dividere il conto… Del resto allora era normale che fossero i cavalieri a pagare le consumazioni, ma non potevo neppure far finta di niente e lasciargli l’onore e l’onere di offrirmi la pizza, sapendo che ….
Insomma, gira e rigira, era un bel problema….
-Andiamo?-
-Certo-
Ci alzammo, indossammo i nostri cappotti e ci avviammo verso la cassa. Il giovanotto davanti ed io dietro di lui.
-Duemila lire- disse la cassiera. Lui trasse il portafoglio di tasca, estrasse una banconota da diecimila lire e pagò. Prese il resto e lo stava riponendo, quando io gli allungai mille lire. La mia parte.
-Mi pare che … questa sia…. la mia parte…-
-Sì, grazie- e lui le prese.
Le prese e le ripose insieme alle altre, mentre io esalavo un silenzioso sospiro di sollievo. L’istinto mi aveva suggerito la mossa giusta.

Qualche mese più tardi, una sera il giovanotto mi disse che quel mio gesto gli aveva fatto capire che potevo essere la ragazza “giusta” per lui, compatibile cioè con le sue finanze.
Ed io allora pensai ai casi della vita, a come il destino possa dipendere da fatti così semplici e banali. Mille lire!! “Conquistato” con mille lire!

lunedì 11 febbraio 2013

Eccomi di nuovo...

-Tutto ok?- mi chiede un’amica di antica data –Sono già passate due settimane dall’ultimo post..-
Sì, tutto ok, è solo che sono stati giorni densi di ‘cose’ da fare e il tempo corre, anche per i pensionati che in teoria dovrebbero disporne a piacere (o quasi). L’unico vantaggio di queste giornate ‘affollate’ è la mancanza di tempo (oltre alla voglia) di seguire la campagna elettorale che ci delizierà ancora per una decina di giorni o poco più. Non è che ne soffra, tutt’altro, anche perché alle quotidiane gesta del nostro (la minuscola è d’obbligo) e alle sue boutade non c’è scampo: da una parte o dall’altra ‘sbucano’ sempre e non si riesce a rimanerne ignari. E ogni volta, ad ogni mirabolante promessa dello stesso c’è un sobbalzo del muscolo cardiaco (della sottoscritta) perché, si sa, i ‘credenti’ a miracolosi (e poco probabili) provvedimenti in stile Lourdes o Medjugore sono numerosi e il rischio di ritrovarci di nuovo con l’unto al governo è di quelli che possono far perdere il sonno.
 
E intanto, nell’attesa delle quotidiane ‘restituzioni’ (io mi accontenterei di qualche anno in meno, non troppi però, per non essere rispedita nelle aule patrie ;-)) e di vedere come andrà a finire il 24 e 25, si va avanti con le consuete attività.
Quest’oggi, per esempio, il consorte ed io siamo usciti di casa poco dopo le 8.30 e abbiamo raggiunto il piccolo paese di Prissiano, ad una ventina di km da Merano, da dove, scarponi ai piedi e zaini in spalla, affrontando impavidi una temperatura di -3°, ci siamo inerpicati lungo sentieri in gran parte innevati, siamo scesi da scivolosi pendii, abbiamo risalito erte stradine, con qualche imprevisto fuori programma, nel lodevole intento di provare il tracciato della prima escursione ‘pedestre’ in programma esattamente tra un mese. Un’unica sosta seduti su una panchina al sole, a fianco del portale della medievale chiesetta di St. Jacob per consumare un frugale e frettoloso spuntino di mezzogiorno, un fortuito e (troppo) ravvicinato ‘incontro’ dell’alta e spaziosa fronte del consorte con un ramo nodoso che sporgeva lungo il sentiero, del quale l’amato bene porterà per un po’ il segno e infine il ritorno all’auto prima e verso casa poi, con la decisione di ‘cassare’ l’itinerario, pensando ad un tragitto in ambiente più idoneo per il periodo. Probabilmente, infatti, la neve ci sarà anche fra quattro settimane, soprattutto nei punti meno soleggiati, con il rischio di trovare tratti ghiacciati. E, maggiore saranno le probabilità, se nei giorni prossimi ci sarà quella che i meteorologi già stanno chiamando ‘la nevicata perfetta’….
Staremo a vedere.
 Comunque, per concludere il discorso sulle promesse elettorali, si accettano consigli su come ‘impiegare’ i 220 euro che il consorte ed io dovremmo avere in restituzione dell’Imu 2012.
Io propenderei per l’acquisto di un bene immobile, anche in qualche capitale europea.
Mi basterebbe anche un monolocale… ;-)