venerdì 30 novembre 2012

El capùss

Ieri sera tardi, a casa nostra.
Lidia, Ada e Angela, compagne di escursioni e amanti di viaggi avventurosi, hanno appena finito di vedere le circa cinquecento fotografie (500!!) del nostro passato viaggio in Patagonia, più quelle scattate a Buenos Aires, più una (breve) parte del filmato di Ugo ed io, con slancio generoso, mostro loro le cronache relative, ordinatamente scritte sul blog.
I commenti positivi e i complimenti per il mio 'blog-luogo' si susseguono, quando...
-Ma coss'ela quela roba lì???- la voce del consorte è carica di interrogativi, mentre egli indica qualcosa sullo schermo.
-Quale 'roba lì'?- domando a mia volta.
-Quela lì...-
-Ah- finalmente capisco -quel lì l'è el me avatar..-
-El so che l'è l'avatar... Ma cossa èlo? En capuss??!! (=un cavolo cappuccio)
-Ma Paolo, en capuss!! Ma no vedet che l'è un'ortensia!!-
-El sarà anca n'ortensia, ma a mi la me par en capuss!!-
E voi ditemi se non si può non amare un consorte così... faceto!! Se non ci fosse, per trovarne uno simile dovrei recarmi in val Gardena... forse me lo costruirebbero di legno, a sua immagine e somiglianza!

mercoledì 28 novembre 2012

La signora Egle

La signora Egle ed io ci conosciamo dal lontano 1981, quando, allora incinta del secondo figlio, l'avevo incontrata a casa di Giovanna, dov'ero stata invitata per una di quelle 'micidiali' riunioni casalinghe, comunemente chiamate 'dimostrazioni', in cui si vendono prodotti di vario genere ad amiche e conoscenti.
Egle era appunto la 'dimostratrice': preparata e con fare amichevole, presentò tutta una serie di prodotti per la pulizia della casa, dei quali avevo fino ad allora ignorato l'esistenza e dei quali, ci spiegò, non si poteva proprio fare a meno. E fu talmente abile e persuasiva, che alla fine della serata accettai di invitarla a casa mia, qualche mese più tardi, per una nuova 'dimostrazione', con nuove, possibili clienti.
Così radunai forse quattro 'pellegrine', che non potevano rifiutarsi, mia mamma, mia suocera, l'amica Vittorina, la stessa Giovanna e la riunione avvenne. Quella volta, un anno dopo, un anno dopo ancora e via via, anno dopo anno, Egle divenne una presenza (quasi) costante nella nostra vita familiare.
La signora Stan****, come la chiamavano i miei figli, compariva, il giorno stabilito (dopo lunghi conciliaboli e accurato studio delle rispettive agende), con i suoi borsoni ricolmi di prodotti, stendeva la sua tovaglia verde scuro sul tavolo del soggiorno, sulla quale disponeva ordinatamente flaconi e flaconcini, pagliette e spugnette, spray e creme, oltre ad oggetti vari, fra cui avrei scelto il 'regalo' alla fine della riunione e, quando le 'invitate' erano al completo, la dimostrazione aveva inizio.
E, un appuntamento dopo l'altro, con la presenza costante di Vittorina e di mia suocera (mia madre, dopo qualche anno dette forfait), poi di Annamaria, che meriterebbero una Stanh**** benemerenza, siamo giunti a quello del 2012.
Egle ha telefonato qualche settimana fa e abbiamo concordato per venerdì pomeriggio, dopodomani; io ho chiamato le tre fedelissime, alle quali si è aggiunta la cognata Marina, quindi preparerò un casalingo dolce 'ospitale' da offrire con un caffè o una bibita, riordinerò velocemente il soggiorno... e l'evento potrà svolgersi, come da rituale.
Probabilmente anche stavolta mi lascerò allettare da qualche 'pulitore' speciale o da qualche 'attrezzo' specifico, che rimarrà poi ad invecchiare sugli scaffali del ripostiglio, come successo ad una avveniristica 'freccia' per pulire i vetri, talmente moderna e 'unica' che non l'ho mai usata :-(.
-Ma cossa l'hat comprada a far?- mi ha chiesto un giorno, perplesso, il consorte -se i vedri no te i neti mai...-
-L'ho comprada per ti, amore...- gli ho risposto -perché te sei pù bravo de mi..-
Un 'regalo' poco apprezzato, alla fine.
Chissà quale 'marchingegno' presenterà, stavolta, la Egle!!

domenica 25 novembre 2012

Di oggi, di ieri e di ieri l'altro ancora

E siamo di nuovo a domenica, la seconda 'senza montagna Sat', che mi vedrà impegnata per diverse ore del pomeriggio al seggio delle primarie ('ma se ghe mete così tant a votar?' mi ha chiesto un'anziana conoscente, che non aveva capito 'l'entità' del mio ruolo), precisamente all'ufficio elettorale della 'mia' circoscrizione, laddove, cioè, si devono iscrivere i votanti prima di accedere alle urne.
Mia compagna di fatica sarà Gabriella, anch'ella ex insegnante e pressapoco mia coetanea, con la quale 'gestisco' operosamente la bancarella dello scambio-libri nelle varie feste 'popolari' (tre all'anno, che non temiate per la mia salute, eheheh!). Il nostro 'abbinamento' e in aggiunta l'operosa presenza al seggio nientemeno che del Presidentissimo Sat, l'amico Paolo F., cognato della suddetta Gabriella, hanno procurato (e lo stanno ancora procurando) qualche patema d'animo nella giovane Clara, figlia e nipote dei due, nonché mia ex alunna.
-Oddio, voi tre, chissà che confusion! Di persone svelte, abbiamo bisogno!!- ha detto la 'villanella' alla genitrice.
-Varda ti, bocéta (=ragazzina), che noi saren veciòti, ma ancora en gamba!- le ho mandato a dire (ma sarà il caso di 'star su co le rece', vale a dire ben attenti nell'espletamento delle nostre mansioni per non dar adito a critiche salaci...). Vi saprò dire.

 
La settimana appena conclusa, invece, ci ha visti impegnati in una tre serate culturali (in senso lato) a tutto tondo. Abbiamo cominciato, lo scorso martedì, il consorte ed io con la visione del film 'Bella addormentata' di Bellocchio, che avevo 'perso' la scorsa primavera. E ci tenevo davvero a vederlo che ho sfidato la stanchezza del dopo Mandacarù, per rivestirmi (sì, ero già in abiti... da casa) e uscire nella tarda serata verso il cinema Vittoria.
-Spero de non endormenzarme- ho detto a Paolo mentre percorrevamo a grandi passi le vie quasi deserte del centro.
-Te sarai en tema con el titolo- mi ha risposto, sempre faceto, l'amato bene.
E invece non sono stata io la 'Bella addormentata' della serata. Oddio, qualche brevissimo 'mancamento' c'è anche stato, lo confesso, ma la vera 'Bella addormentata' è stata la signora comodamente seduta tre file dietro la nostra, in perfetta solitudine (nella grande sala a piano terra c'erano forse dieci persone), che non si è riscossa neppure al riaccendersi delle luci.
-Ma, dormirala o sarà morta?- ci siamo domandati. No, niente di tragico, solo una botta di sonno. Menomale.
Mercoledì, invece, il consueto appuntamento con l'orchestra Haydn, che ha suonato, tra l'altro, la quarta sinfonia di Schumann, che a me piace moltissimo e che avevo, più volte, precedentemente ascoltato.
-Ancora quela musica lì? Ma no set stufa?- scuoteva la testa il consorte ogniqualvolta 'partiva' il cd -Fra en po' te la sai a memoria..'
E allora? E allora me la riascolterò ancora e ancora, perché... la me pias.
Giovedì, infine, a conclusione del triduo, una trasferta fino a Vicenza per un concerto del complesso canadese Cowboys Junkers, del quale fino a quel momento avevo del tutto ignorato l'esistenza.
-Ma come fat a no conoscerli??- si 'sconvolgeva' il Presidentissimo Paolo F.
E altrettanto stupito mi guardava il suo amico Paolo, detto Paolone, che possiede l'intera discografia del gruppo e che ha seguito tutto il concerto con la partecipazione del vero fan. No, non li conoscevamo né io, né, last but not least, il terzo Paolo della serata, vale a dire il consorte (buffo, su cinque trentini in trasferta...tre Paoli!), ma abbiamo comunque apprezzato e ce ne siamo tornati nella notte novembrina con il nostro bravo CD nella borsa, una raccolta quattro+uno che andrà a far compagnia a quelli di Steve Wynn e di Mary Gauthier, gli ex-ignoti artisti che abbiamo conosciuto (e apprezzato) grazie ai 'suggerimenti' dei più esperti amici patagonici.
Eh sì, grazie, putèi. Se no ghe fusse voi... chissà dove saremmo rimasti, musicalmente parlando. A Claudio Villa?

sabato 24 novembre 2012

Eheheh, che sollievo!!

L’aver appreso che, dopo una recente sentenza della Cassazione, sarà permesso alle bambine italiane di essere chiamate Andrea, mi ha tolto un grosso peso dal cuore, ridandomi il sonno perso nel pensare (e ripensare) a questo annoso problema.
L’unico rammarico è l’aver oramai perso tutti i treni per poter avere un’altra creatura, stavolta femmina a cui imporre questo nome…
Pazienza, vorrà dire che lo suggerirò ai miei figli, caso mai un giorno o l’altro dovessi diventare nonna… ;-)

mercoledì 21 novembre 2012

Clarissa


Quando me la sono vista venire incontro sorridente, in quell’ora del pomeriggio in cui la luce cede il posto alle prime ombre della sera, sono rimasta un attimo perplessa.
Clarissa? Sì, può essere lei, anzi, è lei, un’alunna dell’ultima classe in cui avevo insegnato. Ma che cosa ci fa con quella carrozzina blu da neonato? Un bambino? Un rapidissimo conto, mentre ormai siamo quasi di fronte una all’altra. 18 anni. Solo 18 anni…
Clarissa! Da quanto non ci incontravamo! Sei diventata… mamma?
Sì, è diventata mamma di Stefano, tre mesi appena, che mi mostra con giustificato orgoglio materno, uno scricciolino che dorme ben coperto da caldo piumone e sì, per quest’anno ha lasciato la scuola e sì, vive con i suoi genitori, perché ‘non c’è un papà’, presente almeno e sì, è contenta e ‘come non posso non esserlo, con lui’, conclude, indicandomi il piccolino.
E a quel punto la saluto, con un abbraccio da vecchia madre e, mentre la guardo allontanarsi fiera, con la sua creatura, non posso che augurarle tutto il bene del mondo.
Auguri, Clarissa, giovanissima mamma, probabilmente inconsapevole di quante responsabilità ti dovrai fare carico d’ora in avanti, auguri a te e al tuo bambino, con l’auspicio che il vostro futuro sia sereno e pieno di momenti felici.
E un pensiero speciale ai tuoi genitori, ora giovani nonni, con tutti i loro ‘pensieri’ e che ricorderanno con un pizzico di nostalgia i tempi in cui la più grande preoccupazione erano le ‘dimenticanze’ scolastiche della ragazzina Clarissa…

domenica 18 novembre 2012

Le Girasole in gita

Le proverbiali sette camicie aveva dovuto sudare la ‘povera’ Renata, socia fondatrice del gruppo ‘Le Girasole’, per concordare una giornata in cui ritrovarci tutte assieme per una passeggiata fuori porta. Neppure fossimo donne in carriera, ministre o manager super-impegnate con un’agenda di appuntamenti completa da qui al 2016, invece di distinte (e giovanili) pensionate (solo due sono ancora ‘attive’) era stata un’impresa ardua ‘scovare’ questo 18 novembre e non meno arduo era stato concordare un itinerario, alla portata di ognuna.
-Penseghe ti, Mariella- mi aveva detto la Fondatrice -ormai te sei la nossa [unica?] capogita..-
Così, ‘fiera’ di cotanta fiducia, avevo passato in rassegna decine e decine di percorsi, semplici, più che semplici, un pochino più impegnativi, ma uno era troppo distante, un altro non offriva punti di ristoro, un terzo presentava una salita più accentuata, finché…
Eureka!! Vi porterò a Merano, lungo la comoda e panoramica passeggiata Tappainer, magari fino a Castel Tirolo, oppure saliremo al lago di Varna, a due passi da Bressanone, con visita all’abbazia di Novacella. A te, Renata, la scelta definitiva!
Merano! aveva concluso, sfinita e sollevata, la super-Girasola. Speriamo solo nei favori del tempo…
E stamattina, sotto un cielo appena appena velato, ci siamo incontrate, nove ‘fanciulle’ garrule e gioiose, pronte a trascorrere una giornata… al femminile, lontane da mariti, figli, nipoti e quotidiane incombenze. Un veloce trasferimento nella città del Passirio, la ricerca di un parcheggio, un buon caffè in un bar del centro e finalmente, quando sono quasi le 11, siamo pronte alla partenza.
A gruppo un po’ disordinato, tre davanti, due già distanziate dopo cinquanta metri, quattro ‘fluttuanti’, percorriamo la comoda passeggiata con qualche sosta ‘contemplativa’ (la conca meranese che ammiriamo dall’alto merita qualche sguardo attento), qualcun’altra per le classiche foto di gruppo, più quelle, indispensabili, ad ogni bivio per non ‘perderne’ alcuna (il rischio è sempre forte!), raggiungendo, alla periferia di Dorf-Tirolo un provvidenziale ristorante in cui consumare un meritato pranzo… sociale.
Si sono fatte, intanto, le 13.30 e quel certo languorino si fa sentire…
-Potremmo mangiare all’esterno. Guardate che bel sole…- la proposta di Marta incontra l’unanime dissenso ed è così che, comodamente seduti in una luminosa sala da pranzo, passiamo a gustare locali specialità, knodel di varia fattura e a seguire, le più golose, semifreddi alla castagna e krapfen con ripieni particolari, concludendo il tutto con un fumante caffè… all’italiana.
Sono le 15.30 quando ci rimettiamo in cammino: nell’aria più frizzane del pomeriggio, ci attendono circa due ore di strada con qualche ripida discesa, che ci conduce direttamente nel centro di Merano, proprio dietro il Duomo.
-Soddisfatte?- chiedo alle (sempre) festanti compagne di gita.
Bellissima! La più bella escursione che abbiamo mai fatto! Una scoperta, questo itinerario! Voglio rifarlo al più presto…
I giudizi positivi sono unanimi e in quest’atmosfera gioiosa, mentre su Merano sono ormai scese le ombre della sera, andiamo alla ricerca di una bella pasticceria per il caffè della staffa, prima di riprendere le auto e la via di casa. Ma, ahimè, ‘quella’, conosciuta, golosa e piena di allettanti tentazioni è chiusa per turno di riposo… Pazienza, ci accontentiamo di un altro locale e, dopo le ultime chiacchiere, affastellate di programmi (molte delle Girasole sono donne infaticabili e piene di risorse e di efficienza -in confronto a loro io sono una dilettante), per un futuro di visite culturali, nordic-walking quasi quotidiano, tuffi in piscina, viaggetti pre-natalizi e/o post-natalizi, ecc.ecc., ci salutiamo calorosamente. Arrivederci, ragazze. E’ ora di ritornare a casa. Ci vedremo il 10 dicembre per gli auguri (anticipati) di Natale, con dolci, calde bevande e canti natalizi (se te i canti ti, Renata…).
Ma sarà certa, quella data? O la cambieremo perlomeno tre volte ancora? Ah, saperlo…

sabato 17 novembre 2012

Per stare bene

E come spesso succede, ad una domenica piovosa e nebbiosa è seguita una settimana ‘speciale’: giornate soleggiate, cielo sereno, temperature tiepide, perlomeno nelle ore centrali del giorno, che sarebbe stato un vero delitto rimanere in casa. No, niente montagna, come avevo già ‘dichiarato’ (ho resistito alle lusinghe del presidente Sat che voleva condurmi lungo impervi sentieri del Lagorai, in compagnia di due ‘disperati’ coetanei e pensionati), ma semplici passeggiate sulla collina di Trento o verso la periferia sud, tanto per mettere in pratica i saggi consigli letti sulle pagine di Repubblica o ‘trovati’ in bella mostra sulla porta dell’ambulatorio del medico di famiglia, che invitano a salutari camminate, ancor meglio se quotidiane.
Camminare fa bene, è alla portata di tutti e non richiede né una preparazione specifica né costose attrezzature. Verissimo e se poi sei in compagnia di persone amiche, si possono anche intrattenere piacevoli conversazioni… Frequenti momenti silenziosi sono invece prerogativa delle passeggiate con il consorte, anche se non posso paragonare il mio a quello dell’ex collega Elsa, che, in procinto di partire con l’amato bene per una vacanza in terre extraeuropee, temeva l’atrofia… delle corde vocali (‘corro el rischio de tornar de ritorno con le corde vocali atrofizzade’)…
A questa moderata attività… pedestre, da qualche giorno sto ‘abbinando’ una riduzione calorica (= dolci soprattutto), decisione obbligata dopo lo choc provato domenica scorsa, al momento di scegliere l’adeguato abbigliamento per la castagnata, nello scoprire che diverse gonne… si erano improvvisamente ristrette. E proprio quelle che giusto un anno fa avevo fatto stringere dalla sarta! Qui ci vuole qualche rinuncia, mi sono detta, anche in vista degli stravizi natalizi che attendono dietro l’angolo.
Così, via tutti i dolciumi, un po’ di attenzione ai condimenti e al consumo di formaggi, niente (o limitati) carboidrati alla sera e già al quinto giorno di ‘regime’ qualche (piccolo) risultato si è visto. Ma c’è ancora un po’ di strada da percorrere, se non voglio cambiare il guardaroba (e non sarebbe certo il caso…)

Passando a temi più seri, sono rimasta colpita dalle immagini dei disordini scoppiati in varie città durante le manifestazioni in occasione dello sciopero dell’altro giorno. Se poi aggiungiamo la situazione di (quasi) guerra tra Israele e Gaza, lo scoramento è totale.
E per concludere, leggo che dopo (o con) Silvio potrebbe esserci Marina… La misura è colma.

lunedì 12 novembre 2012

E' finita la stagione!



Domenica 11 novembre.
Finisce anche quest’anno la stagione delle gite, con pranzo e castagnata, più musica dal vivo, estrazione lotteria, ricchi premi e cotillon; manca solo la fascia d’oro per la Miss (saggia decisione per non correre il rischio di scatenare guerre fratricide tra le ‘bellezze’ della sezione).
E, come da qualche settimana a questa parte, anche questo giorno festivo si presenta sotto le perfette spoglie del maltempo, con pioggia torrenziale e nebbia ‘a centimetro zero’, fenomeni che, tuttavia, non impediscono a diciannove temerari di partire alle 7.30, con abbigliamento da montagna e ampio ombrello appresso (più vestito ‘da cerimonia’ da indossare una volta alla meta) alla volta del lago di Tenno, da dove si incammineranno verso il paese di Fiavè, luogo in cui si terranno i festeggiamenti.
Naturalmente noi, il consorte ed io, non facciamo parte di questa prima ‘schiera’ e raggiungiamo Fiavè nella tarda mattinata con il pullman delle 10.30, già con l’abito della festa e la capace tortiera con il dolce d’ordinanza, come ormai da tradizione (è infatti compito di zelanti socie/i preparare le torte per la merenda..). Sempre accompagnati dall’incessante precipitazione, non ci rimane che trascorrere il tempo precedente il pranzo, impegnati in amichevoli conversazioni accanto alle calde stufe ad olle del bar annesso al ristorante prescelto, in attesa del ritorno degli indomiti guerrieri. I quali giungono… in pullman, avendo avuto, il capogita, l’accortezza di modificare radicalmente il programma: nessuna romantica (?) camminata sotto la pioggia, ma un bagno di arte e storia trentina, con la visita a Castel Stenico. Niente pioggia, perciò, ma un’adeguata dose di freddo e umidità ‘regalata’ dalle vaste sale con ampi finestroni aperti (ne ho ancora vivido ricordo dall’ultima visita là effettuata).
E adesso la festa può cominciare: l’aperitivo, poi il pranzo, che, come spesso accade in simili occasioni, tende a prolungarsi, indi l’arrivo del musicista e l’inizio dei primi balli, con già numerosi soci pronti a lanciarsi in danze sfrenate… di ogni ‘tipologia’. Molti, comunque, sono anche quelli che ‘osservano’ o si dedicano a tranquilli conciliaboli a questo o a quel tavolo, mangiando le caldarroste e accompagnandole con qualche bel sorso di vino rosso per non rimanere… ingozzati (o, per usare un trentinismo ‘enpaitadi’).
Giunge poi il momento clou della consueta lotteria: sul fondo della sala da pranzo sono esposti i premi, ovviamente articoli da montagna, zaini, imbrachi, guanti da roccia, thermos, borracce, bastoncini…, più, ‘pezzi forti’ di quest’anno, una ventina di volumetti, scritti da un nostro socio, su diverse (sue) esperienze… pedestri, che garantiranno momenti di appassionata lettura, oltre alla dedica personale con bacio in aggiunta alle ‘fortunate’ socie che avessero a vincerne una copia. Una ‘gentilezza’ riservata solo alle signore….
Nel silenzio generale, tre fratellini (i più giovani ) procedono all’estrazione dei biglietti per la soddisfazione dei vincitori, che possono scegliere tra gli articoli presenti –un regalo a costo zero (ciascun partecipante alla castagnata riceve un biglietto omaggio, compresa la piccola Virginia di neppure dieci mesi) è sempre gradito. E allora viene un po’ da sorridere di fronte alla delusione ‘pubblica’ di una compagna di escursione che non ‘trova più’ l’oggetto desiderato…
Poco prima delle 19 i due pullman riprendono la strada verso la città con il loro ‘carico’ festante e, giunti al consueto parcheggio, è tutto un salutarsi affettuosamente, in attesa di ritrovarci per la nuova stagione.
E in questo ‘interregno’ che cosa faranno, alla domenica, i baldi camminatori della Sat? Risposta facilissima: la maggior parte continuerà a salire per erti sentieri, a scendere ripidi declivi, ancor meglio se con gli sci (o le ciaspole ai piedi), con l’unica eccezione del giorno di Natale e, forse forse, della domenica 23 dicembre, se proprio sarà necessario…
E la sottoscritta? Ah, lei si dedicherà a tutt’altro, in una specie di ‘decantazione’ dalla montagna. L’attendono una passeggiata (tranquilla tranquilla) con le Girasole, una domenica al seggio delle primarie, un compleanno da festeggiare e tanto volontariato alla bottega del Mandacarù nelle ‘calde’ giornate pre-natalizie.
Non avrò tempo di annoiarmi.

venerdì 9 novembre 2012

Bolzano, Bozen

A me piace, Bolzano. 60 km distante da Trento, ma decisamente un altro mondo. Un centro storico ‘contenuto’, dalle tipiche architetture tedesche, i portici che corrono lungo la via principale, belle piazze, negozi ‘storici’, caffè di stile mitteleuropeo, invitanti pasticcerie, un ricco e ordinato mercato giornaliero, in un insieme di elementi che permettono l’immersione in una cultura diversa.
E mi piace andarvi, di tanto in tanto. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da acquistare, da ‘assaporare’.
Così l’altra mattina, nell’aria frizzantina di una soleggiata giornata serena, ci siamo incamminati di buon passo, il consorte ed io, verso la stazione ferroviaria. Un’ora di treno, impegnati nella lettura dei consueti quotidiani ed eccoci nel capoluogo altoatesino.
La prima meta è Castel Roncolo, l’imponente maniero che sorge su uno sperone roccioso a nord della città, all’imbocco della val Sarentino, che raggiungiamo con una comoda passeggiata, dapprima attraverso il centro storico, quindi percorrendo i giardini che costeggiano il torrente Talvera, in questi giorni ricco di acque tumultuose e spumeggianti. E’ piacevole camminare nel sole tiepido, nel verde dei giardini, tra gli alberi dalle foglie multicolori e nella tranquillità della giornata feriale; c’è poca gente, a quest’ora, sul Lungotalvera, sempre affollato nei fine settimana e pochi ne incontriamo anche al castello. La nostra visita si limita ai cortili interni e, dopo uno sguardo a Bolzano dall’alto, ritorniamo sui nostri passi verso il centro.
E’ ormai passato mezzogiorno ed è ora di sedersi per un pasto veloce, prima di una sosta alla bancarella del pane al mercato di piazza Erbe e di un ‘salto’ nella bella libreria Athesia, con la vicina e fornitissima cartoleria, un luogo dalle mille tentazioni. E non posso rimanere indifferente alle ‘proposte’, così me ne esco con alcuni acquisti ‘sfiziosi’ (vabbè, anche un po’ superflui, se proprio vogliamo sottolineare).
Freno invece i miei istinti ‘spenderecci’ nel reparto casalinghi di una certa catena commerciale (‘ma cossa te servelo, a ‘mpienirne de bazeghe?’- la voce della coscienza, pardon del consorte) e peccato (o per fortuna) che molti allettanti negozi di via Portici sono chiusi per la pausa pranzo, altrimenti le nostre finanze avrebbero corso concreti rischi.
Prima di riprendere la via della stazione, però, non può mancare una ‘visita’ al Cafè Città di piazza Walther.
-Mi voi anca ‘na feta de torta- puntualizza l’amato bene. Come si fa, infatti, ad andarsene da Bolzano senza aver gustato una di quegli splendidi dolci, di cui il mondo tedesco va giustamente fiero? No, non si può, così, una volta entrati, i passi del consorte si dirigono subito all’ampia vetrina dove fanno bella mostra di sé le innumerevoli ‘tentazioni’ della casa.
-Prenderò quel dolce di castagne-dice. Ma… il suo rimane un pio desiderio, perché il casuale incontro con un suo ex collega, che ci invita al suo tavolo e intende offrirci qualcosa, lo induce ad un ‘contenimento’ della richiesta.
-Pazienza- concluderà più tardi, mentre siamo sulla via del ritorno –me farò lo strudel, quando sen a casa..-
E così la giornata si conclude comunque con un tocco di dolcezza, sia pure alla trentina (e lo strudel ‘di famiglia’ è buono assai!); ci sarà sicuramente un’altra occasione per le specialità altoatesine!!
 

martedì 6 novembre 2012

Forza, Obama!

Ho ‘indossato’ la spilletta con il volto di Barack Obama, che ci hanno regalato in un ufficio di Obama-supporters in una cittadina del Maine e tengo le dita incrociate.
Forza, Obama! Non sarai Superman, capace di risolvere i problemi con i suoi poteri magici, ma sei una persona onesta. Io ‘tengo’ per te…

domenica 4 novembre 2012

Montagna: è il momento di dire NO

Arriva sempre, un'ora o l'altra della vita di ciascuno, il momento di dire 'basta! non se ne può più!'.
A me è capitato quest'oggi, 4 novembre, in una tipica, uggiosa mattinata autunnale. C'era in programma l'ultima gita 'ufficiale' della Sat, quella che da più di dieci anni è organizzata in collaborazione con un'altra sezione e che prevede, a fianco della camminata più o meno difficoltosa, un pranzo 'rustico' cucinato da soci volonterosi. Ma anche oggi, come successo altre volte nel passato, Giove Pluvio ha deciso di metterci lo zampino, regalandoci una giornata grigia e piovosa, degna conclusione di una settimana un po' altalenante sotto il profilo meteo.
-Se piove- aveva spiegato il capogita, l'arzillo Domenico B., sempreverde 75enne, agile e scattante -modificheremo il programma, rimanendo a fondovalle, sul lago di Ledro, utilizzando, per il pranzo, i locali della sezione Sat-
Ottimo- avevo pensato con un certo sollievo -eviteremo una discesa spaccagambe (già sperimentata in precedenti, faticose occasioni).
Così stamattina, ben vestita e ombrello munita contro la precipitazione continua, mi reco al pullman e perto, in compagnia di altri quaranta 'audaci', nella convinzione di trascorrere una giornata piovosa sì, ma in lieta compagnia e con un moderato impegno fisico. Ma non ho fatto i conti con la 'forza morale' dei Satini, per i quali 'non esiste l'impossibile', 'e che vuoi che sia per un po' di pioggia?', scoprendo, quando siamo già in viaggio verso la valle di Ledro, che il nostro 'giovinetto' capogita ultrasettantenne ha cambiato idea. Altro che passeggiata tranquilla lungo il lago di Ledro, prima del momento conviviale! Si seguirà invece il programma originario, con moderata salita e decisa discesa, a tratti stile 'picchio-pendìo', con una bella escursione... sotto la pioggia.
Eh no! Così non va! Quindi, GIAMMAI! Volete fare una gita sotto la pioggia, con visibilità pari a zero, tra boschi e sentieri coperti da foglie bagnate e sdrucciolevoli? Andate pure, io dico BASTA!
E lasciati partire i volonterosi, me ne torno solitaria a Riva del Garda e di qui a Trento, con una corriera di linea, che alle ore 14.45 mi lascia alla stazione delle autocorriere, da dove mi incammino, ombrello aperto e zaino in spalla, verso la casa della mia anziana genitrice. Un'ora abbondante di strada all'andata e circa 45 minuti al ritorno: anche senza grandi dislivelli, ho fatto la mia camminata.
E con la Sat? Il prossimo anno controllerò ben bene ogni proposta e prima di iscrivermi a questa o quella uscita, consulterò attentamente i vari siti meteo. Le performances con ombrello aperto le lascio agli 'inossidabili', nella convinzione che l'andare in montagna deve essere un momento di gioia e di piacere, non una fonte di sofferenza.

giovedì 1 novembre 2012

New York, New York


In questi giorni ho seguito con una certa emozione le notizie riguardanti l'uragano Sandy e le sue terribili conseguenze su zone in cui siamo stati appena un mese fa. E sconvolgenti sono state le immagini di New York, messa in ginocchio da un evento naturale, sia pure di tale portata, così contrastanti con i ricordi pieni di sole delle giornate là trascorse.
Vedere quelle strade vuote e silenziose, che noi abbiamo incontrato frenetiche e rumorose, pensare al blocco di tutte le linee della metropolitana (oltreché degli autobus), mezzo di comunicazione ‘sovrano’ in una metropoli così vasta, immaginare i mille e mille disagi quotidiani laddove è venuta a mancare l’elettricità, mi hanno veramente rattristata. Per non parlare del numero delle vittime e dei danni incalcolabili, e non solo a New York, ovviamente, ma anche in tutti quei luoghi meno conosciuti e dai nomi meno altisonanti (Haiti, per esempio, dove Sandy ha causato morti e distruzione, ma di cui poco o nulla si parla). Vite spezzate e vite travolte da quella natura che crediamo di dominare e delle cui ‘esigenze’ spesso non teniamo conto…
Comunque, come auspicio per un veloce ritorno alla quotidianità con la sua rassicurante (e magari noiosa) tranquillità, ecco alcuni delle fotografie del consorte, scattate nella Grande Mela, poco più di un mese fa, quando l’hurricane era solo un’eventualità.